Enza Arena, “mangiare vegano ci mette in armonia con il mondo”. Sabato 20 luglio ospite di “Etna Shakti”

«Mangiare vegano ci mette in armonia con noi stessi e con il mondo che ci circonda. Fa bene alla salute, se seguito in modo equilibrato e bilanciato, fa bene al pianeta e a tutti gli esseri viventi. Diventa un’alimentazione sostenibile se si prediligono e si valorizzano i prodotti del proprio territorio, quindi potrebbe in qualche modo aiutare l’economia del paese. Potrebbe ridurre di gran lunga la produzione di anidride carbonica contrastando l’inquinamento ambientale, e non solo». Parola di Enza Arena autrice di “Natural Vegando – Manuale di cucina vegana per tutti i gusti”, contraddistinto dall’adesione al disciplinare della “Società Benefit Veganok”, pubblicato da Dario Flaccovio Editore. La Arena, dopo aver concluso gli studi artistici e musicali, ha scelto di “dirottare” la propria creatività in cucina e, dopo aver ideato il fortunato blog “naturalvegando”, ci regala questo volume che nella prima parte, senza trascurare farine integrali, fiori commestibili, spezie, germogli e alghe, illustra “Nomi e sapori dei più famosi e utilizzati ingredienti vegetali”, mentre, nella seconda parte, “Cucinando appassionatamente”, propone un ricco ricettario, improntato alle prelibatezze della nostra terra, facilmente eseguibile.

Come è nata la tua passione per la cucina vegana? È dettata più dall’etica o da scelte salutiste?
La mia passione per i fornelli è nata da bambina, quando con tanta ammirazione e curiosità guardavo mia madre cucinare. La cucina vegana poi è stata una scoperta fatta in età adulta, anche se, senza rendermene conto, ho da sempre prediletto un’alimentazione di origine vegetale. Ero sempre attratta dai colori della frutta e della verdura, dal sapore e dal profumo delle spezie e dei loro abbinamenti con i piatti più particolari e insoliti. Ho iniziato a sostenere l’alimentazione vegana quando, per motivi di salute, ho eliminato i cibi che il mio corpo ad un certo punto rifiutava. Ho selezionato e capito cosa mi faceva stare bene e tutto si riconduceva agli alimenti di origine vegetale. Successivamente quella che era un’esigenza salutistica si è consolidata nella consapevolezza di una scelta etica.

Ci racconti un aneddoto legato alle tue prime esperienze vegan ai fornelli?
Una delle cose che ricordo e che mi fanno sorridere è stato uno dei miei primi tentativi di risotto alla zucca vegano. Per quell’occasione volevo stupire mio marito, che all’epoca era ancora il mio fidanzato. Tutta felice gli proposi quello che consideravo il mio cavallo di battaglia! Il risultato? Una poltiglia salatissima! Non contenta, per non buttare via il tutto, l’indomani ho riciclato il riso preparando degli arancini. Il risultato? Anche questa volta immangiabile! Però se mio marito mi ha poi chiesto di sposarlo vuol dire che in cucina sono migliorata tanto!

La tua cucina è più tecnica o più creativa?
Entrambi allo stesso identico modo. Intendo la mia cucina come l’improvvisazione musicale, una sorta di composizione astratta: una composizione perché esistono delle regole molto precise, astratta perché la creatività si esprime nel momento.

Com’è nata l’idea di un libro e cosa ha orientato la scelta delle ricette?
L’idea del libro in realtà non è stata mia, come d’altronde la scoperta di questa passione. È stato mio marito che, vedendomi sempre o tra i fornelli o tra il libri di cucina, un giorno mi propose di aprire un blog e di pensare alla stesura di un libro. Questa idea risale a quasi sei anni fa, quando nasce naturalvegando.it, un sito di ricette e tecniche di pasticceria vegana, con tanto di sezione dedicata anche al salato. Dopo un lungo percorso di formazione professionale e personale mi sono sentita finalmente pronta per mettere nero su bianco ciò che in tutti questi anni ho potuto studiare, approfondire e provare non solo dal punto di vista tecnico ma anche creativo e pratico. Da buona insegnante, ho sempre sentito il bisogno di condividere le mie conoscenze, e ho pensato che un libro completo, che non fosse il solito ricettario, potesse davvero aprire a tutti le porte della cucina vegana con un linguaggio semplice e armonioso, attraverso la conoscenza e la semplicità che racchiude questo mondo affascinante. La scelta delle ricette è stata dettata da ciò che avevo in dispensa. Volevo creare qualcosa alla portata di tutti e che potesse essere sempre nuovo e personalizzabile in base a ciò che si trova a disposizione nelle nostre cucine. Essendo siciliana, infatti, molte delle ricette proposte hanno il profumo della mia amata terra.

