Maria Pia Quintavalla (quattro poesie da “Quinta Vez”)

È questa un’opera al tempo stesso forte di una sua coerenza interna e di una interessante articolazione aperta anche sul piano della forma, delle scelte stilistiche, se non addirittura di genere. Maria Pia Quintavalla si ricollega in parte al suo recente passato, a precedenti narrazioni in versi, come quelle di China, personaggio che ricompare, come la stessa autrice ci avverte, realizzando quella che considera una “breve allegoria della seconda vita di China, qui madre fanciulla, risorta in terra di Castiglia, in una storia” che ne continua la biografia in una sorta di suggestiva metamorfosi. Ma soprattutto sa offrirci un quadro vario di figure femminili, dove nel rapporto di sangue, tra madre e figlia, tra sorella e sorella, si riproducono le complesse dinamiche che sembrano condurre a percorsi sia lineari che paralleli dove, comunque, la vita riproduce se stessa, pur avanzando nel vivo, problematico contrasto dei suoi ineludibili mutamenti.

(dalla prefazione di Maurizio Cucchi)

 

 

Quattro poesie da “Quinta Vez” di Maria Pia Quintavalla (Stampa 2009, 2018)

 

da PRE-NATALE
                                     (ai non nati)

Molti sogni non lottavano più, senza di noi tu liberata,
già i tuoi passi leggeri cadevano come tocchi diritti e
battiti per noi due, sole.
Impercettibili respiravamo fra il bianco e il verde,
sottili spinte e appese, dapprima nello spirito leggere,
ma non disgiunte nel volo ancestrale. Tu eri là, e me
cercavi.

 

da MATER

Tu ti distacchi e sposti, la guardi scivoli
via, piano per non ferirla
ti mostri neutra amica, taci,
ma lo diresti quanto sangue e voce
ci è voluta per tagliare
quel cuore intero in una luce sua,
che ti divora. Scompare
se c’è un emblema vostro, lei lo saprà
capire, lei non ha paura.
Tu, una chiave di notte
nel suono delle sue parole ti ha acceso
il video della mente e poi,
non turba più:
per quella mano speculum sul cuore
ti senti piccola, e sperduta;
la sua nascita va verso la tua morte.

Ma lei serena guarda e stacca, non capisce.

 

da MATER II

Io scrivo China per pulire

nell’inchiostro di infermità piegate
sui confini
del già veduto (del dicibile)

ma lei me lo riporta
massicciamente invasa, dietro
le costole degli occhi nella gola
come miele suo.
Intanto m’alzo; lei alza la voce
mi descrive il corpo, lo ri significa
cancella, ingombra
inizia da due dita in gola mi sommerge
poi, chiude gli occhi, io
non la riconosco.
(il viso, un gesto epico
in un vomito nascente).

 

da QUINTA VEZ,
O DEL RITROVAMENTO

Città-pensiero era la voce
madre, che piena di vita ora volava
di città in pianura sul ronzinante
di virtù raggiante, fiorita e bella, nina
da beltà scacciata per invidia dei venti
e dei mastini al largo.
Che amanti aveva più voluto China, là seduta:
giovani fieri, nobilmente lenti
e magnanimi all’uso della pia ragione;
non picari desti all’incanto
sempre devoti alla cattolica nazione,
piuttosto preda di canzoni oscure,
di zingaresche mani,
ninos fedeli nel servire il ronzinante
in veloce destrezza a lei intenta
a che il destino si compisse, forte per lei
sensibile bambina.
Belle le gambe e belli gli occhi oscuri,
forti le braccia nel danzare danze di vita,
e danze della morte i n t e r a.

Maria Pia Quintavalla è nata a Parma e vive a Milano. Ha pubblicato i libri di poesia: Cantare semplice (Tam Tam,1984), Lettere giovani (Campanotto, 1990), Il Cantare (Campanotto, 1991), Le Moradas (Empiria, 1996),Estranea (canzone) (Piero Manni, 2000, prefazione di Andrea Zanzotto), Corpus solum (Archivi del ’900, 2002), Album feriale (Archinto, 2005), Selected poems (Gradiva N.Y., 2008), China, (Effigie, 2010), I Compianti (Effigie,2013), Vitae (La Vita felice, 2017). Sue poesie sono presenti nelle antologie: Trent’anni di novecento (a cura di A.Bertoni, Book, 2005), Passione poesia (CFR, 2017). Ha vinto numerosi i premi, tra i quali: Tropea, Città S. Vito,Turoldo, Cittadella, Alghero donna, Marazza, Nosside, Alto Jonio, Dario Bellezza, Alda Merini, Città di Como, Europa in versi; nel 2000 è stata finalista in cinquina al Viareggio. Dal 1985 cura la rassegna Donne in poesia e le sue antologie; in seguito proseguita nelle rubriche: Le Silenziose (Book City, Milano), Muse, Autori, Resurrezioni (Casa della cultura, Milano), Essere autrici / essere curatrici. Ha curato il convegno Bambini in rima (Atti su «Alfabeta» 1987). È docente presso l’Università degli Studi di Milano,con laboratori di lingua e scrittura italiana. Sue poesie sono state tradotte in numerose lingue.

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