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Chi?
Davide, 12 anni e mezzo, e Margherita, 13 anni, sono i protagonisti ‘umani’ di questa storia. Anche se gli altri protagonisti potremmo dire che sono l’Appennino tosco-emiliano, in particolare un luogo magnifico che si chiama ‘Rocchetta Mattei’, e i desideri delle persone.
Cosa?
Tutto si svolge intorno a un segreto che lega stelle cadenti e piante prodigiose. Anche se il vero mistero sono i desideri stessi, uno dei motori più potenti per gli esseri umani, per darsi un orizzonte, credere alla possibilità di cambiare. Una storia che considera la questione di migliorare la nostra vita a partire dall’ascolto di se stessi e dei propri bisogni profondi.
Quando?
La prima frase del libro (‘Berto quando era piccolo andava a cercare le stelle cadenti nell’orto’) l’avevo scritta circa dieci anni fa. È rimasta lì, dormiente, in un file bianco, fino a quando l’ho letta a Davide Morosinotto, che mi ha detto: perché non vai avanti?
Dove?
A partire da quella frase, si è aperto un mondo per me nuovo, non solo il mondo della storia, ma proprio il genere romanzo. Una ‘prima volta’ che si è rivelata una grande avventura e grazie alla quale sto incontrando centinaia di persone (ragazzi e non solo), con le quali parliamo di desideri, di cose che ci fanno stare bene. E in questo momento in particolare sento che è molto importante rivolgere i nostri pensieri alle cose belle.
Perché?
Perché desiderare è mettere un seme nell’universo. E coltivare i propri desideri con cura e passione è una delle cose più belle che possano capitarci.
Prologo
Berto quando era piccolo andava a cercare le stelle cadenti nell’orto.
Nelle lunghe notti d’estate si appostava su una seggiola fuori dalla porta di casa e quando un lampo bruciava il cielo, disegnando un arco fino alla cima dei monti, correva a vedere se per caso la stella fosse caduta proprio lì, dove lui poteva trovarla.
Suo fratello maggiore Fulvio avrebbe dovuto tenerlo d’occhio, invece non partecipava mai a quelle spedizioni notturne. Berto non glielo permetteva. Diceva che le stelle cadenti erano un suo segreto.
In quelle notti Fulvio lo aspettava vicino al recinto, di nascosto. Ingannava il tempo intagliando il legno con un temperino arrugginito, intanto sorvegliava il fratello minore cercando di coglierne tutti i movimenti. Il più delle volte Berto tornava scuotendo la testa. Ma altre, più rare, ricompariva con in mano dei sassi misteriosi.
Erano davvero le stelle cadute? Lui non diceva niente, e Fulvio si limitava a spiarlo.
La loro infanzia era lì, quella casa enorme, con il vasto parco intorno, l’orto, le siepi, i boschetti, la serra. Erano due fratelli come tanti, che giocavano, si rincorrevano, si abbracciavano.
Però c’erano le stelle, e le stelle si mettevano tra loro come un’ombra. Fulvio si sforzava di non pensarci, dinon pensare al segreto che Berto gli nascondeva. Era convinto che prima o poi sarebbe riuscito a sapere la verità.
Passarono gli anni, l’infanzia finì. Poi ci fu l’incidente.
La grande casa fu abbandonata e il giardino, poco a poco, morì.
Azzurra D’Agostino è nata e vive in un piccolo paese dell’Appennino tosco-emiliano. Ha pubblicato varie raccolte di poesia e scrive per il teatro sia per adulti che per l’infanzia. Con la performance ‘Sparks’ dell’artista visiva Francesca Grilli, di cui ha curato parte della struttura inerente la parola, ha girato molti festival europei (Finlandia, Estonia, Belgio, Olanda, Italia, Slovenia…). Ha pubblicato vari albi illustrati per la casa editrice Fatatrac e un’antologia di poesie scritte dai bambini nei suoi laboratori per Electa Mondadori. Nell’ottobre 2020 è uscito il suo primo romanzo: Il giardino dei desideri per ragazzi per DeAgostini Planeta Libri. Oltre a scrivere, conduce laboratori di poesia per persone di tutte le età ed è presidente dell’Associazione SassiScritti.