Marta Czok, Boy and rocking horse



 I

 

 

Una corazzata e i suoi cannoni

Torri trinate,
mistero mortale.
La nave avanza,
le sue mammelle
in mostra,
come d’animale.
Offrono una morte
bellissima.

  
 
L’equipaggio al suo sommergibile

Il silenzio dell’acqua
protegge i motori
e i pesci ti accompagnano,
tremenda balena di ferro.
Come Giona ci hai ingoiato
e ci porti a donare la morte,
a forma di sigaro.
Ti amiamo come si può amare
una bara, ma non ti lasceremo.

  
 
 
Un maiale

Siluro a lenta corsa,
corsa lenta e mortale,
cavallo marino
sfuggito ai miti greci.
La testa si stacca
con dolore e dolcezza.
Parla di naufragi in porto.

  


Matapan

Sul fondo sono all’àncora i rottami
come riposassero in porto,
ancóra abitati dalla sorpresa,
popolati di anime palombare
e di pesci che vi rincasano.
Gli dei del mare ogni tanto li visitano
come pietoso dovere di memoria.
Oggi incontrerebbero anche l’anima
di mio padre, superstite di allora,
che, certo, come Ulisse, sarà disceso
in quell’Ade d’acciaio e corallo.

 

 
Una battaglia navale

È una scacchiera d’acqua
quella che ci accoglie
e noi, pronti per la partita,
carichiamo i cannoni,
puntiamo i pezzi,
oliamo gli ingranaggi.
Ce lo dica il comandante
quando dobbiamo uccidere
e chi. Noi obbediremo al fuoco
e fingeremo di amarlo.

 
  
In memoria di mio padre, marinaio

Per te non hai voluto niente, mai.
Hai offerto la tua vita al mare
e il mare te l’ha conservata,
tra battaglie e burrasche
perché non solo la patria,
ma anche noi avevamo bisogno di te.
Così la tua vita l’hai data a noi,
interamente, finché non ci hai lasciato.
Ma il tuo ricordo ci accompagna sempre,
dandoci una dolce tristezza
che solo chi è vissuto bene,
seminando amore, può suscitare.
 

 

II 



  
Cacciatorpediniere Bersagliere, classe Soldati,
nave della Regia Marina.

Era la nave di mio padre
varata il 3 luglio 1938
luccicava
entrata in servizio il 1° aprile 1939
all’inizio della seconda guerra mondiale
faceva parte della XIII Squadriglia
Cacciatorpediniere
che formava insieme ai gemelli
Granatiere Fuciliere ed Alpino
fu affondata in porto a Palermo
il 7 gennaio 1943
durante un attacco aereo americano
era stata impostata sugli scali
il 21 aprile 1937
più di un anno per costruirla
pochi minuti per distruggerla
morirono 59 membri del suo equipaggio
mio padre non fu tra quelli
ma li vide morire
alcuni fra le sue braccia
tirandoli su dal mare senza più le gambe
altri intrappolati nello scafo
salutavano la vita dagli oblò
 
presente in tutte le più importanti
battaglie navali del Mediterraneo
di un’insensata guerra
mio padre
la abitò come la sua casa
non tralasciando di uccidere.
  
 
  
La corazzata Vittorio Veneto nello scontro di Gaudo
del 27 marzo 1941, al largo di Creta.
  
Classe Littorio
armava 9 cannoni da 381 millimetri
ed era una delle più potenti e veloci
della sua epoca
toccava a mio padre difenderla
dal suo cacciatorpediniere
e riuscì in effetti con la mitragliatrice
ad abbattere l’aerosilurante inglese
un Albacore
che aveva appena lanciato il siluro
che la colpì provocando così il disastro
di Capo Matapan
erano le ore 15.20
il pilota
capitano di corvetta J. Dalyell Stead
l’osservatore G.C. Cooke
il mitragliere G.L. Blenkhorn
discesero l’abisso
prima che il siluro colpisse  la corazzata
ma per la Squadra italiana era troppo tardi
questo è sempre stato il racconto
confermato dai libri
mio padre me lo ripeteva per farmi sognare
ero un bambino
e per me era un grande gioco
come una partita a scacchi sull’acqua
ed io lo ascoltavo come se fosse stato Omero
sperando in un intervento degli dei
che ne cambiasse il corso.
  
 
   
Attacco aereo inglese alla base navale di Taranto,
nella notte tra l’11 e il 12 novembre 1940.

Nella notte di Taranto
erano presenti in porto sei corazzate
sette incrociatori pesanti
due incrociatori leggeri
vari cacciatorpediniere
il meglio della flotta italiana
era lì concentrato
le navi si sentivano al sicuro
all’interno della base
a causa dei bassi fondali
ma l’insidia veniva dall’alto
“tutti i fagiani sono nel nido”
così disse l’ammiraglio
Andrew Cunningham
comandante in capo della 
Mediterranean Fleet
in agguato come a caccia
pronto a sferrare il colpo
che portò gravi danni
alla Regia Marina
i giapponesi lo studiarono
a fondo e lo imitarono
per l’attacco a Pearl Harbour
c’era anche mio padre
con la sua nave
il Bersagliere
gli dei del mare lo protessero
ed io sono qui a scriverne.
  
 
  
Battaglia di Punta Stilo, 9 luglio 1940.

Fu la prima
la guerra italiana
era ancora giovane
e assetata
i libri parlano della
maggior concentrazione
di navi da guerra
italiane e inglesi
di ogni altro scontro
nel Mediterraneo
tanto spiegamento di forze
non ottenne risultato
apprezzabile
pochi danni 
da ambo le parti
pochi morti forse
per chi aveva voluto
la gloria della guerra
ma sarebbe stato soddisfatto
in seguito.
 

Matricola 22247 – Classe 1911.
 
Nato il 14 settembre di quell’anno
arruolato volontario il 10 aprile 1929
nella Regia Marina
primo imbarco il 1° dicembre 1929
sul sommergibile Giovanni Bausan
poi fu sull’incrociatore
Giovanni Dalle Bande Nere
respirò la guerra sul
cacciatorpediniere Bersagliere
in seguito al cui naufragio fu ferito
l’ultima sua nave fu
dal 1948 al 1952
la corazzata Andrea Doria
al congedo aveva il grado di
Capo di Prima Classe
 
Croce di Guerra al Valor Militare
due Croci al Merito di Guerra
Cavaliere dell’Ordine Coloniale
della Stella d’Italia
Cavaliere dell’Ordine al Merito
della Repubblica italiana
 
aveva la Settima Elementare
ma non sbagliava un congiuntivo
ci teneva alle sue decorazioni
alle sue onorificenze
come un atleta alle sue medaglie
a 17 anni aveva scelto il mare
e di percorrerlo in armi
ma nella sua vita
non usò mai la violenza
il cui volto peggiore
più insaziabile
aveva visto da vicino.

 

* Tutti i testi del poemetto Guerra sul mare sono inediti fatta eccezione per la prima poesia della seconda sezione, “Cacciatorpediniere Bersagliere, classe Soldati, nave della Regia Marina”, già apparsa sulla rivista letteraria tornogiovedì http://www.tornogiovedi.it/2013/08/cacciatorpediniere-bersagliere-classe-soldati/

  
 

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