Elena Tommasi Ferroni vince l’XI Premio Internazionale di Pittura “Giuseppe Sciuti”

«Ha basato la sua attività artistica sull’immaginario, su una visione surreale che è diventata nel tempo la qualità identificativa della sua creatività pittorica. Ognuna delle sue strutture compositive è attraversata da una armoniosa geometria di segni, la sua pittura è infatti come una trama fiabesca che si intreccia a un ordito rigoroso. Il colore brillante e le aperture luminose conferiscono al suo lavoro un forte senso di attualità e di aderenza alla storia. Spesso infatti le sue opere traggono spunto dagli ornamenti e dalla figurazione delle grottesche rinascimentali, oltre che dalla pittura fiamminga. Ampiamente apprezzata a livello internazionale per la qualità della tecnica e dei contenuti, nonché per l’originalità dello stile, la Città di Zafferana Etnea le conferisce il “Premio delle Arti Visive 2025”, dedicato a Giuseppe Sciuti, per la sezione “Artisti di chiara fama”». Con questa motivazione Elena Tommasi Ferroni (Pietrasanta, 1962 – nella foto di Benedetto De Cesaris) riceverà la “Menzione d’Onore” nel corso della cerimonia di premiazione dell’XI Premio Internazionale di Pittura “Giuseppe Sciuti”, diretto artisticamente dal prof. Paolo Giansiracusa, che si terrà sabato 8 novembre, ore 18, al Palazzo Municipale di Zafferana Etnea. Per l’occasione l’abbiamo intervistata.

Elena Tommasi Ferroni. Amore e Psiche d’apres Canova, 2022, olio su tela, 80 x 100 cm.

Com’è nata la sua passione per l’arte? Quando si è messo in ‘azione’? Esiste un aneddoto che vuole raccontarci?

La mia passione per l’arte è nata allo studio di mio padre, quando ero molto giovane. Frequentavo la scuola di restauro e dovevo eseguire un lavoro di pittura. Mio padre mi mise i pennelli in mano e non li ho più lasciati.

Dagli esordi ad oggi, verso quali ‘mete’ si dirige o vorrebbe si dirigesse?

Rispetto agli esordi le mie tematiche si sono evolute, spero continuino a farlo, sempre sui miei piani onirici e visionari.

Potendola definire, ci dice qual è la sua poetica pittorica?  

La mia poetica pittorica è sicuramente la dimensione visionaria. La raffigurazione dell’impossibile.

Elena Tommasi Ferroni. Batracopardo o Leorospo, 2019, Le Fate sorelle, olio su tela, 50 x 70 cm.

Qual è il “colore” che sposa (o vorrebbe sposasse) la sua interiorità?

Il rosso! Assolutamente! Perché è il colore che prediligo, in assoluto il più bello. Non mi riferisco al colore della passione o al fuoco… no, non per questo, amo il rosso in tutte le sue varianti. Cerco di inserirlo sempre nelle mie immagini.

Cosa vorrebbe suscitare in coloro che osservano le sue opere?

Vorrei suscitare curiosità in coloro che guardano il mio lavoro. E anche gioia, divertimento.

Oggigiorno quali sono (o dovrebbero essere): funzione dell’arte e responsabilità dell’artista?

Oggigiorno mi sembra che l’arte abbia preso una direzione non universalmente condivisibile. Non è più del tutto chiaro il concetto di arte, e non sono sicura di identificarmi sempre nella figura dell’artista contemporaneo. Per me l’artista dovrebbe perseguire la ricerca del bello, del mistero, la suggestione della creazione umana.

Esiste un’opera (di altri artisti) nel quale ama ‘rifugiarsi’? Ci racconta per quali ragioni, con “quali” emozioni?

Esistono una molteplicità di opere che ho amato e ammirato, come potrei citarne solo una? Da Raffaello a Caravaggio, passando per tutti i geni indiscussi della storia della pittura… Impossibile scegliere ma alcuni mi dicono che i miei soggetti fanno pensare a Bosch, che ammiro, ma che non è il mio autore preferito… e comunque si, il paragone mi lusinga molto.

Qual è stato ad oggi il più grande insegnamento ricevuto in dono dall’arte?

