Emily Dickinson. Centoquattro poesie. Traduzione e cura di Silvia Bre

Salliann Putman

dipinto di Salliann Putman

Come chi passa davanti a uno specchio non può evitare di lanciare uno sguardo al familiare enigma della propria immagine, nel consegnare a occhi altrui questa versione italiana di alcune poesie di Emily Dickinson provo a individuare la formula a cui mi sono attenuta, un criterio che mi abbia guidato e adesso sia utile a spiegarne i lineamenti. E non lo trovo. Le varie teorie sulla traduzione sono brillanti e persuasive fintanto che restano teorie, ma l’atto pratico del tradurre le annulla in blocco, mostrando tutto il suo carattere di nudo artigianato: un testa a testa tra i versi originali e la forza di affrontarli, un lavoro elastico e sensibile, anche soggetto ai capricci della fortuna. Lunga e ostinata lettura è la sola propedeutica che valga raccomandare. All’origine, naturalmente, sta la mia libera scelta di tradurre Emily Dickinson, e l’appassionato tentativo di interpretare la sua opera poetica al quale come lettrice mi dedico per consuetudine da decenni.
Curandomi di non togliere e, soprattutto, di non aggiungere nulla, ho cercato di aderire minuziosamente a ognuna delle grandi parole dai molteplici significati che incarnano l’intenso dialogo da lei intrattenuto con l’Altro. La struttura essenziale delle strofe mi ha spesso consentito di conservare senza forzature un’alta quota del ritmo e della musicalità così tipici del suo incedere, il tono austero che rende autorevole la voce e che fa di ogni sua poesia un incontro non tanto mediato dalle parole, quanto, immediato, nelle parole.

 (uno stralcio dalla Nota del traduttore, Silvia Bre)

Emily Dickinson. Centoquattro poesie. A cura di Silvia Bre su l'estroverso

Sette poesie scelte da Emily Dickinson. Centoquattro poesie. A cura di Silvia Bre, Einaudi, Collezione di poesia 397.

There’s something quieter than sleep
Within this inner room!
It wears a sprig upon it’s breast –
And will not tell it’s name.

Some touch it, and some kiss it –
Some chafe it’s idle hand –
It has a simple gravity
I do not understand!

I would not weep if I were they –
How rude in one to sob!
Might scare the quiet fairy
Back to her native wood!

While simple-hearted neighbors
Chat of the «Early dead» –
We – prone to periphrasis,
Remark that Birds have fled!

 

C’è qualcosa di più muto del sonno
in quest’intima stanza!
Ha un rametto sul cuore
e non dirà il suo nome.

C’è chi la tocca, e chi la bacia –
chi le sfrega la mano inerte –
Ha una pura gravità
che non comprendo!

Non piangerei se fossi in loro –
com’è villano singhiozzare insieme!
Potrebbe spaventare la fata taciturna
farla tornare al suo bosco natio!

Mentre i vicini dall’anima semplice
chiacchierano dei «morti prematuri» –
noi – inclini alla perifrasi,
osserviamo che sono volati gli uccellini!

 

*

 

To fight aloud, is very brave –
But gallanter, I know
Who charge within the bosom
The Cavalry of Woe –

Who win, and nations do not see –
Who fall – and none observe –
Whose dying eyes, no Country
Regards with patriot love –

We trust, in plumed procession
For such, the Angels go –
Rank after Rank, with even feet –
And Uniforms of snow.

 

Lottare a voce piena, è coraggioso –
ma so più generoso
chi attacca dentro il petto
la cavalleria del dolore –

chi vince, e le nazioni non vedono –
chi soccombe – e nessuno osserva –
i cui occhi morenti nessun paese
guarda con amore di patria –

Confidiamo che in piumata processione
gli angeli sfilino per loro –
schiera dopo schiera, con i passi a cadenza –
e le uniformi di neve.

 

*

 

What shall I do – it whimpers so –
This little Hound within the Heart –
All day and night – with bark and start –
And yet – it will not go?

Would you untie it – were you me –
Would it stop whining if to Thee
I sent it – even now?

It should not teaze you – by your chair –
Or on the mat – or if it dare –
To climb your dizzy knee –

Or sometimes – at your side to run –
When you were willing –
May it come –
Tell Carlo – He’ll tell me!

 

Che cosa devo fare? – guaisce tanto –
questo piccolo segugio dentro il cuore –
tutta la notte e il giorno – abbaia e scatta –
però – non se ne vuole andare.

Lo slegheresti – se tu fossi in me –
smetterebbe di piagnucolare se da te
lo mandassi – anche all’istante?

Non ti darebbe noia – vicino alla tua sedia –
o sul tappeto – o se osasse –
montare sulle tue ripide ginocchia –

o qualche volta – correre al tuo fianco –
quando ne avessi voglia –
Se può venire –
dillo a Carlo – lui lo dirà a me!

 

*

 

I can wade Grief –
Whole Pools of it –
I’m used to that –
But the least push of Joy
Breaks up my feet –
And I tip – drunken –
Let no Pebble – smile –
’Twas the New Liquor –
That was all!

Power is only Pain –
Stranded, thro’ Discipline,
Till Weights – will hang –
Give Balm – to Giants –
And they’ll wilt, like Men –
Give Himmaleh –
They’ll carry – Him!

 

So guadare il dolore –
laghi pieni –
ci sono abituata –
Ma il minimo guizzo di gioia
mi spezza le gambe –
e barcollo – ubriaca –
Non sorridano – i ciottoli –
era il liquore nuovo –
tutto qua!

La forza è solo pena –
imbrigliata, con la disciplina,
fino a che i pesi – saranno sollevati –
Date un balsamo – ai giganti –
e languiranno, come uomini –
Dategli l’Himalaya –
e l’alzeranno!

 

*

 

The Soul’s Superior instants
Occur to Her – alone –
When friends – and Earth’s occasion
Have infinite withdrawn –

Or She – Herself – ascended
To too remote a Hight
For lower Recognition
Than Her Omnipotent –

This mortal Abolition
Is seldom – but as fair
As Apparition – subject
To Autocratic Air –

Eternity’s disclosure
To favorites – a few –
Of the Colossal substance
Of Immortality

 

Gli istanti supremi dell’anima
la colgono – da sola –
quando amici – e occasioni terrene
sono indietreggiati all’infinito –

o è – lei – a essersi elevata
a un’altezza troppo remota
per una cognizione inferiore
alla sua onnipotente –

Questa mortale abolizione
è rara – ma chiara
come un’apparizione – soggetta
alla tirannia dell’aria –

svelamento che l’eternità
concede ai suoi eletti – pochi –
della colossale sostanza
dell’immortalità

 

*

 

Somehow myself survived the Night
And entered with the Day –
That it be saved the Saved suffice
Without the Formula.

Henceforth I take my living place
As one commuted led –
A Candidate for Morning Chance
But dated with the Dead.

 

Non si sa come io superai la notte
ed entrai con il giorno –
a chi è salvo basta essersi salvato
senza la formula.

Da allora occupo il mio posto di viva
come una che ha le sorti commutate –
candidata all’occasione del mattino
ma destinata con i morti.

 

*

 

Take all away from me, but leave me Ecstasy
And I am richer then, than all my Fellow men.
Ill it becometh me to dwell so wealthily
When at my very Door are those possessing more,
In abject poverty –

 

Portatemi via tutto, ma lasciatemi l’estasi
e io sarò piú ricca di tutti i miei simili.
Non è bene io viva tanto agiatamente
se appena alla mia porta c’è chi ha di più,
in povertà assoluta –

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