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Andre Kertesz

A un anno dagli attentati che l’avevano sospesa bruscamente, si è recentemente chiusa la ventesima edizione di Paris Photo, una delle più influenti fiere al mondo dedicate all’immagine.
Ospitata dal 10 al 13 novembre presso il Grand Palais, museo e gioiello architettonico di Parigi, quest’anno è stata diretta e curata rispettivamente da Florence Bourgeois e Cristoph Wiesner, i quali hanno ospitato più di 150 gallerie e 30 editori.
Il mercato fotografico, che solo venti anni fa, all’epoca della prima edizione, sembrava non avere possibilità di innalzarsi a fianco delle restanti arti, non è forse mai stato in forma così smagliante. Infatti, si evince di anno in anno, un’accresciuta sensibilità nei confronti di un’arte apparentemente nata per rimanere di nicchia ma oggi sempre più fruibile dal grande pubblico.
Tra i premi interni alla manifestazione, da segnalare il First Photobook Award, assegnato a Michael Christopher Brown, vinto grazie al suo progetto Lybian Sugar che documenta la rivoluzione libica del 2011. Una particolarità di questo lavoro è data da come il fotografo sia riuscito a completare il racconto, anche dopo la rottura accidentale della fotocamera, grazie al suo iphone, dimostrando come sia possibile comunicare con la fotografia anche senza grandi mezzi e in condizioni avverse.

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Michael Christopher

Il titolo Photobook of the Year è invece andato al talentuoso Gregory Halpern, nel cui libro edito dalla prestigiosa casa editrice Mack, presenta “Zzyzx”, una serie fotografica di un suo viaggio attraverso Los Angeles, partendo dal deserto ad est della città e finendo lungo la costa del pacifico.

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Gregory Halpern
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Gregory Halpern

Molto interessanti anche i vari settori della fiera tra cui Les “Prismes”, dedicato all’esposizione dei grandi formati e installazioni che esplorano i vari usi del mezzo fotografico.

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Anthony Hernandez

Infine le diverse mostre personali tra cui è da menzionare il progetto Mectoub della fotografa Scarlet Coen, una serie che ritrae il contemporaneo cambiamento dell’identità maschile in Medio Oriente e Nord Africa.

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Scarlett Coten

 

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