Poesia di Luigi Carotenuto

Prova d'Autore
Prova d’Autore

Una poesia che crea scompiglio, rimescola, scombina, devia i sensi unici dei luoghi comuni riordinando a proprio gusto con la fantasia colorata di uno Chagall la propria anima-stanza-casa. Testi che metamorfizzano e metaforizzano i propri umori alterni, altalenanti, in un andirivieni giocoso e serissimo. Giustamente, con sapienza critica, nella presentazione al libro di Saragei Antonini, Stefano Lanuzza ha parlato di “poesia per certi aspetti complessa eppure sorgiva e naturale, dal tessuto compatto”, “poesie misteriose e introverse, piene d’intelligenza e alonate d’una malinconia esistenziale o da languori innominati che non arrestano le irruzioni – assidue, impetuose, a stento contenute – d’una gioia senza infingimenti”. Una “quotidianità magica” vagamente alla Savinio, “sorretta da un linguaggio frizzante quanto ipnotico, incisivo e studiatamente antilirico, dominato dallo spirito allogeno di chiaroveggenti pensieri metafisici da intuire, altresì, come metapsichici” (Lanuzza). Immagini floreali, nuziali, interni e finestre proiettano fuori e difendono dentro, come armature sensibilissime, lo spirito poetico “bambino” dell’autrice, che si declina dolcemente, con amore materno, verso una fiabesca stimmung, di versi-filastrocche dedicati alla figlia lungo le parti finali del libro: “vuoi meno luce / ti darò meno luce / vuoi metterti le dita in bocca / ti farò mettere le dita in bocca / vuoi una finestra davanti e una dietro / ti darò una finestra davanti e una dietro”. Saragei Antonini grazie alla sua immaginazione fa scacco al tempo nichilista:  “quel tempo imperfetto era solo singolare – / e me lo dettavo / perché ero stata troppo brava a fare presente / che per me il tempo all’infinito / non era a capo di niente –”.  

 

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