MOSTRE/Taormina: prorogata al 23 ottobre “Umiltà e Splendore”, monumentale racconto per immagini sull’arte del Seicento.

 

Dopo il grande successo di pubblico e critica, la mostra “Umiltà e Splendore” – in corso a Palazzo Ciampoli, Taormina, e inizialmente fissata fino al 14 settembre – sarà prorogata fino al 23 ottobre. Lo annuncia Gabriella Tigano, direttrice del Parco Archeologico Naxos Taormina, che ha organizzato il progetto espositivo con la Soprintendenza dei Beni Culturali di Messina, cui è affidata la responsabilità scientifica, e in collaborazione con la Provincia dei Frati Minori Cappuccini di Messina e l’associazione Intervolumina. La curatela è affidata alle storiche dell’arte Stefania Lanuzza, ideatrice dell’esposizione, e Virginia Buda entrambe in organico alla Soprintendenza di Messina.

“Incoraggiati dai commenti più che positivi dei visitatori, della stampa specializzata e degli studiosi di varie accademie italiane che in questi mesi estivi hanno fatto tappa a Taormina e alla mostra “Umiltà e Splendore” – spiega la Tigano – abbiamo deciso di prorogarla fino al 23 ottobre prossimo. Fra gli ospiti moltissimi insegnanti di Storia dell’Arte che ci hanno chiesto una “dilatazione” temporale per consentire una visita didattica con i propri alunni con la ripresa delle lezioni. Un segnale di grande interesse da parte del mondo della scuola al quale il Parco non poteva sottrarsi, così da qualche settimana abbiamo avviato la richiesta di proroga dei prestiti a tutti gli enti, pubblici ed ecclesiastici, coinvolti: un procedimento complesso e che possiamo ufficializzare definitivamente solo oggi”.
Tra i visitatori, ieri, il prof. Alessandro Zuccari, ordinario di Storia dell’Arte moderna alla Sapienza di Roma, accademico dei Lincei e profondo conoscitore dell’arte di Angelico, Raffello, Pulzone, Barocci, Caravaggio e Borromini cui ha dedicato una intensa produzione scientifica e che al termine del tour con le curatrici e la direttrice, ha commentato sul libro delle firme: “Una mostra ben mirata e di grande interesse, con dipinti straordinari per varietà stilistica e tematica”.

Dedicata all’arte nei conventi Cappuccini del Val Demone (territorio di Messina, Catania, Enna e parte di Palermo), la mostra prende in esame il Seicento, dalla Controriforma al Barocco. Concepita con un approccio multimediale, la mostra propone approfondimenti sulle varie sezioni espositive consultabili grazie a un QrCode e fruibili sia in italiano che in inglese. A introdurla, nelle sale al pianterreno dello storico Palazzo Ciampoli, è un video-documentario con sottotitoli in inglese voluto dalla direttrice del Parco, l’archeologa Gabriella Tigano. Tema della narrazione è la storia dei Cappuccini in Sicilia e la loro devozione per l’arte con immagini straordinarie e rare, realizzate in alcuni conventi della provincia di Messina ed Enna, incontrando frati e suore nella loro vita quotidiana, condotta in regime di povertà e condivisione e dedicata all’assistenza di anziani e bisognosi, alla cura dei piccoli orti dei conventi, allo studio della teologia e dei testi sacri, alla preghiera. Visite tutti i giorni, dalle 10 alle 19. Ingresso libero.

LA MOSTRA Una trentina le opere incluse nel percorso espositivo di Palazzo Ciampoli che tra i punti di forza può contare sulla presenza di cinque grandi pale d’altare, di non facile movimentazione, che provengono dalle chiese cappuccine di alcuni centri collinari della Sicilia nordorientale e dall’entroterra etneo. Per la prima volta si potrà consentire al pubblico di apprezzare attraverso un approccio ravvicinato queste opere straordinarie, solitamente visibili a distanza e con l’inevitabile filtro di altari e tabernacoli lignei che ne impediscono una visione integrale.

Spiega la curatrice, la storica dell’arte Stefania Lanuzza: “In un arco temporale che va dalla fine del ‘500 sino ai primi decenni del ‘700 sono state selezionate quelle opere che documentano i mutamenti epocali, gli orientamenti stilistici e la varietà degli idiomi parlati dagli artisti apprezzati nel viceregno spagnolo. Un itinerario trasversale che affronta i contenuti religiosi trascorrendo dal rigore delle canoniche composizioni controriformate all’efficacia narrativa dei testi d’intonazione caravaggesca, per approdare alle ariose atmosfere della pittura barocca senza tralasciare le diverse declinazioni dei temi messe in atto dai pittori stranieri attivi nell’isola e da quelli autoctoni. In tal modo si offrirà uno spaccato della cultura artistica seicentesca penetrata nei cenobi cappuccini attraverso il confronto tra le splendide tele eseguite da figure di spicco del panorama pittorico nazionale (Scipione Pulzone, Durante Alberti, Mathias Stomer, Giovanni Lanfranco) e la produzione di alcuni artisti cappuccini formatisi presso rinomate botteghe messinesi”.

