La gialla e i suoi colori. Parla Michelangelo Camelliti, editore LietoColle.

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Da alcuni anni ormai la collana Gialla, frutto della collaborazione tra l’editore LietoColle e pordenonelegge, si candida ad essere un riferimento per la poesia italiana contemporanea. Come nasce l’idea?

L’idea nasce alcuni anni fa da un incontro con Gian Mario Villalta, che – come noi di LietoColle – aveva a cuore la valorizzazione di giovani talenti. Il lavoro di scouting iniziato in pordenonelegge, accanto alla nostra predilezione “storica” per la poesia giovane, ha trovato nella “Gialla” una sintesi naturale. Non per caso, la collana nasce con quattro titoli all’anno dedicati a poeti di giovane età.

Vi è poi stata un’espansione.

Se nel 2014 pordenonelegge e LietoColle vollero creare insieme un’occasione di accoglienza e valore per giovani poeti, nel 2016, dopo due anni di Gialla dedicata esclusivamente alla poesia giovane, ha esordito – accanto alla collana “junior”, che mantiene la propria valenza di talent scout – la collana Gialla Oro, dedicata a voci affermate del panorama poetico nazionale e internazionale. Riproducendo quanto già scelto per la Gialla, la Gialla Oro si muove ogni anno sulla selezione di quattro opere, due di autrici donne, due di autori uomini, con un testo di profilo internazionale per autore e per traduzione.

A cosa si deve – a suo giudizio – l’affermazione della Gialla?

Credo che la Gialla si sia via via accreditata in virtù delle scelte redazionali e nella cura della parola. Va aggiunta la reputazione che i due protagonisti hanno acquisito nel tempo, LietoColle per essere un editore di poesia che da oltre 35 anni pubblica libri con forte attenzione alla qualità testuale, pordenonelegge per essere il più importante luogo oggi in Italia dove l’incontro fra autori e pubblico avviene in condizioni di vicinanza e intimità.

 Altri editori hanno seguito il solco della Gialla. Cosa ne pensa?

Penso che sia un bene. Vuol dire che abbiamo lavorato con attenzione e passione. Ma la Gialla resterà sempre la prima: è entrata nel cuore di tanti collezionisti e lettori attenti di Poesia.

Qualche titolo e qualche autore che – negli anni – le è rimasto più presente?

Al di là degli inevitabili gusti personali, l’esperienza della Gialla ci ha consentito – e questo è probabilmente il suo merito principale – di venire in contatto e confronto con alcune voci che diversamente non sarebbero state amplificate con la stessa efficacia, consentendo agli appassionati di poesia di conoscere esperienze di scrittura che difficilmente avrebbero avuto la stessa capacità di narrazione, la stessa occasione di essere conosciute. Oltre, naturalmente, all’esperienza personale di conoscenza, che ci ha fatto avvicinare a persone di qualità.

Prossime tappe e obiettivi?

Nulla più che rimanere nella traccia di “poesia onesta” indicata dal Saba, nella scoperta di nuovi talenti e nell’ulteriore affermazione di voci note del panorama poetico del nostro Paese.

I nuovi libri della collana Gialla LietoColle-pordenonelegge saranno presentati durante il Festival pordenonelegge 2018 il 22 settembre: Gian Maria Annovi con Persona presente con passato imperfetto”, Bernardo de Luca con “Misura”, Laura Di Corcia con “In tutte le direzioni” , Eleonora Rimolo con “La terra originale”. Riportiamo di seguito, in anteprima, quattro poesie.

 

che non respirano le cose
che non fanno come quando distesi
le lenzuola
e i silenzi larghissimi del cielo
che trascrivo / che trapassano
di pioggiature di tue dita troppo
sottile la notte

(poi mi monchi le unghie)

(le nocchie)

Gian Maria Annovi, da “Persona presente con passato imperfetto”

 

*

 

Scoppiano i dispositivi, le mani
si ritirano se bruciano i polpastrelli.

I bambini corrono intorno, si muovono
come sciami tra portici, garage, cantine.

Perimetri la circonferenza della piazza
stare con gli altri, ora, è un dolore grande.

Ogni raggio che da te porta agli altri
è uno sguardo che terrifica l’ambiente

se con l’ossidazione delle dita
ognuno diventa punto discreto.

Bernardo de Luca, da “Misura”

 

*

 

Violavano la notte, custodivano
nelle mani chiare
perle come bombe.

Quegli occhi trasparenti avrebbero mai potuto
celebrare il mistero della morte?
pensavano le donne, di fronte lo specchio.

Li uccisero senza fremere
le loro dita erano bianchissime.

In fila indiana non si voltarono
avevano fatto il loro lavoro
il mondo era un mantello sbiadito.

Laura Di Corcia, da “In tutte le direzioni”

 

*

 

Possiamo ancora scegliere come invecchiare,
non c’è motivo di pensare ad altro: dove essere
quando il cielo si farà nero, con quale spugna
sfregarci le cosce, i reni, con quale punteruolo
profanare la ferita. Allora saprò dirti quanto
bene ho avuto per te, anima incedibile, per cui
ho lasciato sul tavolo le carte schiantando
la sedia, rinunciando all’inganno del gioco.

Eleonora Rimolo, da “La terra originale”.

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