Com’è distante (Philip Larkin)

rubrica, La rosa necessaria

 

(Philip Larkin)
Com’è distante

 

Com’è distante la partenza dei ragazzi
giù per le vallate, o guardare
il verde litorale che, oltre la barriera bianco-sale,
s’innalza e poi ricade,

pastori o carpentieri o chi desideroso
comunque d’andar via
da maritati villaggi ancor prima dell’alba,
e armoniche suonare
sui minuscoli ponti di una nave
oltre spaventosi dirupi d’acqua
o dolcemente, a notte fonda,
sotto il variato dondolio delle stelle,
quando lo sguardo casuale

d’una ragazza che fa il suo bucato a poppa
interminato si dirama.
Questo è esser giovani,
mettersi addosso il secolo allarmato

come un vestito nuovo da grande magazzino,
le enormi decisioni impresse da piedi
che s’inventano il cammino,
le finestre irregolari che evocano una strada.

(da Finestre alte, Einaudi. Traduzione e cura di E. Testa)

 

Giovinezza è allagare nell’inutile il verso della vita e poi provare a governarlo, anni dopo, non avendolo guastato né inorgoglito. Un vestito da magazzino, una bassa foggia, quasi un destino.

 

ph in copertina – Luoghi abbandonati, Reginald Van de Velde

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