#1Libroin5W
con una breve nota introduttiva di Aimara Garlaschelli
Nell’era di velocità impetuose
di corse rovinose – nella precaria età
del ferro – viva chi resta
a piedi – coi piedi – per terra!
Marina Cvetaeva
Non esiste luogo più legato al poetico del bosco. Si potrebbero creare un tracciato di citazioni e rimandi tale da soffocare ogni arbusto, erba, fusto, trasformando ogni creatura in frase, nell’allegoria di un sentimento o, nella migliore delle ipotesi, in un simbolo. Valga, invece, questa citazione (J. A. Baker, The Peregrine, 1967) come estrema sintesi della sensibilità di Pietro Berra: «Ho sempre desiderato appartenere alla vita esteriore, essere fuori, là, in disparte, lasciare disciogliere nel vuoto ogni impurità umana; nel silenzio, come la volpe, perdere il proprio odore nell’oblio di acque fredde, ritornare straniero nel mondo abitato. Vagabondare tira lo sciacquone a una gloria che evapora quando arriva». Un percorso personale, dunque, quello che viene tracciato dall’autore in L’indifferenza del cinghiale, (IQdB edizioni), che unisce l’io poetico all’elemento naturale e al bosco, che li contiene entrambi. Tutto ciò che viene descritto avviene e, tuttavia, anche le emozioni e il comportamento dell’osservatore sono fatti e, come tali, sono registrati fedelmente nei versi.
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Chi?
Il cinghiale, presente nell’esperienza e nell’immaginario umano fin dalle origini, come testimonia un’incisione rupestre delle grotte di Altamira rielaborata per la copertina, è tornato a farsi presenza viva ai margini e, a volte, persino nel centro delle città in lockdown. È, a suo modo, un simbolo della nostra coscienza rimossa, come scrivo nella poesia che dà il titolo al libro: «Saperlo libero sulla soglia di casa / mi inebria come Jesse Owens che sfila / davanti a Hitler sul podio di Berlino. / Noi lo abbiamo voluto qui per divertirci / a cavargli la pelle e le interiora / e ora lui non si diverte a fare buchi nel giardino. / Lui, anzi lei, si preoccupa solo dei suoi cuccioli. / Ci tratta con indifferenza, la natura, / la divina indifferenza del cinghiale».
Cosa?
Due citazioni poste all’inizio del libro penso possano aiutare il lettore, come hanno aiutato me, a concentrarsi sull’oggetto della ricerca al centro tanto delle poesie quanto delle foto che lo compongono: «I giovani dovrebbero fare gli esploratori / La casa è il posto da dove si comincia» (Lawrence Ferlinghetti, “Autobiografia”, dalla raccolta “Oral messages”, 1958) e «Lasciamo la “vita”, per poter vivere» (Mary Shelley, “L’ultimo uomo”, 1826). Si tratta di una ricerca delle proprie radici, prendendo esempio dagli alberi e dalle pietre, che non si “sbattono in giro”, più o meno vanamente, come noi. Anche in questo caso una poesia può essere utile a chiarire il concetto: “Tempi rocciosi richiedono radici / profonde come quelle dell’ulivo / possenti come l’albero del rosario. […] / Bisogna avere il coraggio di guardare / sottoterra, riconoscere quelli / che ci hanno preceduti. / Accettare di seguirli”.
Quando?
Come dice il sottotitolo del libro, “Poesie e visioni dalla quarantena” (cui è seguito “Su questa pietra. Nuove poesie e visioni dalla quarantena” a distanza di un anno), ho cercato di cogliere il “tempo sospeso” della pandemia come un’occasione, che ha ridotto le mille distrazioni da cui siamo consumati nella nostra routine quotidiana. “Manca la terra sotto i piedi / inesplorata opportunità / ché solo quando manca la terra / sotto i piedi spicchi il volo”.
Dove?
Nei miei duecento metri, il microcosmo che avevamo a disposizione durante il lockdown. Per me che da dieci anni ho scelto di vivere nel bosco sulla “via delle scalette” che dal 1817 collega la città di Como con il monte soprastante (Brunate), sono stati uno spazio particolarmente formativo. A un certo punto vi si sono riversate centinaia di persone che non mettevano piede su una mulattiera da decenni, solo perché almeno lì non le sanzionava nessuno, e per me hanno rappresentato uno stimolo per andare a cercare gli angoli del bosco più abbandonati, dove i sentieri sono scomparsi e a poche centinaia di metri in linea d’aria dal Duomo trovi un intrico di memorie umane – baite crollate, terrazzamenti che scivolano a valle – strette dagli alberi e dalla terra in un abbraccio inquietante, nel quale, tuttavia, si aprono inaspettati sprazzi di verità.
Perché?
Perché avevo bisogno anche io di trovare un equilibrio diverso dentro me stesso e dentro la natura di cui siamo parte. Forse qualcosa di buono è successo, se questa è la poesia che chiude la raccolta (e il lockdown):
“Chissà se significherà qualcosa per la storia, / un giorno, il 4 maggio. / Qualcosa come l’8 settembre, / con i nipoti che ci chiederanno / “e tu, che scelta hai fatto? Tu / dove sei andato?” // Non avremo risposte epiche da dare / ché l’epica è l’infanzia dell’umanità / e l’infanzia va amata e non rimpianta. / E però mi piacerebbe che “andare in montagna” / tornasse a risuonare sacro e non sacrilego / come per i paninari della mia di infanzia. // C’è bisogno di partigiani / partigiani della terra. // Io di questo 4 maggio non potrò dire molto. / Non sono stato tra i tanti / che nella città di Como sono andati / a vedere se ci fosse ancora il lago, / grande magnete di questa / altrimenti umile landa. // Io sono rimasto a casa, ancora, / e ho sbirciato l’infinito tra le fronde dei noci / e sono andato loro incontro. / Gli ho guardato le foglie che pensavo di tagliare / perché sfiorano i capelli ai camminanti. / E ho visto le mie mani”.
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Pietro Berra (Como, 1975) è giornalista al quotidiano “La Provincia” di Como, Lecco e Sondrio, dove è responsabile del supplemento culturale “L’Ordine”. Ha pubblicato una trentina di libri, tra i più recenti le raccolte di poesie e fotografie “L’indifferenza del cinghiale” e “Su questa pietra” (I Quaderni del Bardo, Lecce, 2020 e 2021) e il romanzo storico “Il contrabbandiere di libri” (Tipografia Helvetica, Capolago – CH – 2022). Presiede l’associazione Sentiero dei Sogni (www.sentierodeisogni.it), con la quale promuove progetti di narrazione, valorizzazione e rigenerazione dei paesaggi culturali. Ha ideato e coordina il Lake Como Walking Festival e il Parco “Da Plinio a Volta. Viaggio nelle scienze umane”. Il suo sito è www.pietroberra.com