L’arte è il mio lavoro e posso dire che è stata fino ad oggi un’esperienza meravigliosa. La dimensione dell’entusiasmo, l’invenzione, la gioia del dipingere è stato tutto bellissimo, impagabile. L’insegnamento forse è stato questo: seguire il proprio talento è fondamentale.

Dovendo scegliere tra le sue opere quella dalla quale si sente meglio rappresentata (quella che “disegna” al meglio la sua ‘poetica’) quale sceglierebbe (e per quali ragioni)?

Sono tante le opere che mi rappresentano, direi tutte! Ne dovrei dire una a caso… forse “Barock’n roll” perché possiede movimento, raffigura una folla che balla freneticamente davanti al Duomo di Siracusa.

Per concludere, come commenta la vittoria del prestigioso “XI Premio Sciuti”?

La vittoria del prestigioso “XI Premio Sciuti” mi lusinga moltissimo, spero proprio di esserne all’altezza. Ho avuto modo di vedere che Sciuti era un grande artista, finissimo. Sono inoltre molto contenta di tornare in Sicilia e vedere Zafferana Etnea.

“Dama della tigre”, olio su tela, cm 50×70 (donato al Comune di Zafferana Etnea)

La giuria, presieduta dal Sindaco Salvatore Russo, formata da Corrado Iozia, Carmine Susinni, Rocco Froiio, Roberta Carchiolo, Salvatore Pennacchio, presente il Comitato Organizzatore, presieduto da Graziella Torrisi, con Anna Fichera, Alfio Tropea, Roberta Ferlito, Cetty Previtera e Daniele Pennisi (Presidente della Pro Loco di Zafferana Etnea), assegnerà i riconoscimenti. Nel corso della serata, inoltre, saranno premiati: Elio Ruffo (“Premio Carriera”), questa la motivazione: “Elio Ruffo dipinge con passione e sentimento la solarità del Mediterraneo, lo fa da siciliano fortemente legato alla sua terra. Particolarmente attratto dalla figurazione, ha eseguito numerosi ritratti e dipinti di carattere sociale nei quali emerge in maniera dirompente il rispetto della tradizione. Il suo colore, vivo e luminoso, caratterizza una lunga e costante estate creativa. Negli anni della maturità si è avvicinato alla poetica dell’iperrealismo mantenendo sempre il calore e la passionalità della cultura mediterranea. Affermato a livello nazionale, con il suo stile ha sensibilizzato e coinvolto diverse generazioni di artisti. Per la solida testimonianza di artista siciliano, per la qualità della tecnica pittorica e dei valori poetici, la Città di Zafferana Etnea gli conferisce il Premio alla Carriera delle Arti Visive 2025, dedicato a Giuseppe Sciuti”; Taisiia Nikitenko (“Premio Creatività giovanile”) questa la motivazione: “Taisiia Nikitenko dipinge l’eterna primavera della vita. Lo fa con un forte sentimento di gioia che, attraverso il colore, si rivela attrattivo e coinvolgente. Consapevole della luminosità e della freschezza della pittura impressionista, anche lei compie quotidianamente un’immersione totale nella natura per poi raccontarne, attraverso il colore, l’armonia e la spazialità. Sensibile alle tematiche della difesa ambientale, la sua pittura lancia messaggi di difesa e protezione del creato. Non manca nei suoi lavori recenti un certo simbolismo, abilmente calato nel tempo presente. Ammirata e apprezzata tra i migliori giovani artisti internazionali, dipinge con fluidità tecnica e coinvolgente gestualità espressiva. Per la qualità della tecnica e dei contenuti, per la freschezza dello stile, la Città di Zafferana Etnea le conferisce il Premio delle Arti Visive 2025, dedicato a Giuseppe Sciuti, per la sezione Giovani Artisti Emergenti”.   

Altri momenti distintivi: la lectio magistralis a cura del prof. Paolo Giansiracusa; la proiezione di video d’artista a cura della giovane e brillante fotografa Roberta Ferlito (le Mostre Virtuali da “Sciuti” a “Elena Tommasi Ferroni”); le preziose sculture realizzate dal Maestro Susinni per i vincitori; i momenti musicali con il Maestro Rosario Mangano (tromba). 

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