Raymond Depardon, Big Sur




Pavimento e arcobaleno.

Ultime luci. Primi tempi (anche templi)
di un qualche film
rimasto impresso in
mente, ma anche
espresso a corpo,
dorso verbale scelto
tempo.
 
Chi sa trovare
sa anche cercare? E
chi sa cercare che trova
affare?
 
Chiude finestra
sbatte la luce
scatta biliardo
dal muro all’occhio
sole costante del
mese azzurro.
 
Sfoglia immaginette.
La sua attenzione si
flette alla ricerca del
proprio santo Adatto.
 
 
*
 
Quando, un pochino
abbagliati da un’unica
visione, non esisteva
che l’imperfetto, anche
se mai per nome, chiamava
tutti, dai primi fogli ai sinonimi.
 
Erano quasi sempre
imperfette quelle poesie.
 
Rime dei vicoli bene
della luce e il comune
offuscarsi di chi passi
per caso di lì col corpo
più grosso degli altri,
gli abitanti dei vicoli
ai

riflessi bagnati anch’essi
di pioggia e destino, lucidi
 
 
*
 
Un braccio a
difendere un
corpo intero un
braccio solo in
offesa che non
serve ora che hai
visto come cade
forte il sole sulle
teste intere,
integro e
selvatico un vero
miracolo si
chiama esserci,
essere, soggetto.
 
Occhio molto
aperto, quasi
ventaglio, a far
d’aria del corpo.
 
Dentro queste traverse
il colore è di pioggia
ugualmente anche se
il sole mantiene segreti
spaziosi e un’aria per
sempre attaccata
all’animo del mai, o magari.
 
*
 
Basta seguire le strade segrete
per farsi nuovi di vicoli e mete

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