#1Libroin5W
CHI?
Adele e Giorgia sono due amiche storiche: l’una completa l’altra e insieme riescono ad affrontare i vari problemi che la vita pone davanti. Da qualche tempo però Adele non si fa più guardare negli occhi perchè non vuole far capire che c’è un segreto e che questo segreto la fa stare male. Riuscirà questa volta Giorgia ad aiutare Adele ad aprire il suo cuore in cui è nascosto un doloroso segreto? Ad aiutarle anche l’amica Valeria. E un viaggio che sarà fisico ma anche catartico.
COSA?
Nel libro affronto alcuni nodi esistenziali universali, – l’amore, l’amicizia, l’età adulta ma anche il cambiamento e la rinascita – attingendo alla mia esperienza professionale e al mio vissuto, sapendo di raccontare una storia universale. Un romanzo che è anche denuncia e sprone a non aver paura ad affrontare la verità, unico presupposto alla libertà. Nel libro affronto anche il dramma della non scelta, la difficoltà del cambiamento e la ricerca della libertà, insieme alla centralità della “famiglia”, quella che va oltre i legami di sangue, irrinunciabile rifugio e fondamentale punto di partenza
QUANDO?
Il libro è nato all’improvviso: ho sempre avuto voglia di scrivere e l’ho sempre fatto. Ma mai avrei pensato che quanto scritto potesse diventare un libro. Diciamo che l’input è arrivato dopo una carezza virtuale e improvvisa ricevuta da alcune mie amiche che hanno saputo aiutarmi senza farsene accorgere. E da lì ho avuto voglia di scrivere per omaggiare questo sentimento universale che secondo me è l’amicizia. Ma anche alla “famiglia”, non solo quella di sangue ma quella che nel tempo si riesce a costruire con glia affetti più importanti.
DOVE?
Nasce a Catania e si sviluppa nella meravigliosa terra di Sicilia con le sue isole minori, le Eolie. Attraverso una traversata in mare e la scoperta della parte selvaggia di un’isola che sarà approdo ma anche rinascita. Il vul-cano, con il suo fuoco che vuole sgorgare, e il mare che vuole purificare.
PERCHÈ?
Ognuno di noi nella vita attraversa un momento di difficoltà e ognuno di noi ha bisogno di squarciare il velo di tenebre che a volte si abbatte nella nostra vita. Non sempre è semplice: ma se nel nostro cammino decidiamo di vivere con un sorriso, affidarci alle persone che ci amano per quello che siamo e di correre il rischio di fare qualcosa di non programmato, alla fine qualcosa può cambiare. E chissà che non sia la chiave di volta per poi affrontare diversamente tutto ciò che verrà.
Estratti – “Da sempre e per sempre” di Sarah Donzuso, Algra, 2020.
La Decisione
Erano da poco passate le 5.30, il sole cominciava a sorgere e quella prima luce svegliò Adele. Il bicchiere, vuoto, era scivolato accanto a lei sull’amaca, il suo corpo – ancora con i vestiti della sera prima – era rannicchiato sotto la coperta. Si strofinò gli occhi Adele, guardò quella nuova alba e capì che era una nuova alba anche per lei. Poggiò i piedi a terra, nel pavimento ancora freddo: ebbe un brivido. Poi andò verso la ringhiera del terrazzo per guardare meglio il mare, si stirò, guardò di fronte a lei, invasa anche dai profumi dei fiori che con tanto amore curava […] Adele quella mattina era impaziente: avrebbe voluto chiamare Giorgia ma era ancora troppo presto. Decise di andare a correre e così si andò a cambiare, prese gli auricolari, il telefono e scese in strada: erano circa le 6.15. Era quello che serviva per schiarire ancora di più i suoi pensieri. Andò verso il lungomare, ancora deserto, con pochissime macchine e qualche collega di corsa; poi girò da piazza Europa, un tratto di corso Italia intento a svegliarsi […] Continuò fino a via Pasubio, svoltò a sinistra per imboccare il viale Jonio, piazza Ga- latea e poi di nuovo il lungomare attraverso viale Africa. Quando arrivò a metà del lungomare ebbe un’idea: non avrebbe chiamato Giorgia per spiegarle cosa aveva in mente, sarebbe andata da lei. Si fermò vicino al Monumento ai Caduti per prendere fiato, si sedette nell’anfiteatro per qualche minuto, nel punto più alto della struttura da dove poteva vedere il mare. Nel frattempo la musica continuava a suonare nel suo cellulare e in quel momento c’era una canzone di Giovanni Caccamo:
…C’è chi crede che amare sia giurarsi l’eterno
Per lasciarsi appassire quando arriva l’inverno
Dire tante parole e non capirne mai il senso
Tenersi la mano e non pensarsi un momento
Ma l’amore per me è nei piccoli istanti
In un bisogno sospeso
In uno scambio di sguardi
Sarà ricordarci con degli occhi diversi
Che la pazienza e il calore non li abbiamo mai persi.
