Poco prima di te
Piegato lungo il bordo del tuo viso
rovescio
la sera immaginale
salgo
gocce di te
sorvolo
attimi chiusi nei tuoi lineamenti
d’alba
che torna da lontano
seguo
raggi velati ancora
e le pupille sfumano d’intenso
poco prima di te.
Verso ancora
Aspettami sotto casa
domani o ancora
e se il cielo è di pioggia
indossa
qualche nuvola sparsa
sulla finestra aperta
e le domande
tirale sottovento
altrimenti gli odori copriranno
tutto il gusto d’amaro.
Non assicuro niente
tu rimani
e l’ombrello appoggiato contro il muro
legaci fazzoletti
e vento
che lo gonfi di sera
come una spedizione di frontiera.
Mandami qualche cosa da scordare
ciclamini
un biglietto forato
lettere.
Io non lo so se vengo:
capirai.
La telefonata
Ti telefono dopo
non so da dove
forse dal davanzale a voce vento.
Tu proteggi l’ascolto
ed indossa una sciarpa
una rete per cogliere farfalle
una collina.
Io ti sillaberò
– almeno provo –
ma il dizionario non offre garanzie
forme
quando la neve scioglie.
Poi metti qualche cosa di carino
un volto inquieto
un sogno alle caviglie
una penombra.
Registrami
senza togliere il fiato.
Lontano
D’altronde conoscevi
l’anonimato della porta accanto
e l’iceberg
dove a volte m’imbarco
ma non sapevi se sarei venuto
quando le scale cadono
senza vento di sera.
Tuttavia
scrutavi nella posta
recapitata da anni precedenti
in cassette e cortili
dove le mura chiudono
giardini
e il mare non arriva con la luna.
Dunque come potevo
scriverti
quando l’acqua si ferma
e le rondini fanno naufragio
lontano.
Lungo il fiume
Vento nell’ora piccola strusciavo
terrazze nella testa
tu vicino
ed una coltre di pensieri dentro
mossi
come lungo i capelli e le giornate
sponde del parco grande
non cammino.
Molte voci sospiri irregolari
come a sfogliare l’aria
tu vicino
le mie generazioni da lontano
passi
come eco distante
e volti ad affacciarsi nella sera
per capire l’umore e se parlare
dalle finestre delle apparizioni
non la distanza dei significati
che cercano da me quel che non hanno
ma non ho voglia
stanno
e deviando cerco la tua mano
lungo il fiume che passa
io lontano.
Una risposta