Qual è l’ingrediente (da intendere anche metaforicamente) fondamentale per una cuoca (o se preferisci cucina) vegana?
Per me esiste un mix di ingredienti che devono essere sempre presenti per qualsiasi cucina, non solo vegana: amore, passione, studio e organizzazione.

Potresti citarci – tra dolce e salato – alcune tra le tue ricette preferite non soltanto in termini di gusto ma anche in termini di ‘sostanza’ (spiegandoci perché le preferisci e cercando di sfatare i falsi miti inerenti gusto, corretta alimentazione e corretto apporto calorico)?
Mi vengono in mente alcune ricette del mio libro, proprio perché sono state ideate e provate durante la mia gravidanza, quindi esiste un forte legame affettivo riferito ad uno dei periodi più belli della mia vita. Una ricetta di ‘sostanza’ potrebbe rappresentare un piatto unico da portare anche in ufficio come la “Sfoglia rustica dell’orto”. La trovo una ricetta facile, economica e colorata, molto buona anche se consumata fredda. Un’altra che mi piace molto sono le “Pennette al verde e cacao crudo” in cui ho trovato molto interessante l’abbinamento delle zucchine con la granella di cacao crudo. I dolci? Il “Gelo di carote e pompelmo rosa” per il suo sapore fresco e il richiamo alla Sicilia e “Miss nocciolina”. Quest’ultima prende il titolo dal soprannome che io e mio marito abbiamo dato alla nostra bimba quando, ancora in grembo, era una piccola “nocciolina”.

Qual è l’accoppiata di cibi più inedita e gustosa che, ad oggi, hai sperimentato con maggiore soddisfazione? Quali sono i fondamenti dell’autoproduzione vegan?
Sempre riferendomi alla mia idea di cucina, per me esiste il mix vincente rappresentato da tutti i sapori. Mettendo insieme in modo equilibrato e armonioso questi elementi ogni ricetta che sperimento risulta sempre nuova e particolare. Gioco molto con gli aromi, soprattutto sugli agrumi, per esaltare il sapore dei miei piatti. Un abbinamento particolare è per esempio il limone con il cardamomo, oppure la nocciola con la liquirizia o ancora la fragola con basilico e lime. Una ricetta che amo? Peperoni in agrodolce con mandorle e cannella. I fondamenti dell’autoproduzione vegan sono la conoscenza delle materie prime, la pratica e la voglia di imparare e sperimentare.

Einstein, come molti altri, tantissimi anni prima, sosteneva che niente può aumentare le possibilità di sopravvivenza della vita sulla Terra quanto l’evoluzione verso un’alimentazione vegetariana. Una riflessione ‘profetica’ che purtroppo tarda ad attecchire. Perché secondo te?
Sono tanti i motivi che credo influiscano sulla tardiva affermazione dello stile di vita vegano come modello da seguire, anche se al giorno d’oggi abbiamo il sostegno e la sensibilità di tante persone. Uno dei motivi, a mio avviso, è di natura socio-culturale: la cultura del proprio paese, della propria famiglia inevitabilmente induce a prediligere prodotti che si è abituati a portare in tavola per tradizione. Altro aspetto molto forte è il potere emozionale del cibo, che evoca i ricordi dell’infanzia legati soprattutto a determinati piatti cucinati durante le festività o le ricorrenze. Altro motivo è sicuramente legato all’industria alimentare che attraverso molti prodotti, purtroppo anche di scarsa qualità, innesca nel consumatore una sorta di dipendenza alimentare.

