#1Libroin5W
Chi?
Una piccola famiglia di donne Gioia, Samyra e la mamma. Donne che guardano le vele bianche all’orizzonte sognando ognuna cose diverse, chi di solcare il mare e partire per grandi avventure in posti lontani, chi di rimanere per sempre accanto alle persone che ama sul terrazzo di casa. Tre piccole grandi donne che affrontano unite la tempesta che una malattia porta nelle loro vite. Gli uomini e le donne della Lega Navale Italiana che con generosità accolgono sulle barche dalle vele bianche la famiglia di Gioia e insegnano a fare i “nodi” ai bambini ed ai grandi nel grande “giardino magico” dell’Oncologia.
Cosa?
“La vela magica” è un libro che parla di futuro. L’orizzonte diventa sempre più lontano per una mamma che si trova ad avere una diagnosi oncologica che porta via la capacità di progettare il proprio futuro e quello della famiglia. Ma decide di affrontare le terapie parlando alle sue figlie in maniera sincera, portandole a conoscere il “luogo sicuro” in cui viene curata e condividendo una magnifica esperienza in mare. La Lega Navale Italiana, l’Ammiraglio diventano compagni con cui condividere un “tratto di mare” alla riconquista della libertà uniti come un vero equipaggio,
Quando?
La vela magica nasce dopo aver sentito i racconti di Gioia e della mamma al ritorno da un giro su una barca dalla vela magica della Lega Navale Italiana con ancora negli occhi e nel cuore l’emozione di sentirsi liberi di farsi carezzare dal vento. Gioia guarda la mamma liberarsi per la prima volta del turbante con cui si copre il capo mente in piedi, mente prende la mano degli uomini di mare che la sostengono e le sono veramente vicini. La felicità, la speranza e la fiducia negli occhi di Gioia non potevano non essere raccontati.
Dove?
Il libro nasce fra i disegni di Seby Genovese, giovane illustratore di vent’anni, alla sua terza esperienza editoriale. I delicati e allo stesso tempo intensi colori del mare sono protagonisti della storia e si fondono con l’azzurro del cielo. Le nuvole bianche dell’orizzonte e le vele altrettanto bianche danzano insieme a Gioia, Samyra, la mamma, le dottoresse e l’Ammiraglio. La storia della vela magica può essere ambientata ovunque ci sia la necessità di ripartire dopo un‘esperienza traumatizzante.
Perché?
Gioia, Samyra e la mamma raccontano la loro storia di vita e speranza per dare forza ad altre piccole o grandi famiglie che attraversano una malattia oncologica. Il libro nasce per rafforzare l’idea che supportare la famiglia e non solo il paziente risulta essere una strategia vincente per migliorare la qualità della vita. “La vela magica” segue altri due libri “Il giardino magico” ed “Il pallone magico” scritti per dare ai genitori uno strumento con cui comunicare ai propri bambini, situazioni spesso difficili grazie ad immagini ed un linguaggio semplice. La libertà che solo la verità può dare è quella sperimentata in mare dove “ nessuno viene lasciato indietro” e solo insieme, tendo la mano ben salda alla barra del timone si può portare una barca, durante un mare in tempesta, ad un porto sicuro.
Scelti per voi
Mi chiamo Gioia, sì proprio così, Gioia.
Ho una sorella più grande, che si chiama Samyra. La mamma ha scelto i nostri nomi fra i più belli di sempre e sono stati il suo primo regalo.
Samyra ha i capelli lunghi come la mamma e ha la testa sempre fra i libri, studia tantissimo ed è molto brava a scuola.
Viviamo in una grande isola e dal terrazzo di casa nostra si vede un bellissimo mare azzurro senza confini. La mamma si ferma spesso a guardare il mare, rimane incantata, sporgendosi dalla ringhiera del terrazzo. Chissà che sogna, di sicuro deve essere qualcosa di bello perché sorride sempre. Samyra mi rimprovera non vuole che disturbi la mamma “quando si ferma due minuti in pace”.
Anche Samyra guarda il mare ed una delle poche volte che si è confidata con me mi ha detto che un giorno lo attraverserà e raggiungerà posti lontani per fare cose importanti.
Io non voglio partire, vorrei stare qui per sempre sul terrazzo con mamma e Samyra di fronte al mare azzurro bello anche quando è mosso.
Un giorno la mamma ha chiesto a me e a mia sorella di raggiungerla sul divano, doveva dirci una cosa importante. Stringeva in mano un libro dalla copertina colorata su cui era disegnato un giardino. ” Cara ragazze, la mamma ha un problema, una malattia, qui” ha detto toccandosi il petto, “Devo fare una cura importante e dovrò tagliare i capelli e fra un paio di mesi anche un’operazione per togliere la malattia. Dovrò andare spesso in ospedale per un po’ di tempo. Ma non preoccupatevi non cambierà niente. La dottoressa ha detto che andrà tutto bene”. Samyra a cui tremava la voce ha detto “Non preoccuparti mamma ti aiuterò io”. “E anch’io darò una mano, l’importante è che tu guarisca” ho aggiunto io
Nel giardino magico ci sarebbe stata una sorpresa avremmo conosciuto una persona molto importante che veniva a giocare con noi! Ed infatti la dottoressa, quella che forse era proprio il capo, aveva invitato un Ammiraglio. Sì un Ammiraglio, di quelli che stanno in mare comandando navi grandissime. Ci disse che insieme ad altri uomini di mare, ci avrebbero insegnato a diventare un equipaggio vero, perché presto saremmo andati tutti in mare su delle bellissime barche a vela.
