GIANCARLO STOCCORO

Si sommano i luoghi ai gesti alle frasi
hanno sguardi che separano
parole abbandonate a ogni angolo

prima che il buio le raggiunga
con passo lungo si rifugiano nelle stanze
riannodano le ombre alle pareti bianche

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Dove vanno deserti gli abbracci
rotola un mondo di parole
e la vita sembra non fare altro
che accogliere l’eco
del gesto che manca

Scuote il silenzio lo scuote tutto
quasi fosse una borraccia
da cui suggere l’ultima goccia d’acqua

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Non ho merito se il tempo
mi si dipinge addosso
e ha i colori della terra
abbandonata dall’acqua

Mi fanno da spalla i gesti
che spostano l’ora
con alfabeto semplice

I luoghi si nascondono
nelle crepe dei muri
riottosi fino a quando?

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Ed è un lago la sua certezza più intima
il luogo che sfocia nell’infanzia vissuta
a riva altri incendi si prolungano ombre
ignare trovano pace nell’acqua muta

+
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Di te non mi aggiorno più
sono le poesie le più tenaci
spuntano da ogni angolo
come sanguisughe s’abbeverano
all’inchiostro rosso sangue
affamate di labbra
diresti s’accontentano
di una parola scritta
di tanto in tanto

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Non trova ospitalità
nella lingua
lunghe frasi si allontanano
avvolte nelle ombre della sera
Il silenzio ancora non sa
mostrarsi per quello che è

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