Kintsugi 金継ぎdi Rebecca Perry

Alessandro Papetti

il Giaurro, o l’infedele

*

Il Giaurro ha scoperto Rebecca Perry: la sua poesia ha accarezzato Il Giaurro “fino alle orecchie” conquistandolo completamente. Rebecca Perry vive a Londra e la sua prima raccolta, little armoured, è stata pubblicata nel 2012. La poesia che leggerete s’intitola Kintsugi 金継ぎ, una parola giapponese intraducibile. Rebecca gioca con l’intraducibile e s’ispira alla misteriosa arte giapponese di riempire le fessure dei vasi rotti con una colata d’oro. Nella affascinante scrittura di Rebecca Perry le parole sono cicatrici preziose sulla pagina bianca.

*

*

Kintsugi 金継ぎ
di Rebecca Perry

*

Hai detto che ti trattavo come un cane,
ti accarezzavo i capelli
fino alle orecchie,
e questo che può mutare il bene in male.
Vorrei scusarmi,
ma l’amore è la parte tenera di noi.

*

*

C’è una parola giapponese che descrive
quello che si prova quando due
persone sanno che l’amore
tra di loro è inevitabile.
Non è amore a prima vista.
Per esempio,
il tuo odore non è mai stato ignoto.

*

*

Mi chiedevi “Come può un essere umano
essere così simile a una foglia?
Mi facevano infuriare le tue domande,
ma è vero, le mie vene sono inquietanti
sotto la doccia, blu e ansiose
di ritrovarsi.
C’è una parola tedesca
per descrivere l’azzurro delle vene,
ed è anche metallo grigio e verde
e il colore delle case abitate dai fantasmi.

*

*

C’è una parola giapponese che vuol dire
riparare un vaso rotto con l’oro.

*

*

Due giorni sola e ora parlo
a una pianta di peperoncino – guardo il rosso
farsi strada nell’ultimo baccello
come un arto che prende vita.
Non ho mai fatto caso al tempo che le lampadine
impiegano ad accendersi. Mi accorgo anche di non sapere
dove andare. Le strade
appaiano sempre un istante prima.

*

*

Il cielo si fa scuro.
Come spiegare la tristezza
che sento in inverno, una tristezza
inestricabile dall’inverno. Una tristezza del freddo,
che mi secca la pelle.
Dolore invernale,
quando il letto è un iceberg in mezzo al mare.

*

*

E naturalmente le tue preferenze
si rivelano silenziose nella disposizione
delle stanze. Le poche cose che hai lasciato
sono oggetti bui
ai margini di un quadro rinascimentale,
pronti a catturare la luce
quando sono debole.

*

*

C’è una parola cheyenne per l’atto
di preparare la bocca a parlare.
I mesi trascorsi a preparare la mia
hanno il sapore del metallo,
il cibo masticato controvoglia.

*

*

Guardo un grappolo d’uva in una ciotola
e perfino il rifiuto di crescere da soli
è un campanello snervante della natura
che squilla mentre cerco di dormire
di pomeriggio.

*

*

Ricordare un amore – un sentimento
così facile da mettere in forno e da riscaldare.
Ma io desidero le tue orecchie
quando ho le mani vuote.

Potrebbero interessarti