E, ancora, diventare vegani con reale consapevolezza può rappresentare, come crediamo, la chiave di volta per l’umanità affinché possa ‘recuperarsi’ partendo proprio dal rispetto della vita in ogni sua forma?
Secondo il mio pensiero sì, è sicuramente un punto di partenza per imparare il rispetto per noi stessi e per ciò che ci circonda. Non immaginiamo quanto bene potremmo fare anche solo riducendo drasticamente il consumo di prodotti e derivati di origine animale, salvando dall’ingiusto sacrificio tanti esseri viventi.

Pensando alla chiusura di molti locali, cosa suggeriresti alla ristorazione vegana che – specie in Sicilia – sembra non avere “fortuna”?
Suggerirei prima di tutto la formazione professionale dei ristoratori e dei propri dipendenti. Non avendo le giuste competenze nel settore vegan diventa difficile pianificare e creare un menù che rientri perfettamente nel food cost e che sia soprattutto buono e accattivante. Ricordiamoci che il nostro è un settore che, soprattutto in sud Italia, è ancora visto con la lente di ingrandimento, e basta davvero poco per creare il pregiudizio che la cucina o la pasticceria vegana non siano degne della ristorazione d’eccellenza.

Hai maturato la tua scelta vegana da circa cinque anni, in che modo la ‘gestisci’ da mamma? Quali consigli pensi di poter dare per l’alimentazione dei più piccoli?
Ritengo che la scelta vegana sia personale e si fondi sui principi di “consapevolezza” personale e “rispetto” anche delle scelte altrui. Sebbene mi impegni ogni giorno nel diffondere i principi e benefici di una vita sana, non sono d’accordo con l’estremismo di chi vuole ad ogni costo convincere le altre persone a diventare vegani. Bisogna dare il giusto esempio e il resto verrà da se’. Mio marito, ad esempio, pur non essendo vegano supporta e alimenta la mia scelta e nel contempo ha consapevolmente ridotto di molto alcuni prodotti e derivati di origine animale. Riguardo l’alimentazione di nostra figlia invece, siamo concordi nel farla crescere con una dieta varia privilegiando comunque gli alimenti di origine vegetale. Se da grande vorrà diventare vegana sarà a quel punto una sua scelta e sono convinta che sarà consapevole, consolidata e per la vita. Il consiglio che sento di dare per l’alimentazione dei più piccoli, a prescindere dalla scelta vegan, è la varietà e la fantasia. Solo così i bambini saranno più curiosi e invogliati a mangiare quotidianamente frutta e verdura, così come cereali e legumi. Per chi volesse invece tentare da subito lo svezzamento vegan consiglio fortemente l’intervento di un esperto in alimentazione vegana in età pediatrica. No assolutamente al “fai da te”.

Progetti futuri?
I progetti futuri sono ancora da definire e quando saranno pronti potrò svelarveli nei dettagli. Attualmente sono concentrata sulla formazione professionale e amatoriale oltre che alle consulenze ai ristoratori che vogliono avviare o creare un’alternativa vegan nel loro menù. In tutto questo continuerò a studiare e aggiornarmi sempre, soprattutto nel settore della pasticceria che ho intenzione di interpretare sempre al meglio in chiave vegan.

(la versione ridotta di questa intervista a cura di Grazia Calanna, è apparsa sul quotidiano LA SICILIA del 22.06.2019, pagina Cultura)

Enza Arena sabato 20 luglio 2019, dalle ore 18, sarà ospite di Etna Shakti – Avamposto Vegano (oasi di pace e di verde sita in Via San Giacomo, Zafferana Etnea) per tenere un Seminario gratuito dal titolo “Cucina vegana: impariamo a cucinare dalla natura”. Sarà l’occasione per imparare guardando, ascoltando e assaggiando. La rinomata chef Enza Arena, inventrice del fortunato blog “naturalvegando”, realizzerà uno dei piatti proposti all’interno del proprio Manuale e converserà con la nostra Direttrice, la giornalista Grazia Calanna, che la intervisterà pubblicamente coinvolgendo quanti sceglieranno di partecipare.
“Imparare a cucinare dalla natura – dichiara la Arena -, significa mettere insieme gli ingredienti che la nostra terra offre, dai più comuni ai più particolari e insoliti. Durante il Seminario, parleremo di autoproduzione e di quanto sia importante, e gratificante, riuscire a produrre alcuni degli ingredienti della nostra cucina, per evitare sprechi e inutili consumi di materiali come plastica e carta. Illustreremo il vasto mondo delle spezie, l’importanza dei germogli e della varietà della frutta, anche quella meno conosciuta. Inoltre, affronteremo la tematica delle etichette nutrizionali, imparando a leggerle correttamente come ad arricchire i nostri piatti attraverso la varietà e i colori di cereali, legumi, alghe e fiori eduli”.
Per partecipare al Seminario gratuito è possibile registrarsi su Eventbrite, il link di riferimento è https://www.facebook.com/events/ical/upcoming/?uid=1589345556&key=AQDH8W5eC9Np5OjU
Al Seminario gratutito seguirà – per quanti vorranno trattenersi – una apericena vegan, per info e prenotazioni scrivere su WhatsApp al numero 347 5018458 o inviare un messaggio alla pagina Facebook Etna Shakti – Avamposto Vegano https://www.facebook.com/EtnaShakti/

