Wolfgang Tillmans

“There is this looking at the world as shapes and patterns and colors that have meaning, and you can’t deny the superficial because the superficial is what meets the eye.”
“C’è questo scrutare il mondo in quanto forme, motivi e colori che hanno un significato, e ciascuno di noi non può rifiutare il superficiale perché ciò che sta in superficie è ciò che l’occhio incontra.”
Wolfgang Tillmans

Una massima che riassume alla perfezione il pensiero di Wolfgang Tillmans e ci rammenta che i nostri occhi si scontrano in ogni istante con una realtà che non riusciamo a schivare. Nel passato l’arte ha cercato spesso di superare ciò che stava alla superficie dei nostri sensi grazie all’immaginazione umana. Tillmans, invece, tramite il suo fotografare, ci riconduce a uno sguardo nuovamente oggettivo, caratteristico della società contemporanea. Una visione che, nonostante sia estremamente realista, risulta al contempo critica e ci restituisce un quadro a tratti quasi metafisico. Mediante un’estrema crudezza rappresentativa di visioni quotidiane, Tillmans ci pone dinanzi ai problemi più scottanti del mondo moderno. Come possiamo comprendere al meglio il nostro pianeta oggi e in che modo influiscono sulla nostra vita i rapidi cambiamenti della tecnologia, della politica e della cultura?
A queste grandi domande ha cercato di rispondere la grande mostra “Wolfgang Tillmans: 2017”, che si è da poco conclusa alla Tate Modern di Londra, uno degli eventi più attesi di quest’anno nel panorama fotografico e artistico. Svoltasi dal 15 Febbraio all’11 Giugno ha riunito tutto il suo lavoro in una molteplice varietà di media – non solo fotografie, ma anche video, proiezioni di diapositive digitali, pubblicazioni, progetti curatoriali e registrazioni – il tutto messo in scena dall’artista tramite il suo stile peculiare e innovativo. Il curatore Chris Dercon ben riassume questo modo di approcciarsi: “non si tratta semplicemente di appendere le opere al muro in ordine cronologico. Tillmans usa lo spazio come un teatro e mette in scena la mostra come fosse una performance”.
Wolfgang Tillmans è nato nel 1968 a Remscheid in Germania ed è diventato artista di rilievo negli anni ’90. Inizialmente il suo lavoro è stato elogiato per esser riuscito a dare una voce alla cultura giovanile contemporanea. In seguito la sua opera è cresciuta in molteplicità e profondità, offrendoci una visione sempre più fresca e nuova della fotografia come mezzo diversificato, concettuale e politico. Oltre all’arte impegnata, si aggiungono infine i lavori più speculativi, raffigurazioni di dilemmi più atavici e universali, ma saldamente legati a tutto il resto della sua fotografia. “Wolfgang Tillmans: 2017” termina non a caso su una nota sottile e quasi profetica. Nella stanza finale, si trova “The State We’re In” (2015) una grande stampa dell’oceano Atlantico, con la sua grande massa priva di respiro e di cielo, un’icona raffigurante il potente mondo naturale che condividiamo.
Dal 28 Maggio è in corso una sua nuova mostra presso la celebre fondazione Beyeler che avrà termine l’1 ottobre 2017.

Wolfgang Tillmans
Wolfgang Tillmans
Wolfgang Tillmans
Wolfgang Tillmans, “Iguazu”, 2010.
Wolfgang Tillmans
Wolfgang Tillmans, “Paper drop Prinzessinnenstrasse”, 2014.
Wolfgang Tillmans
Wolfgang Tillmans, “Tukan”, 2010.
Wolfgang Tillmans, “astro crusto”, a 2012.
Wolfgang Tillmans

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