SINNOS su l'estroverso

Essendo nati in un carcere di aneddoti curiosi me ne vengono in mente tanti, dal nome nato per caso in una pausa caffè nella saletta di Rebibbia che ci ospitava e dove un ragazzo sardo, sentendoci ragionare sul nome che avremmo voluto – un nome che desse il senso dei segni delle tante lingue che avremmo ospitato, ma anche dei segni che lasciano le buone letture – ci disse “SINNOS” e noi lo guardammo smarriti. Ci spiegò che nella sua lingua voleva dire SEGNI. Ed è per questo che ci chiamiamo così.

Qual è la vostra linea editoriale e precipuamente in quale direzione si muove?

Per prima cosa ci rivolgiamo ai bambini e ai ragazzi. E cerchiamo storie speciali per loro. Storie che abbiano la vita dentro. Abbiamo iniziato con I Mappamondi, autobiografie in doppia lingua di migranti che ci raccontavano da dove venivano e perché avevano scelto di arrivare. Proseguito con albi illustrati, narrativa, graphic novel, passando anche per la divulgazione con la collana di diritto “Nomos”, perché i libri non sono solo storie, ma possono spiegare e insegnare, per esempio ad essere cittadini scientifici, come il nostro ultimo titolo Lena e la cittadinanza scientifica. Il nostro progetto è legato senz’altro ai temi della cittadinanza attiva, consapevole e partecipata. E a noi piace giocare con temi forti raccontati in maniera leggera: nell’ultima narrativa, arrivata dalla tipografia proprio mentre sto scrivendo, un cavaliere Saponetta, coraggioso e molto rigoroso, riuscirà a sventare l’imbroglio di un infingardo Conte Grigio, ma anche ad essere un po’ meno pulito… Questo ci piace raccontare ai ragazzi: che dobbiamo avere menti sveglie capaci di non farsi imbrogliare. E di essere capaci di leggerezza, quella sapiente però. Recentemente proprio il Presidente degli Stati Uniti ha detto che è cresciuto cittadino grazie ai romanzi (“When I think about how I understand my role as citizen and the most important set of understandings that I bring to that position of citizen, the most important stuff I’ve learned I think I’ve learned from novels.” http://www.theguardian.com/books/2015/oct/28/president-obama-says-novels-taught-him-citizen-marilynne-robinson?CMP=fb_gu)

Viviamo nell’epoca delle facili pubblicazioni, in che modo un editore può salvaguardare l’autenticità della cultura e conseguentemente scongiurare le ‘spaesamento’ del lettori?

Lavorando seriamente, scegliendo con cura e secondo il suo progetto editoriale. Un editore solitamente investe lavoro e denaro per pubblicare. E naturalmente non può prescindere dal mercato: se non vendiamo i nostri libri smettiamo di progettare. Si può scegliere di essere editore puramente commerciale, oppure di essere editore, che – come diceva Calvino – ricopre un ruolo importante per la crescita culturale di un paese. Se è questo che si è scelto di fare non sarà facile, perché viviamo in un paese dove ci sono pochi fondi per biblioteche pubbliche, dove non ci sono biblioteche scolastiche, dove le librerie indipendenti soffrono. Ma si mantiene il bello del nostro mestiere: cercare e pubblicare albi, romanzi, graphic che «abbiano una forma, uno stile e qualcosa da dire, possibilmente di nuovo», cito sempre da Calvino, raccontato magnificamente da Ernesto Ferrero ne I migliori anni della nostra vita.

Pro e contro dell’ebook.

Pro: comodo, utile per lettori forti che desiderano sempre avere un libro a portata di mano. Contro: ancora non riesce ad avere il fascino del libro e soprattutto ci si perde: il libro nella sua integrità è solido e ci si può ritrovare fisicamente. Con l’ebook ancora non sai a che punto ti trovi, quante pagine saranno, e come fare a tornare indietro di un po’ se non ricordi la parola chiave… terribile.

Quali (in dettaglio) le vostre collane e le rispettive peculiarità?

