Renato Pennisi. “Nel mio futuro non ti porto. Una storia siciliana” (Interlinea 2022, Gli aironi)

Nota di lettura di Maria Gabriella Canfarelli

Cinquant’anni. Tempo anagrafico di bilanci, di messa a punto delle aspettative nutrite, dei desideri, delle ambizioni, degli obiettivi raggiunti e di quelli irrealizzati.  Giorno dopo giorno Marcello Nicosia, affermato avvocato catanese dal cui Studio professionale passano le storie delle insoddisfazioni coniugali altrui, si trova a dover fare i conti anche con la propria sconfitta sentimentale e familiare: un figlio che non vede quasi mai, una moglie che in un passato non lontano ne ha tradito la fiducia. In questo avvincente romanzo la scrittura magistrale di Renato Pennisi dispiega l’intera gamma dei sentimenti e dei risentimenti quanto del proposito dato in titolo, Nel mio futuro non ti porto, pronunciato da un anziano signore, un settantenne che ha già deciso cosa fare dello scorcio di vita che gli rimane. Capitolo dopo capitolo, pagina dopo pagina il lettore si immerge in un contesto narrativo che pone in assoluta evidenza l’amarezza, la noia e la solitudine e la frustrazione del protagonista (e non solo): uomo di mezza età, l’avvocato Nicosia si sente, ed è, accerchiato dalle apparenze, prigioniero suo malgrado dei doveri e delle ipocrisie del proprio ambiente borghese, e relativi rituali calendarizzati in compleanni, cene, feste, riunioni  tra familiari e affini, mentre lui invece vorrebbe essere altrove, in un luogo ad altri impenetrabile come il flusso di coscienza che pervade i suoi giorni; come il suo non detto giudizio  sul giovanilismo della suocera ciarliera, scomoda incombente presenza matriarcale e del “fidanzato” di lei, “un coglione” imbottito di prosopopea. Prevale il senso di oppressione, di asfissia di quest’uomo-ostaggio del tran-tran quotidiano, che nutre un  pensiero ossessivo espresso con la frase emblematica “Rieccomi qui con i miei giorni tutti uguali, il lavoro, il rientro a casa, il cane da portare fuori, le sere davanti al televisore (…)”.

Pennisi scava in profondità nella psiche del personaggio centrale, un io che racconta il senso di inadeguatezza e di frustrazione che lo invade, non solo a causa del fallimento sentimentale; un io insoddisfatto che incontra la varia e altrettanto insoddisfatta umanità, comprimari e  comparse, figure che a vario titolo entrano a far parte d’una storia che da individuale si sposta sul versante d’una coralità di voci e di sembianze e caratteri altri, tutti ben definiti grazie all’intreccio dialogico e descrittivo: persone  portatrici anch’esse del senso di disfatta esistenziale, di angoscia, tutte in cerca di una svolta, di un cambiamento sorretto dal desiderio di rivincita, di riscatto da una vita grigia, monotona cui ridare senso.

Realistica e puntuale analisi di chi sogna di potere realizzare un prossimo futuro senza lacci né obblighi né finzioni. Alla ricerca di una nuova vita sentimentale, l’avvocato si concederà una relazione amorosa clandestina con una ben più giovane incantevole collega, tentazione cui si lascerà andare senza sensi di colpa, e che gli darà momentaneo appagamento, cui seguirà altra cocente disillusione. Con lo stile che gli è proprio, netto, preciso, incisivo, Renato Pennisi dispone una narrazione dolorosa e malinconica, quasi un diario della crisi; e che però allo stesso tempo presenta situazioni sapide di ironia, divertenti, e comportamenti grotteschi che strappano un sorriso  amaro o triste, man mano che la sua penna accoglie del protagonista, quanto dei personaggi a latere, le speranze nutrite e la solitudine vissuta in mezzo ad altre solitudini, tutte in cerca di una forse impossibile felicità.

 

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Renato Pennisi è nato a Catania nel 1957, dove esercita la professione di avvocato. Vincitore del “Premio Eugenio Montale” nel 1986 per la poesia inedita con la raccolta Letture senza spartito, poi inserita nell’antologia 7 Poeti del Premio Montale (Scheiwiller, Milano 1987), ha successivamente pubblicato i libri di poesia La correzione del saggio (nota di Arnaldo Colasanti, Tringale, Catania 1990), Mai più e ancora (premessa di Silvana La Spina, Edizioni l’Obliquo, Brescia 2003) e La notte (presentazione di Giovanni Tesio, Interlinea, Novara 2011). E’ anche autore dei libri di poesia in dialetto siciliano Allancallaria (premessa di Corrado Peligra, Prova d’Autore, Catania 2001), La cumeta (premessa di Franco Loi, Edizioni l’Obliquo, Brescia 2009), Pruvulazzu (nota di Giovanni Tesio, Interlinea, Novara 2016) e L’impazienza (Interlinea, Novara, 2019); e dei romanzi Libro dell’amore profondo (Prova d’Autore, Catania 1999), La prigione di ghiaccio (ivi, 2002) e Romanzo (nota di Gualtiero De Santi, ivi, 2006). Per il teatro ha scritto Oratorio di resurrezione (Edizioni Novecento, Mascalucia, Catania 2015), ha curato per Interlinea l’antologia di Salvo Basso Scriviriscriviri.

Renato Pennisi presenta “Nel mio futuro non ti porto” presentazione Libreria Mondadori Bookstore, il 01.10.2022 alle ore 17.30, Piazza Roma, 18, Catania. Intervengono Orazio Caruso e Salvatore Scalia, modera Santo Privitera.

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