#1Libroin5WPoesia.: Teodora Mastrototaro, “Zoologia abitativa”, Arcipelago itaca.

#1Libroin5WPoesia

 

Leggendo siamo dentro la «misura dell’ascolto», sentiamo destini che ronzano, che si somigliano, «nelle cose – nascosti,/ negli spazi comuni», siamo dentro l’attesa, dentro i «rebus» della pioggia, dentro l’intimità di una «trama» poco conosciuta, dentro lo scavo di un sorriso, dentro «la parola balbuziente», dentro una «crepa», dentro un «battito di ciglia». Leggendo siamo minatori, cercatori di senso, dentro la possibilità di un cambiamento profondo dei rapporti tra individui umani e individui non umani, «in direzione di un desiderio». Parliamo di “Zoologia abitativa”, nuovo libro di Teodora Mastrototaro, pubblicato da “Arcipelago Itaca”, nella collana “Mari interni”, diretta da Danilo Mandolini. (grazia calanna)

 

Chi?

Protagoniste e protagonisti sono gli animali umani e gli animali non umani che si possono trovare nelle abitazioni. Vite, quindi, nascoste in ogni stanza di ogni casa. Umani e non umani realizzano il proprio percorso di vita, intessendo relazioni. Perché umani e non umani possono essere, l’un per l’altro, per l’altra, luogo di ospitalità e cura, nascita e morte. Così nel libro è possibile trovare diverse condizioni affettive, diverse temperature che segnano questi rapporti.

Cosa?

Il tema è quello della coabitazione tra animali umani e animali non umani. Il libro si può definire un libro antispecista perché il linguaggio è un linguaggio antispecista e perché in questa coabitazione tra persone e animali l’essere umano non si erge a padrone del regno animale. C’è un amalgamarsi tra il soggetto umano e il soggetto non umano. Ogni animale è un totem, una guida, una vita da osservare osservando la propria esistenza.

Quando?

Ho iniziato a scrivere Zoologia abitativa subito dopo la pubblicazione di Legati i maiali, quindi a fine 2020. Ho voluto accompagnate le lettrici e i lettori in uno scenario diverso da quello di Legati i maiali. In Legati i maiali rimanevamo ad ascoltare e ad osservare, sulla soglia di un allevamento e di un mattatoio, la cruda realtà alla quale sono sottoposti gli animali definiti da allevamento, per la produzione di latte, carne, uova, pelliccia. Zoologia abitativa è nato dall’esigenza di spostare lo sguardo, questa volta inclusivo, tra animali umani e animali non umani, in una “coabitazione rappacificata”, come ha scritto Massimo Filippi su Il Manifesto.

Dove?

Il libro è stato scritto a Roma, in due luoghi, posso dire. Faccio una premessa. Il libro è diviso in due sezioni. Nella prima, dopo un annuncio di vendita di una casa, il lettore viene catapultato sullo zerbino di entrata, e da qui vive tutta una serie di stanze dove coabitano esistenze umane ed esistenze non umane fino all’uscita che avviene attraverso una porta d’emergenza, un passaggio che conduce alla seconda sezione del libro, dove vengono raccontate storie reali degli esseri umani. La prima sezione, più intima, è maturata nella mia stanza, sul finire del 2020, quando la pandemia ha trasformato le nostre case in esistenza. Nella seconda sezione, lo sguardo è rivolto verso il fuori, ed è cresciuta tra le strade di Roma, precisamente Tor pignattara, Malatesta, Pigneto e Largo Ascianghi. In questa seconda parte le storie sono prese dalle vie incontrate, che man mano nel 2021 abbiamo cominciato a rifrequentare.

Perché?

Perché è stata un’esigenza scriverlo. Il titolo descrive una sintesi del contenuto del libro. Perché leggerlo e perché fare oggi poesia sono due elementi tangenti. La poesia senza lettrici e lettori è un corpo inerme, fare poesia oggi è per farla vivere nel respiro di chi la legge. Come ieri. Come domani.

Scelti per voi

 

 

Deponi nella polvere dove ti perdo.
È così bella la terra morta con coraggio,
e ti fondi nel finale.
Sono in abbandono alla tua grazia
che fa della spiaggia un lamento.
La solitudine è acqua che nel fuoco scompare
ma non abbandoni la carne né la casa che ha
un cortile, e un angolo aperto di luce: gli occhi.
Ti fai tardi nel tempo da dove ritorni infine.
Ti invecchi quasi per morire e
vieni fuori perché
dirmi di rimanere
mi riposa.

(tartaruga)

Almeno rimani a tavola,
la fame del volare puzza di cimitero
dove una mela ammaccata
fa da ornamento.
Non il solito fiore ottuso
che crede nel nome scolpito nel marmo.
Almeno rimani aggrappata ad un dente
perché quando piove scavo un sorriso
come quando mi hai detto
C’è un’anestesia per l’inverno:
la neve.

(moscerino della frutta)

A largo Ascianghi
un’impresa funebre,
un fruttivendolo,
un negozio di cellulari.
Lo disegni a tuo padre
sulla mappa accartocciata
come la corteccia celebrale
danneggiata.
(Caccia all’indovinello,
caccia al tesoro, caccia
al palloncino. Caccia
casalinga, caccia con il nonno.
Caccia alla pancia padre botte
piena figlia ubriaca).
“Ti prometto che sarai
l’ultima fermata”.

Padre senza fretta
senza senso
senza perdita.
Padre Alzheimer
demente – assente.
Padre museo.
Padre pesce rosso
giri in tondo dentro al vetro.

(pesce rosso)

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