Sul Dondolo di Beckett

Inediti

È nella notte
che mi dico

a chi se no

di stare immobile
essere il centro
un po’ come lei
alla finestra
la mia
spesso chiusa
buia,
la mia
mente.
Il giorno
alla fine andò giù
morto
per le scale
come lei
l’altra sua anima vivente
a quel punto
le chiese:
portami via

fermale gli occhi.

Le parole in corsivo sono tratte dal monologo di Samuel Beckett “Dondolo”, titolo originale Rockaby composto nel 1980.

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Sonia Lambertini

Nasco a dicembre il giorno di Natale. E’ uno strano giorno per venire alla luce e complice la quadratura di Saturno mi muovo tra le ombre e senza santi. Non ho poesie scritte a sei anni ma occhi che vedono una parte del mondo, quello della lotta tra la carne scaduta ed il pensiero ancora vivo che cerca l’eternità. Le idee vanno veloci e fanno rumore, cercano di rubare la scena al teatro asciutto della vita reale. La mia citazione preferita? “Non sono niente. Non sarò mai niente. Non posso voler essere niente. A parte ciò, ho in me tutti i sogni del mondo”. (Fernando Pessoa)