Le barche dalle vele bianche che la mamma mi indicava dal nostro terrazzo e che lei seguiva con lo sguardo finché non poteva più vederle perse all’orizzonte.
Per prima cosa l’Ammiraglio ha voluto insegnarci a fare i nodi. “Se fate un nodo stretto riuscirete a legare insieme le cose più importanti “, ci ha detto l’Ammiraglio, ” Adesso proviamo! “. Gli uomini di mare ci hanno distribuito il materiale.
“Anch’io voglio una corda per imparare ” ha detto la dottoressa ma l’Ammiraglio la ammonita ” Cime, si chiamano cime, sulle navi non ci sono corde “.
Ognuno di noi con l’aiuto dei marinai è riuscita a fare dei nodi stretti. Con una lunga cima io avrei voluto legare insieme Alma, Samyra, la mamma, le dottoresse e perché no anche l’Ammiraglio!
La mamma non aveva partecipato al gioco ma mi guardava sorridente.
” Sulle barche è molto importante che ognuno faccia la sua parte lavorando però tutti insieme per un unico obiettivo. Solo così le barche possano superare anche le tempeste più brutte” ha detto l’Ammiraglio e avvicinandosi a Matilde le ha chiesto “Tu riusciresti a trascinare legandolo con la tua cima questo marinaio? ” ed ha toccato ha toccando la spalla di un marinaio grande e grosso. Matilde ha risposto ” No, non è possibile! ” e l’Ammiraglio “Ti dimostrerò che è possibile proprio come hanno fatto i Lillipuziani con Gulliver”.
L’ammiraglio ci ha aiutato a legare il marinaio con tutte le nostre cime e alla fine, il malcapitato si è dovuto pur estendere a terra per evitare di cadere. “E adesso tutti insieme, ognuno tiri la sua cima al mio tre. Tre! ” ha urlato l’Ammiraglio. Ognuno di noi ha attirato la cima e… il marinaio grande e grosso dieci volte Matilde è stato trascinato da un capo all’altro del giardino. “Quando tutto l’equipaggio lavora insieme non esistono gli ostacoli, tutto si può realizzare anche combattere con un mostro che sempre invincibile. Basta che ognuno faccia la sua parte!” ha detto l’Ammiraglio orgoglioso della sua ciurma.
La mattina della gita in mare ero molto emozionata, stringevo la mano della mamma che quel giorno aveva un bellissimo foulard azzurro intrecciato come un turbante a proteggerle la testa. Appena arrivata sulla banchina abbiamo visto le bellissime barche con la vela che ci stavano aspettando insieme l’Ammiraglio ed ai marinai. Alcune di noi avevano paura di cadere in acqua ma gli uomini di mare ci hanno preso per mano portandoci sul ponte. La mamma era titubante, ma non credo per paura, non capivo. Un marinaio gentile è andato da lei. ” Posso aiutarla? Mi dia la mano e l’aiuto io a salire in barca. Non si preoccupi andrà tutto bene! ” le disse prendendole la mano. ” Le stesse parole della mia dottoressa “ha detto la mamma con un sorriso dando la mano al marinaio. La mamma si è seduta accanto a me tenendo gli occhi chiusi. Un altro marinaio le si è avvicinato “Siamo qui!”
Piano piano abbiamo lasciato la banchina ed il porto ed appena in mare aperto i marinai hanno spiegato le vele.
Il vento che ci accarezzava era bellissimo e la mamma ha finalmente aperto gli occhi e si è alzata in piedi.
Ha aperto gli occhi ed ha guardato nuovamente il mare. Anch’io mi sono alzata dicendo “Che bello mamma, mi sento così … “ma non trovavo la parola giusta. Un marinaio accanto a me mi ha suggerito:” Libera?”. “Si libera!” ha risposto la mamma.
Un soffio di vento ha sciolto il turbante della mamma facendolo volare via, raccolto subito da un marinaio. “Mamma non lo rimette, oggi siamo libere! Libere di divertirci di guardare il mare!! le ho detto io. “Sì non mi serve e forse non lo metterò più come dici tu, siamo libere e partiamo per un altro viaggio!”
Sono scesa dalla barca per mano con l’Ammiraglio.
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Giusy Scandurra, Direttore dell’Oncologia Medica dell’Ospedale Cannizzaro di Catania, Ricercatrice presso l’Università “Kore” di Enna, esperta nel trattamento di tumori ginecologici e mammari, autrice di numerose pubblicazioni scientifiche e promotrice di progetti di umanizzazione in Oncologia. Autrice di numerosi articoli scientifici su prestigiose riviste internazionali dirige insieme a Pina Travagliante la collana di Health Humanites” Aspasia”, ha curato diversi volumi e ha pubblicato “Il giardino magico” ed “Il pallone magico”.
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Agatino Catania, Contrammiraglio in ausiliaria, dopo 40 di impegno, nel servizio di Marina Militare scopre il mondo della Lega Navale Italiana, Ente Pubblico a scopo associativo e non economico, e costituisce la sezione LNI di Aci Trezza. In questo caratteristico borgo marinaro in provincia di Catania, con alcuni soci, avvia molteplici attività culturali, diportistiche ma soprattutto socio-solidali per l’accesso al mare senza barriere di ordine fisico, sociale o economico. Dal 2022 è anche Delegato nazionale della LNI per la Sicilia-orientale ed è fermamente convinto che il mare sia una scuola di vita che unisce nello spirito di equipaggio, dove nessuno rimane indietro.