Abbiamo albi illustrati, italiani e tradotti, in cui cerchiamo il meglio dei segni e delle storie non solo per piccolissimi (come La prima volta che sono nata, che emoziona anche gli adulti). C’è la narrativa, con libri accessibili a tutti, grazie al lavoro che facciamo da anni su font e accorgimenti grafici e tipografici anche per dislessici. Partiamo dai piccolissimi con letture in stampatello maiuscolo (LEGGIMI PRIMA) fino agli adolescenti con la collana “ZonaFranca”: gli ultimi arrivi per queste due collane sono: Hai preso tutto? Di Veronica Truttero e Alice Keller, un libro leggero, divertente e accurato nella storia e nelle illustrazioni, tutto italiano e Reato di Fuga, bellissimo romanzo per adolescenti – ma anche per noi adulti – dello scrittore francese Christophe Leon. E poi ci sono le Graphic Novel, per raccontare anche temi più seri (ma non solo) perché possano essere apripista di approfondimenti o “semplicemente” possano aggiungere consapevolezza e conoscenza. Abbiamo iniziato con Cattive Ragazze e l’ultimo arrivato, che abbiamo presentato alla fiera ‘Più libri Più liberi’ lo scorso 4 dicembre 2015, e La leggenda di Zumbi l’immortale di Fabio Stassi e Federico Appel.

Quali libri (e per quali ragioni) segnalereste come “indispensabili” già editi o di imminente pubblicazione? 

Questa è una domanda difficile. Ci sono dei libri che forse più di altri sono stati veicolo di conoscenza e emozione. Partiamo dai piccoli:

La prima volta che sono nata

Federico il Pazzo

Nina e i diritti delle Donne

Cattive ragazze

Amate le storie, le fiabe le leggende… potreste in futuro proporre una collana interamente (esclusivamente) dedicata alla poesia da indirizzare ai vostri giovani (o piccoli) lettori?

Ogni editore ha un suo progetto e la poesia non è mai stata nel nostro progetto editoriale. Crediamo sia bene che gli editori come noi, della nostra grandezza – e quindi 9 persone, 25 titoli l’anno, grande impegno verso educazione alla lettura e quindi attività nelle scuole – non debbano affrontare troppi temi. Il rischio è seguire tutto male. Speriamo però che la poesia abbia maggiore visibilità e sia maggiormente pubblicata e venduta in questo paese.

Quest’anno festeggiate un traguardo importate: 25 anni di attività. Potendo, con quale ‘racconto/i’ potreste sintetizzarceli? Sappiamo che avete scelto di regalarvi autori d’eccezione come David Almond e Fabio Stassi in uscita… questo e cos’altro?

Forse il racconto potrebbe essere quello su come è nato il libro su Zumbi. Perché racconta molto di noi e del mestiere dell’editore, che ci piace fare. Avevamo ascoltato le storie di alcuni ragazzi arrivati dai paesi lontani che avevano affrontato viaggi terribili, in particolare grazie a “Griot”, un giornale prodotto da Civico Zero, una organizzazione che accoglie a Roma profughi minori. Quello che ci aveva colpito in alcuni racconti era che al dramma si accompagnavano il rocambolesco e l’avventura nella voce di quei ragazzi, adolescenti, che avevano superato mille difficoltà ed erano fieri di avercela fatta. Abbiamo chiesto a Fabio Stassi, autore che ci piace molto che sa mescolare verità e immaginazione, viaggiando leggero nelle storie e nella Storia, se aveva voglia di scrivere una storia su questi ragazzi. Fabio ci ha detto di no: perché era storia troppo vicina e forse non sarebbe stato capace di non cadere nella retorica o comunque di non dare giustizia a quelle storie. Ma aveva una storia, che da tempo avrebbe voluto raccontare. La storia di un nero brasiliano che si ribella fino alla morte contro il colonialismo, l’arroganza dei bianchi. E che diventa leggenda, che addirittura brilla nel cielo brasiliano. Mentre Fabio raccontava, Federico Appel che ci aveva presentato Fabio, cominciava a tratteggiare giungla, animali e battaglie. Ecco questa storia forse ci rappresenta perché mostra il desiderio di trovare storie che aggiungano senso, e soprattutto trovare chi le sappia raccontare senza pesantezza.

 

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