“Nostos III”: Francesca Serragnoli

Nostos, ritorno alla parola
Rubrica a cura di Luca Pizzolitto

 

 

Hai un profilo islandese
un chiaro scuro lentissimo
un crepuscolo di campi arati di notte
nella spinosa armonia delle ombre

una tempesta che raccoglie
i suoi cuccioli d’acqua
come le mele di un giardino.

Una stupenda malinconia islandese
non è mai notte
non è mai giorno.

Foresta sparsa di lupi giovanissimi
allattati dalla luna.

Il regno di salire
nel punto più alto di una mano
e gettarsi nell’altro ramo
è il balzo di vivere.

*

Quando viene sera

scavato all’osso dalle guance
il rossore dell’ultimo fuoco

in fondo a un miracoloso quadro di Hopper

lei seduta sul letto
nell’ora più calma della notte

si alza come per destarsi
dalla donna dalla madre

non sai dove va

la finestra è spalancata
la luna e il sole girano come mosche

il bambino solamente il bambino
getta via i pianeti dal letto
batte le mani
come l’aria fosse la porta

il fiato soffia
negli occhi feriti dal vuoto

il pianto e il riso
aprono e chiudono la stessa rosa.

*

Quando il blu prende l’alba
e la posa delicatamente nell’aria
e la colomba rimane impigliata
al gesto di volare
precipita nel gesto
ogni ramo si spezza come una porta
(l’infinita ospitalità del vuoto).

*

Vorrei ricevere la pioggia
immobile come l’airone nel campo

lasciare l’acqua scendere
l’acqua di essere qui
una cosa nuda fra terra e cielo

non essere nulla che il volo
che la preghiera

della preghiera essere l’ombra
ricongiungersi, riposare lì
sentirsi cadere rinascere volar via

 

 

 

Francesca Serragnoli, Non è mai notte non è mai giorno (Interno Libri, 2023)

 

 

Francesca Serragnoli (Bologna, 1972) è laureata in Lettere Moderne e in Scienze Religiose. Ha pubblicato le raccolte Il fianco dove appoggiare un figlio (NCE, 2003; Raffaelli, 2012), Il rubino del martedì (Raffaelli, 2010), Aprile di là (LietoColle-Pordenonelegge, 2016), La quasi notte (MC, 2020). È stata tradotta in varie lingue, suoi testi sono apparsi in antologie estere e in volume in Argentina, Spagna e in Romania.

 

 

 

in copertina, la foto di Emiliano Cribari

 

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