 

 

Etna Shakti – Avamposto Vegano si trova a circa 600 m s.l.m. all’interno del Parco nazionale dell’Etna, a Zafferana Etnea. Etna Shakti, come spiega il suo fondatore, Seba Giuliano, vuole essere: una locanda per viaggiatori disponendo di due bellissime e confortevoli stanze matrimoniali con bagni personali, comode docce, riscaldamento d’inverno e condizionamento d’estate; un’oasi di pace e di verde con un giardino/orto sinergico con più di mille specie di piante e alberi; un piccolo santuario della natura dove si custodisce la biodiversità; un ritrovo per incontri di coscienza; un luogo dove organizzare incontri benefit per aiutare la natura, animali e umani in difficoltà; una taverna per pranzi e cene vegane con i prodotti della terra, biologici, naturali; una base per escursioni guidate all’interno del Parco dell’Etna; un semplice ritrovo dove potersi incontrare con persone con gli stessi ideali o ricaricarsi di energia vulcanica assaporando estratti di frutta paradisiaca; una scuola della natura dove imparare a riconoscere le specie vegetali, quelle edibili, imparare a proteggere la natura e imparare da essa stessa come coltivare le piante in modo sinergico; un piccolo rifugio per animali in difficoltà e, ancora, un posto dove artisti vegani potranno esporre le loro opere.

 

 

Enza Arena, dopo aver concluso gli studi artistici e musicali, decide di riversare la propria creatività ai fornelli fondando nel 2015 il blog www.naturalvegando.it. Da qui si apre l’opportunità di trasmettere le proprie conoscenze ai numerosi corsi di cucina e pasticceria vegana e che le permetteranno di approfondire nel dettaglio lo stile di vita ed alimentare vegano. Nel 2017 consegue il corso di perfezionamento in alimentazione vegana sotto la guida della Dott.ssa Sabina Bietolini, presso l’università Niccolò Cusano di Roma, e sempre lo stesso anno frequenta il corso professionalizzante per pasticcere sotto la guida della pastry chef Rita Busalacchi presso la scuola di cucina Myda di Catania. L’amore indiscusso per la pasticceria la induce ad aggiornarsi costantemente grazie ai corsi di perfezionamento sulle varie tecniche di lavorazione e decorazione dolciaria. La costante ricerca delle materie prime e dei metodi di produzione vegana e per intolleranti l’impegna nella realizzazione di dolci che siano il perfetto connubio tra gusto, estetica ed ingredienti di origine vegetale di qualità, senza mai eccedere in grassi e zuccheri. Collabora con riviste di cucina naturale e con vari laboratori e scuole di cucina. Offre formazione e consulenza sia per amatori e professionisti attraverso i numerosi corsi tecnici e pratici in cui lo scopo è quello di divulgare un’alimentazione semplice e piena di creatività. Nel 2018 è docente della Veganok Academy diretta dal Vegan Master Chef Emanuele Di Biase, oltre ad essere docente Ristoworld Academy e responsabile del compartimento settoriale “Alimentazione alternative” per Ristoworld Italy. Di recente è stato pubblicato il suo primo lavoro editoriale dal titolo “Natural Veegando – manuale di cucina vegana per tutti i gusti” edito da Dario Flaccovio Editore. 

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