#1Libroin5W
Chi?
Una giovane venticinquenne, Azueyla, singolare come il nome che porta, è protagonista della storia. Un’ispettrice, una sorta di funzionario inviato dal governo di Bat City, principale città del cosiddetto Mondo Felice, ovvero di quel Paese Globale della Terra (nato da un evento ambientale apocalittico) che ritiene di avere eliminato tutti i fattori di indigenza, di tribolazione e di disuguaglianza, eccetto per chi governa. Per le sue doti, le sono stati assegnati dei compiti eccezionali, tra cui la rilevazione di dati su Forgotten City, la città nascosta e dimenticata. L’incarico si rivelerà ben più arduo di quanto ipotizzato e si trasformerà, incontrerà incognite, s’imbatterà in misteri, in rischi, e le imporrà una difficile scelta capace di cambierà anche lei, che scoprirà l’impensabile fino alla fine. Martino Nobili, l’uomo da cui sarà attratta, è il co-protagonista, ma anche le due città in cui ha luogo l’azione del romanzo, Bat City e Forgotten City, con le rispettive comunità, sono tali in certa misura. E poi c’è il tempo, col suo andare a ritroso a una certa data che a sua volta l’ha annunciato. Quello futuro, veloce, “smart”, di una società cibernetica del 2048, quello dei nostri anni Sessanta, e infine i primi del 1900. In ciascuno di essi compare la figura del pipistrello, più volte evocato, e in particolare la specie più rara, ovvero rossa (realmente esistente in Cina), ed è il filo conduttore della trama.
Cosa?
La superstizione presente in ogni tempo con il ruolo di “de-responsabilizzazione” personale. I valori e i sentimenti umani imprescindibili, a fronte dell’intelligenza artificiale e del progresso tecnologico che caratterizzano la società da cui proviene la protagonista.
Quando?
Dicembre 2020, giorni ancora smarriti, costretti nell’ottimismo simulato a un balcone, nelle puntate al supermercato più vicino, in farmacia, in ferramenta, e… poco altro. Sempre più stretto lo spazio fuori dal proprio corpo, compresso dalla lente del sospetto e del possibile contagio epidemico. Dentro, al contrario, un’espansione vitale tra quesiti, memoria, studio, lettura, riflessione, eco e rimbombo di più emozioni, ambivalenti e irruenti come non mai. Aridi fuori, famelici dentro, quei giorni! E poi, un confronto fuori dal coro, con l’amica Maria Pina Crifò Antonello, co-autrice del libro. La sua iniziativa, le prime pagine già sulla carta, altri sviluppi sui punti focus. Parte l’idea: un romanzo a quattro mani e due scrivanie. Poi tante telefonate, incontri quando concessi dalle regole di distanziamento e dai colori assegnati ai due comuni di appartenenza. Ad aprile 2021 scriviamo la parola “fine”, e spediamo subito il romanzo inedito a un concorso.
Dove?
In casa, per forza di cose. A pochi passi dal centro di Catania, io, la mia città l’ho respirata con polmoni nuovi, su un asfalto insolitamente silenzioso e un inedito nido di rondini alla finestra che anticipava la sveglia delle giornate di primavera. Non ricordo i colori fuori, né che tempo facesse. Il tempo si chiamava ormai attesa. Riuscivo tuttavia a ritrovarli – i colori – nei nostri rendez-vous, al balcone di Maria Pina (da cui lei ha scritto) sulla collina di Aci Castello, e un giorno, persino lo stupore divertito per tre splendidi pavoni volati sul tetto di casa sua, giunti da chissà dove! Un presagio?
Perché?
Per riportare lo sguardo – a fronte di un rivoluzionario passaggio tecnologico già in atto – verso qualcosa di arcaico ed essenziale che ancora non smette di affascinarci e interrogarci: l’essenza della natura umana.
scelto per voi
“La radura dove era atterrata era molto estesa, e la giovane ispettrice lasciò alla sua sinistra le rovine di colonne in pietra per dirigersi verso la macchia verde di vegetazione. In lontananza vedeva grandi e strani contenitori dalle pareti dritte e colorate, forate simmetricamente da vetri. Più in là, altri dalle forme fantasiose e irregolari. Sullo sfondo, una grande macchia verde bottiglia scalava la ripida montagna elevata su un lato, mentre sugli altri tre degradava fino a mescersi col verde cobalto del mare circostante.
Sopra quel paesaggio, una cortina di nebbia grigia sprigionata dalla montagna, con un fascio bianco e azzurro che dalla vetta si avvitava su aprendosi come l’enorme cappello di un fungo. Sotto la nebbia, però, il territorio era schiarito da una luce limpida e uniforme, pervaso da odori acri e sconosciuti, ora dolciastri ora pungenti, come di gas.
Avvicinandosi alla vegetazione, Azueyla ricordò le foreste che aveva studiate sui tablet di scuola nell’infanzia. Quante fantasticherie da quegli alberi alti quasi a toccare il cielo, e quante suggestioni le erano sorte allora! Adesso emozionarsi le era impossibile, e la fantasia la scovava solo nei sogni a 3D.
Proseguì verso sud a propulsori accesi finché le parve che luci e colori brillassero d’intensità maggiore in un paesaggio nettamente mutato. Allora ripiegò i suoi motori alati rallentando ulteriormente la corsa. Attraverso la tuta, percepì un fruscio esterno lieve come una carezza.
La tuta, o abito intelligente, era fatta con tessuti e leghe metalliche innovative a memoria di forma e sistemi integrati di raffreddamento atti a creare un microclima ideale. Le calzava come un guanto e, oltre a proteggerla dal contatto con batteri, virus e microrganismi, andava bene tanto per il freddo invernale quanto per il caldo estivo. Il comfort e la praticità erano assicurati, ma soprattutto il benessere e la sicurezza, al primo posto di Azueyla e di chiunque altro l’avesse indossata.
Era stata davvero una carezza? E di chi?”
Le autrici
Maria Pina Crifò Antonello, docente di Storia, Filosofia e Scienze umane nonché Pedagogista clinica, vive ad Acicastello (CT) e tiene corsi di Psico pedagogia presso l’Università Popolare G.C. di Acireale (CT). È stata membro del Consiglio direttivo della Società italiana di Filosofia sezione di Catania. È autrice del saggio Videogiochi e socializzazione (Edizioni Greco, 2000) e del romanzo Le dimensioni dell’arcobaleno (Ed. Gruppo Albatros, 2011) a nome Elsa Antonello.
Lucia Russo (che ha risposto alle nostre domande), giornalista pubblicista dal 2012 per La Sicilia e altre testate per il settore Cultura, tiene su l’EstroVerso la rubrica letteraria “Il romanzo abita qui”. Autrice dal 2010 di vari racconti pubblicati in selezioni antologiche di editori diversi e della silloge poetica Identità (Algra Editore srls, 2015). Nominata nel 2021 Ambasciatrice della lettura dal Centro del libro e della lettura del Ministero della Cultura.