Tra le tele eseguite da artisti di fama internazionale per i cappuccini del Valdemone, grazie alla mediazione dei generali dell’Ordine e alla munificenza del ceto aristocratico siciliano del tempo, spiccano la preziosa Madonna degli Angeli con San Francesco e Santa Chiara, dipinta da Scipione Pulzone nel 1588 per la chiesa di Mistretta, opera cruciale per i contenuti della manifestazione e modello iconografico che incarna i dettami della Controriforma, e la scenografica Trasfigurazione realizzata per i Cappuccini di Randazzo, nella prima metà del Seicento, dal pittore parmense Giovanni Lanfranco, tra i più noti esponenti della pittura barocca italiana.

Si segnala inoltre il caso della Madonna degli angeli e santi francescani del Convento di Pettineo, realizzata nel 1722 dal pittore fiammingo Guglielmo Borremans e restituita al pubblico dopo un lungo restauro che – per la gioia degli studiosi – ha svelato anche la firma autografa e la data di realizzazione sinora nascoste dalla imponente cornice.

Al catalogo – in lavorazione – partecipano numerosi storici dell’arte. I contributi sono affidati a Elena Ascenti, Gioacchino Barbera, Gaetano Bongiovanni, Valeria Bottari, Carmela Cappa, Roberta Carchiolo, Francesca Campagna Cicala, Felice Cangelosi, Caterina Ciolino, Roberta Civiletto, Giampaolo Chillè, Franco Chillemi, Maddalena De Luca, Caterina Di Giacomo, Giovanna Famà, Fiorenzo Fiore, Luigi Giacobbe, Agostino Giuliano, Maria Katja Guida, Raffaele Manduca, Alessandra Migliorato, Maria Pia Mistretta, Grazia Musolino, Maria Grazia Patti, Teresa Pugliatti, Annalisa Raffa, Paolo Russo, Donatella Spagnolo e Mirella Vinci.

I prestiti provengono dal MuMe (Museo regionale interdisciplinare) di Messina, dal Museo Fra’ Gianmaria da Tusa di Gibilmanna, dalla Pinacoteca Zelantea di Acireale, dal Museo civico di Castroreale e dai conventi di Adrano, Barcellona Pozzo di Gotto, Castroreale, Catania, Francavilla di Sicilia, Gibilmanna, Messina, Milazzo, Mistretta, Naso, Pettineo, Randazzo, Tortorici, Tusa e Troina. Tra gli artisti in mostra i nomi più noti sono Scipione Pulzone, Durante Alberti, Giovanni Lanfranco, Mathias Stomer, Guglielmo Borremans, Onofrio Gabrieli, Giacinto Platania e i frati Feliciano da Messina e Umile da Messina.

LE SEZIONI ESPOSITIVE Sono quattro: le prime tre sono scandite da scelte iconografiche caldeggiate dall’Ordine (la natura umana e divina di Cristo; la Madonna degli Angeli; figure di santi e sante cari ai frati cappuccini siciliani: San Francesco, Santa Caterina d’Alessandria e poi le popolarissime Sant’Agata e Santa Lucia); la quarta sezione è dedicata ai frati Umile e Feliciano da Messina, al secolo rispettivamente Jacopo Imperatrice e Domenico Guargena: entrambi frati cappuccini ma con una formazione artistica di alto spessore essendo cresciuti nelle botteghe del pittore caravaggesco Alonso Rodriquez e del fiammingo Abramo Casembrot, maestri indiscussi della pittura del Seicento a Messina. In mostra anche una preziosa selezione di volumi appartenenti al fondo antico della Biblioteca dei Cappuccini di Messina e coevi ai materiali artistici.

FUNDRAISING PER RESTAURO Strategico il ruolo dell’associazione Intervolùmina che, traendo spunto dal tema della mostra di Taormina, oltre a predisporre itinerari di visita nei conventi cappuccini ancora visitabili – e dunque promuovendo la conoscenza e l’attenzione della comunità su questo patrimonio semisconosciuto e pressoché inaccessibile – sta curando anche un progetto di raccolta fondi (fundraising) per finanziare il restauro di alcune opere.

in copertina IGNOTO, sec. XVII, Incoronazione di spine, 168×255, MuMe (Messina), LGT

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