Rinasce l’energia del teatro contemporaneo a Catania. Torna “ZoomTeatro- Dettagli di creazioni contemporanee”, la rassegna teatrale di Palazzo Scammacca del Murgo che rinnova l’anima del teatro contemporaneo a Catania. Dal 23 novembre 2025 al 24 maggio 2026, il programma, curato da Open Around con la direzione artistica di Paola Greco e con la coproduzione di Palazzo Scammacca, presenterà undici spettacoli che indagano il presente guidati dalla potenza della parola, del corpo e della memoria.
Giunta alla sua seconda edizione, ZoomTeatro consolida l’identità di un progetto che affonda le radici nell’esperienza storica del Teatro Club catanese, rilanciando un teatro essenziale, diretto, capace di connettere pubblico e artisti in un dialogo autentico. “Dalla prima edizione abbiamo ricevuto segnali di forte apprezzamento per il nostro teatro, puro e immediato – afferma Paola Greco –. Il pubblico ha risposto con entusiasmo riconoscendo anche il valore del luogo che lo ospita. Quest’anno le opere in cartellone condividono un filo tematico: una riflessione sull’essere umano e sulle sue contraddizioni, specchio profondo della nostra contemporaneità.
Proponiamo un teatro che guardi in faccia la realtà e la restituisca con linguaggi essenziali e profondamente contemporanei. Valorizziamo le drammaturgie originali in formati intimi e sostenibili”.
Due le prime assolute: La stanza di Elena, firmata e interpretata da Oriana Martucci, con un monologo ispirato al poeta Ghiannis Ritsos, un viaggio intimo nella memoria, nella femminilità e nel disincanto, e Il paesaggio siamo noi, prima nazionale con la regia di Paola Greco, interpretato da Massimo Siragusa e Giuseppe Innocente. Lo spettacolo nasce da una riflessione sul rapporto tra racconto e fotografia sulla scia della lezione di un bellissimo testo di Julio Cortàzar, lo scrittore che nel definire cosa sia un racconto, ci spiega esattamente cos’è una fotografia: un condensato di emozioni.
Per Maria Clotilde Notarbartolo, project manager di Palazzo Scammacca del Murgo, la residenza teatrale “nasce da una vocazione naturale. Ogni stanza di questo palazzo ha una memoria e un destino: quello di essere luogo di cultura, di creazione e di sguardo sul presente. Il teatro, oggi più che mai, deve essere un luogo vivo, un crocevia di visioni e domande. Abbiamo scelto di sostenere artisti che interrogano il presente senza paura, perché crediamo in un’arte capace di generare comunità e futuro”.
Il cartellone 2025/26 si apre il 23 novembre con la forza civile de La passione di Stracci, di Gigi Borruso, liberamente ispirato a “La ricotta” di Pasolini: un racconto di pietà e indifferenza ambientato nei quartieri popolari di Palermo.
Il programma attraversa le ombre urbane di Com’è profondo il male (14 dicembre), di e con Davide Cirri, regia Davide Cirri e Sergio Beercock e arriva alle nevrosi familiari di Neve (11 gennaio), testo e regia di Orazio Condorelli, con Margherita Bonomo, Salvatore Giannì, Peppe Macauda, Margherita Moncada, Antonio Ruello.
La storia collettiva ritorna (8 febbraio) in Bartali, di e con Peppe Macauda e Alessandro Nobile, mentre Gotico Mediterraneo (22 febbraio), apre a un teatro ibrido tra corpo, voce ed elettronica di e con Sergio Beercock. La lingua si deforma e si reinventa in ’A Cirimonia, (8 marzo), scritto e diretto da Rosario Palazzolo, con Anton Giulio Pandolfo e Rosario Palazzolo. Al centro, Charta Intimus (29 marzo) di e con Bernardo Casertano aggiunge uno snodo decisivo: ultimo tassello di una trilogia sulla condizione umana, trasforma la figura di Pinocchio in padre e interroga con lucidità la paternità come prova esistenziale, tra giocosità farsesca e vulnerabilità radicale.
La dimensione introspettiva trova nuove forme nella prima regionale de Un onesto e parziale discorso sopra i massimi sistemi (12 aprile), di Pietro Angelini, un autoritratto teatrale che alterna ironia e disperazione, interrogandosi sull’arte e sul senso del presente. mentre il mito viene interrogato in La stanza di Elena (26 aprile) di e con Oriana Martucci, prima nazionale. A chiudere il cerchio, Vuci ri quartieri (10 maggio), testo e regia di Domenico Ciaramitaro, con Domenico Ciaramitaro e Alessio Barone, alle prese con una Palermo popolare e dolente, e Il paesaggio siamo noi (24 maggio), testo di Massimo Siragusa e regia di Paola Greco, con Massimo Siragusa e Giuseppe Innocente, assistente alla regia e drammaturgia Gaia Courrier, un omaggio alla fotografia come racconto teatrale del non detto.







