folon cop x leggodico

(segnalazioni libraie)

 
 
 
Layout 1Alberi erranti e naufraghi
di Alberto Capitta
Edizioni Il Maestrale

In un’innominata ma riconoscibile Sardegna settentrionale i destini di tre famiglie si intrecciano scontrandosi e incontrandosi, perdendosi e ritrovandosi ancora. Tre famiglie molto diverse: gli Arca, i Nonne e i Branca. Piero e Giuliano Arca, padre e figlio, vivono soli oltre i margini della città in un casolare stipato di animali feriti che loro raccolgono e curano. In città risiedono i Nonne: il capofamiglia Sebastiano, una moglie sottomessa e due figli: Michelangelo, di cui poter andare fieri, militare di carriera e compagno di esaltate battute di caccia, ed Emilio, deprecato per le sue mollezze, le letture in solitudine nel chiuso della sua stanza, e per l’amicizia indecorosa con Giuliano Arca. Infine i Branca: Edoardo, notaio di lungo corso, e la figlia Maddalena, venticinquenne delicata e sensibile, che abitano nella villa della tenuta di famiglia – e sarebbe una convivenza di un’armonia perfetta se la ragazza non s’innamorasse di Michelangelo Nonne, passione di cui il padre della giovane non si capacita. Gli accadimenti ricevono una spinta prepotente quando Piero Arca scompare in una giornata di neve insanguinata dalla carneficina di tutte le sue bestie. Da qui inizia per Giuliano un lungo e allucinato viaggio alla ricerca del padre. Un viaggio nei luoghi del passato e in posti nuovi, abitati da una sconosciuta umanità bambina e carichi di esperienze che ricondurranno il ragazzo al punto di partenza, dove gli eventi potranno prendere una piega imprevedibile, rimescolando le sorti di tutti i personaggi che animano questo quarto romanzo di Capitta: la conferma di una sapienza stilistica e affabulatoria. “Non ritengo i miei personaggi degli sconfitti o in fuga dalla realtà, quanto piuttosto degli individui che si ritraggono, isolandosi, perché dotati di uno sguardo estremamente lucido, uno sguardo che permette loro di leggere il mondo nella sua feroce realtà. È questo a porli fuori dalle convenzioni e spesso dalle regole ed è per questo che sono visti come dei diversi e come tali temuti – dichiara Capitta, Vincitore della sezione Narrativa del Premio Brancati 2013 -. Vivo la scrittura come mondo senza confini, luogo da esplorare, luogo in cui dare seguito a un discorso di ricerca e di cambiamento iniziato anni fa, luogo in cui muoversi tra le mille avversità e curiosità e rovesci e gioie e sorprese di un’autentica avventura”.

 
copertina fuggiaschi leggodicoI fuggiaschi (Racconti di narratori dauni)
di AA. VV.
Stilo Editrice

Otto racconti per otto autori, sette uomini e una donna, Sergio D’Amaro, Dino Mimmo, Raffaele Niro, Michele Presutto, Salvatore Ritrovato, Gennaro Tedesco, Raffaele Vescera e Paola Marino, appartenenti a generazioni diverse legati, oltreché dall’amore per la scrittura e della passione narrativa, dall’appartenenza alla medesima terra. “Per narrare – scrive nella prefazione Franco Arminio -, ci vuole una fiducia in se stessi e negli altri. Devi sentire che hai una storia da raccontare e qualcuno che la vuole ascoltare. La narrazione, anche quando è disperata, è sempre un gesto caldo, un tentativo di comunione. Gli autori che raccontano in questo libro sono pugliesi del nord, quasi tutti rimasti nella terra in cui sono nati. Una terra in cui raccontare era un modo per impiegare il tempo. Oggi i narratori stanno sparendo. Sono arrivati gli opinionisti, i ripetitori delle fatuarie che si dicono in televisione. Oggi si definiscono narrazioni cose che non hanno niente a che fare col narrare, spesso si tratta di slogans, di visioni del mondo che a tutto servono tranne che a far vedere il mondo. Bisogna diffidare delle narrazioni planetarie. Il narrare è sempre un fatto locale, si parla di qualcuno a cui accade qualcosa in qualche luogo. Il resto è argilla espansa. Quando mi hanno chiesto di scrivere qualcosa per questo libro in verità pensavo si trattasse di testi che raccontavano il territorio, un territorio adiacente al mio. Foggia è la città più vicina al mio paese. E il Gargano quando l’aria è limpida si vede anche di giorno da casa mia. Non avevo capito bene. Questo è proprio un libro di racconti. E ogni autore sta dentro la sua storia e senti che non appartiene a una cordata, a una scuderia. La bellezza di questo libro è che non è un prodotto industriale, come certe antologie in cui si crea una tendenza che non c’è. Questi autori non sono della stessa generazione, non hanno gli stessi padri spirituali, semplicemente appartengono alla stessa terra. Ma anche qui la faccenda non è semplice. Cos’è oggi la provincia di Foggia che qui diventa Califoggia? Stiamo parlando di una provincia che mette insieme Monteleone e Lucera, Biccari e Pugnochiuso, Cerignola e Mattinata. E in mezzo c’è una città senza miti: forse l’unico mito dei foggiani è Napoli, la vecchia capitale […]”.

Potrebbero interessarti

3 risposte

  1. Pingback: Albert
  2. Pingback: jessie