Sul palco di Zafferana Etnea arriverà la ‘signora della musica italiana’: Ornella Vanoni. Annunciato l’unico concerto in Sicilia del tour ‘La Mia Storia’, che la vedrà esibirsi sul palco dell’Anfiteatro Falcone Borsellino domenica 29 luglio, ore 21.30. Il live della Vanoni completa il prestigioso palinsesto musicale organizzato da Puntoeacapo di Nuccio La Ferlita per la rassegna Etna in Scena 2018, in collaborazione con il Comune di Zafferana Etnea. Il 9 febbraio è uscito “Un Pugno di Stelle” (Sony Music), raccolta in 3 CD delle canzoni che hanno accompagnato la carriera di Ornella Vanoni, artista tra le più grandi cantanti di tutti i tempi. La raccolta contiene “Imparare ad amarsi”, canzone che è stata presentata dall’artista alla 68° edizione del Festival di Sanremo, in trio con Bungaro e Pacifico. La partecipazione al festival è stata ricca di riconscimenti, tra cui il “Premio Sergio Endrigo”, per la miglior interpretazione, e il “Baglioni D’Oro” per la miglior canzone, secondo i cantanti in gara. Il secondo inedito dell’album, invece, è “Gira in Cerchio La Vita”, la cover di un brano Idan Raichel.
Ornella Vanoni (Milano, 22 settembre 1934) è una cantante e attrice italiana. È l’artista femminile italiana dalla carriera in assoluto più longeva: costantemente in attività dal 1956, è considerata tra le maggiori interpreti della musica leggera italiana. Dotata di uno stile interpretativo unico e assai sofisticato nonché di una timbrica vocale fortemente riconoscibile che ne caratterizzano la forte personalità artistica, Ornella Vanoni vanta un ampio e poliedrico repertorio che spazia dalle Canzoni della mala degli esordi alla bossa nova e al jazz, con particolare attenzione alla canzone d’autore italiana. I suoi esordi risalgono alla seconda metà degli anni ’50, sotto la guida di Giorgio Strehler, di cui era diventata giovane compagna durante la frequentazione dell’Accademia di arte drammatica del Piccolo Teatro di Milano, giungendo alla notorietà come “cantante della mala”: Ma mi, Le mantellate, Hanno ammazzato il Mario, divengono brani-simbolo di un filone musicale a metà fra il folk e la canzone teatrale, che Strehler e i suoi collaboratori inventano appositamente per lei. I suoi primi successi discografici coincidono però con un allontanamento dell’aura impegnata e intellettuale che aveva caratterizzato i suoi inizi, in favore di un repertorio più leggero e romantico. Programmi quali Giardino d’inverno e Canzonissima, vedono la “nuova” Vanoni lanciare suggestive canzoni d’amore come Cercami e la celeberrima Senza fine, scritta e dedicatale da Gino Paoli, col quale nel 1960 intreccia un’intensa storia d’amore subito dopo il matrimonio con l’impresario Lucio Ardenzi (dal quale nasce il suo unico figlio, Cristiano). Recita da protagonista ne “L’idiota” di Marcel Achard, “La fidanzata del bersagliere” di Edoardo Anton (che le valgono due prestigiosi Premi San Genesio come migliore attrice dell’anno nel 1962 e nel 1963), e anche in Rugantino, celebre commedia musicale di Garinei & Giovannini con cui debutterà a Broadway nel gennaio 1964. Nonostante ciò, negli anni successivi la Vanoni tralascia l’attività di attrice, dedicandosi quasi esclusivamente alla carriera discografica e portando al successo brani firmati da Umberto Bindi, Franco Califano, Domenico Modugno, Mino Reitano, Luigi Tenco, caratterizzandosi dunque per una particolare attenzione al mondo dei cantautori (all’epoca in piena ascesa), e ai quali dedica due fortunati e raffinatissimi LP, intitolati Ai miei amici cantautori.
