(Pausa Manga) – The Climber

Pausa Manga, rubrica a cura di Tommaso Comisi

Nel panorama manga, “The Climber”, scritto da Yoshirō Nabeda (fino al quinto volume) e Shin’ichi Sakamoto, si distingue come un’opera profondamente introspettiva e visivamente straordinaria. Ispirato al romanzo di Jirō Nitta, il manga è molto più di un racconto sullo scalare montagne: è un viaggio interiore, una lotta contro i propri limiti e contro la solitudine esistenziale. Pubblicato tra il 2007 e il 2012, “The Climber” è un’opera potente che riesce a unire la tensione fisica dell’arrampicata con la poesia e il tormento dell’animo umano.

Al centro della storia troviamo Mori Buntarō, un ragazzo chiuso, introverso, spesso ai margini della società. Fin dal suo primo incontro con l’arrampicata, Mori sviluppa un legame viscerale con la montagna: non come competizione o sfida sportiva, ma come rifugio, come luogo in cui può finalmente confrontarsi con se stesso. Il suo carattere solitario e il suo bisogno di silenzio lo portano a cercare vie sempre più isolate e pericolose, in una progressiva alienazione dal mondo che lo circonda. A differenza di molti protagonisti, Mori non vuole vincere o superare gli altri. Vuole semplicemente salire, fino in cima, dove il rumore dell’esistenza si spegne.

La montagna qui non è solo uno scenario: è un personaggio, una presenza viva, immensa e impassibile. Per Mori, scalare è una forma di comunicazione. Ogni parete è un dialogo silenzioso con la natura, ma anche uno scontro con le proprie paure, traumi e desideri. Le vette non sono trofei, ma passaggi obbligati in un percorso di crescita interiore. Spesso, più Mori si avvicina alla cima, più si allontana dal resto del mondo. È un processo doloroso, ma necessario, come se solo l’altitudine e il gelo potessero dargli quella chiarezza che la vita non gli concede.

Uno degli elementi che rende questa un’opera straordinaria è il tratto dettagliato e quasi fotografico di Shin’ichi Sakamoto. Le tavole delle scalate sono mozzafiato, al punto che si può quasi percepire il vento, il gelo sulla pelle, il vuoto sotto i piedi. Le espressioni del protagonista, spesso rigide o inespressive, riescono comunque a comunicare un mondo interiore ricco e tormentato. Le pagine si riempiono di silenzi, di pause, di respiri sospesi. È un manga che prende tempo, che non ha fretta, proprio come l’ascesa di una vetta difficile: ogni passo, ogni presa, ha un peso emotivo e simbolico.

(Pausa Manga) – The Climber
(Pausa Manga) – The Climber
(Pausa Manga) – The Climber
(Pausa Manga) – The Climber

“The Climber” è un’opera che lascia il segno. Non solo per la bellezza del disegno o per l’intensità delle scalate, ma perché racconta in modo autentico cosa significhi sentirsi soli, inadeguati, eppure spinti da un impulso profondo a cercare qualcosa di più alto. La montagna diventa metafora della vita, ma anche della morte, del dolore, della libertà. Mori Buntarō non è un eroe da imitare, ma una figura da comprendere: un giovane che ha trovato nella parete rocciosa un motivo per continuare a salire, anche quando tutto sembrava perduto.