anteprima
cinque poesie da “A grandezza naturale. 2008-2018” di Raffaela Fazio, in uscita con Arcipelago Itaca, prefato da Daniele Barbieri.
A ogni oracolo un baro.
A ogni rupe il suo ossario
di indovini incoscienti.
Non ci è dato sapere
quale è il tempo, né il modo.
Ma il dolore ha il suo guado.
Scenda il fuoco su Giano
e su Adamo il torpore.
*
Postulato
Nel tempo, dici, non c’è usura.
Dici che il tempo neppure esiste.
Ma di una cosa sono sicura:
noi siamo vivi, fatti di tempo
e il tempo è fatto a nostra misura.
*
Ogni storia ha un tesoro
sotterrato nel giardino
come un corpicino di usignolo.
A quel canto interrotto
la notte presta ascolto
anche se la terra
è un negarsi di memoria
e di sostrato.
Non c’è amore
– mi si dice –
che è sprecato.
*
Ma il corpo?
Nullatenente, è sempre fuori posto.
Non ha coerenza né confini o validi argomenti.
E ciò che sa lo tace, perché non ha mai prove.
Neanche se scorge un’ombra
seducente e lieve
infilarsi dalla postierla
cercare l’anima
fingersi fuoco per averla.
*
(a mia mamma)
Antico pudore del dire.
Ma so che sarai
il mio ultimo pensiero
senza fiato, senza peso
in cima alla salita.
Il filo di luce
sotto la porta chiusa.