Biscotti selvaggi di Franz Krauspenhaar (Marco Saya Edizioni)

 

 

Biscottiselvaggii

Poesia

Intitolato All’amore e alla ribellione, il poema di Franz Krauspenhaar a queste premesse esistenziali tiene fede per tutto il fiato del libro. Viscerale, dal ritmo trascinante, Biscotti selvaggi ha il respiro anarchico impresso da un poeta vero, che detta personalmente la marcia espressiva e il codice poetico forzando la banalità del linguaggio comune epurandola pur (anzi proprio per questo) con la durezza “selvaggia” di un occhio realista e allenato al pugilato della vita, degli schiaffi dati e subiti.  Una durezza che sa chinare il capo al vento e commuovere: “il ciuffo mosso da un vento / disperato, a te non urta, / non fa differenza, né attesa / in gola; hai solo il poco soffio / delle mie ciglia, che negli occhi / guardavano sopra, e piano sotto / il tuo mondo, di colori e di seta / di un mare allontanato”. La poesia di un uomo che si mette dalla parte dei perdenti, sceglie “l’innocenza” del maalox, “allenatore buono e incompetente” di una “squadra sconfitta”, uno che “vede solo / ciò che riesce a scorgere / nella nebbia dei sogni”,  la disarmante bellezza della verità (“io del genere / umano ho l’opinione che ha / un pneumatico di una buccia / di banana”), nel supermercato quotidiano dove “preda di oggetti / con nomi americani, mercimoni / si compiono in tuo nome”. La poesia gravida di immaginazione di chi non fa sconti su nessuno, nemmeno se stesso: “mai stato un opportunista, dunque / non sarò mai uno scrittore, tolgo dalla testa / di essere uno che conta in ogni ramo”, “in questo schifo di mondo oltraggiato / dagli uomini” resta la sinfonia indomabile del poema che si placa soltanto davanti al “viso meraviglioso e arreso” della madre, anticamera di quell’anima che un giorno ci fermerà, a fine viaggio, trovandoci “vivi, e stupendamente felici”.               

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