Titoli come Tu sì ‘na cosa grande (1º posto al Festival di Napoli nel 1964), Io ti darò di più (Festival di Sanremo 1966), La musica è finita (Festival di Sanremo 1967), Tristezza (1967), Una ragione di più (1969), fanno di lei una delle più quotate interpreti della musica italiana degli anni ’60. Ma è nel decennio successivo che la Vanoni giunge all’apice della popolarità: dopo un buon 4º posto a Sanremo con Eternità (cantata anche dai Camaleonti), nell’autunno del 1970, con l’uscita de L’appuntamento – celeberrima cover brasiliana di Roberto ed Erasmo Carlos con testo italiano di Bruno Lauzi – la cantante ottiene unanimi consensi di pubblico e critica, inaugurando una nuova fase per la sua carriera, densa di grandissimi successi discografici con vendite da centinaia di migliaia di copie, a partire da 45 giri quali Domani è un altro giorno (1971), Il tempo d’impazzire (1972), La voglia di sognare (1974), Più (1976), nonché da interi LP fra cui Dettagli (1973), A un certo punto… (1974), e il doppio Io dentro / Io fuori (1977), realizzato con i New Trolls. Il decennio è segnato anche dall’incontro artistico con Sergio Bardotti e con Gianfranco Lombardi, produttore e autore il primo e arrangiatore e direttore d’orchestra (ha curato tutti gli arrangiamenti e le orchestrazioni) il secondo, la portano non soltanto a specializzarsi nella reinterpretazione di alcune delle più suggestive canzoni brasiliane (storica la realizzazione insieme a Toquinho e Vinicius De Moraes dell’album La voglia la pazzia nel 1976), ma anche e soprattutto a diventare lei stessa autrice di alcuni dei suoi testi più rappresentativi, fra cui si annoverano Ricetta di donna (1980), Musica musica, Vai Valentina (1981), Uomini, Rabbia libertà fantasia (1983), successi con cui la Vanoni inaugura un’ennesima stagione musicale densa di prestigiose collaborazioni. Negli anni ottanta, infatti, lavora con jazzisti del calibro di George Benson, Michael Brecker, Gil Evans, Herbie Hancock, Gerry Mulligan e altri; si esibisce al fianco di Gino Paoli in un’una gloriosa tournée nel 1985, e si affida a produttori come Greg Walsh, Ivano Fossati, Mauro Pagani, Celso Valli, fino ad intraprendere nel 1990 un altro importante sodalizio artistico con Mario Lavezzi, che dura tutt’oggi.
Nel corso degli anni novanta, la Vanoni interpreta numerosi altri motivi di successo (Insieme a te, Stella nascente, Perduto, Rossetto e cioccolato), e riappare in ottima forma dopo alcuni periodi di forte depressione, in special modo nelle fortunate tournée legate all’uscita di due dei suoi migliori album: Sheherazade (1995) ed Argilla (1997), lavoro quest’ultimo arricchito dalla tromba di Paolo Fresu, che la riavvicina al jazz. Il nuovo millennio la vede ancora attivissima sul piano discografico e concertistico: dal successo delle cover contenute nei due album revival del 2001 (Un panino, una birra e poi…, …E poi la tua bocca da baciare), alla collaborazione con Burt Bacharach nel 2002, passando per un intero album insieme a Gino Paoli nel 2004 (Ti ricordi? No, non mi ricordo) e uno celebrativo di duetti nel 2008 (Più di me), premiato dal pubblico con vendite da triplo disco di platino. Nel 2013 annuncia l’uscita di un ultimo album di inediti (Meticci) e la partenza di un’ultima tournée teatrale, intitolata Un filo di trucco, un filo di tacco, spettacolo con il quale nel 2014 festeggia sulle scene il traguardo degli ottant’anni. Tuttavia, tra il 2015 e il 2016, la ritroviamo nuovamente in scena con un ennesimo tour totalmente acustico, dal titolo Free soul.
Nell’arco della sua lunghissima carriera, ha partecipato a otto edizioni del Festival di Sanremo, raggiungendo il 2º posto nel 1968 (Casa bianca) e piazzandosi per ben tre volte al 4º posto, nel 1967 (La musica è finita), nel 1970 (Eternità) e nel 1999 (Alberi): in quest’ultima edizione, Ornella Vanoni è stata la prima artista nella storia del Festival a ricevere il Premio alla carriera. È anche l’unica donna e il primo artista in assoluto ad aver vinto due Premi Tenco (solo Francesco Guccini dopo di lei è stato premiato due volte), e l’unica cantante italiana ad aver ottenuto questo riconoscimento come cantautrice. Ha inoltre vinto una Targa Tenco, che porta complessivamente a tre il numero di riconoscimenti a lei assegnati dal Club Tenco.