Dopo un ultimo sguardo al mare per quella mattina e il fiato recuperato, Adele staccò la musica dal cellulare e andò in un bar lì vicino e comprò la colazione, una granita da dividere con l’amica: pistacchio e cioccolato, gusti che amavano entrambe. Poi prese dei cornetti e delle brioche per i figli e per il marito di Giorgia. Si fece incartare la cola- zione, mise tutto dentro una busta e continuò la sua corsa verso casa di Giorgia: la sua amica abitava alle spalle del lungomare, a pochi chilometri di distanza da casa di Adele […] Erano le 8.30, Adele aveva finito la sua corsa davanti casa dell’amica. Era sabato e solitamente il sabato matti- na non si vedevano. Ma Adele doveva per forza parlare con Giorgia. Si avvicinò all’aiuola di ingresso della casa, una villetta con un bel giardino davanti dove spesso si organizzavano feste e cene tra amici: il cane cominciò ad abbaiare e svegliò chi ancora in quel caldo sabato cercava di dormire. A quel punto Adele suonò al citofono e fu Alessandro ad aprirle la porta. Non era sorpreso, però: forse lui e Giorgia avevano parlato, forse aspettavano che prima o poi Adele citofonasse a casa loro. Alessandro la fece accomodare: Adele andò subito nella stanza dei bambini che sentiva giocare. Poi andò da Giorgia, che nel frattempo si stava vestendo: entrò nella camera da letto, la abbracciò. Giorgia la guardò: «Sapevo che prima o poi saresti venuta. Sono qui per te». Le due amiche si lascia- rono andare in un pianto comune.
Adele, sciolto quell’abbraccio, si sedette ai piedi del letto, prese le mani dell’amica e – dopo un lungo e pro- fondo respiro – disse a Giorgia: «Oggi ti dirò poco o nulla. Ma ho bisogno di te, di noi: ti chiedo, se ti va, di fuggire via qualche giorno, di stare io e te. Ho bisogno di purificarmi, ho bisogno di gettare via tutto il veleno che ho dentro, ho la necessità di andare via da questa città dove ho provato tanta sofferenza per tornarci pulita, libera dal mio dolore. Che so, porterò sempre con me ma che una volta condiviso mi sembrerà più leggero. Pensaci e dimmi quando tu sarai pronta a partire. Io ti aspetterò». Adele non ebbe il tempo di finire il suo discorso che vide l’amica correre verso la cabina armadio, prendere un borsone e infilare dentro quattro vestiti alla rinfusa. Poi andò via dalla stanza da letto, si chiuse in cucina con Alessandro: spiegò al marito che aveva visto Adele parec- chio turbata e anche Alessandro aveva avuto la stessa im- pressione; entrambi capirono che la decisione giusta era quella di non lasciare Adele sola perché forse, finalmente, dopo settimane, mesi di silenzi, aveva trovato il coraggio di confidarsi. Così Giorgia e Alessandro si organizzarono per i giorni a seguire, Giorgia chia-mò la madre per avvertirla che sarebbe stata fuori per motivi di lavoro e che avrebbe dovuto fare la nonna a tempo pieno. Dopo qual- che minuto Giorgia uscì dalla cucina: Adele vide Alessandro rivolgerle un occhiolino di intesa. Giorgia la chiamò: «Non saluti i tuoi nipoti prima della partenza?».
La spiazzò, ancora una volta, per la sua determinazione e per il suo immenso affetto. Andò nella stanza di Andrea e Luca, si rotolò a terra con loro, li abbracciò. Poi Giorgia li prese sulle sue ginocchia, spiegò che per qualche giorno lei e la zia Adele dovevano andare fuori Catania per risol- vere un problema. I tre si abbracciarono, i bambini erano come sempre sereni e felici. Giorgia poi andò di nuovo da Alessandro: un lungo bacio. Si girò verso Adele: «Ancora qua sei? Forza, dobbiamo preparare la tua valigia: ci aspetta un bel viaggio».
Sarah Donzuso, 1982, catanese di nascita e siciliana innamorata della sua terra: perché essere siciliani è uno stato d’animo. Al giornalismo, che pratica dal 2004, ha unito da un anno l’insegnamento. Ama comunicare, si occupa di uffici stampa, di programmi televisivi curandone anche la parte autorale oltre alla conduzione. Ama le sfide, poter raccontare la sua terra come quando porta nelle case del mondo – attraverso le dirette televisive – le feste patronali più belle della Sicilia, a cominciare dalla festa di Sant’Agata. “Da sempre e per sempre” è il primo libro: in passato ha partecipato a vari concorsi letterari presentando poesie o brevi racconti.