“Muoversi, nella lentezza delle attese”

cinque inediti

 

Invitami a un tramonto

Invitami a un tramonto
l’arancia da gustare
il mare in due bicchieri
e l’orlo blu del cielo

offrimi il tuo fianco
ala contro ala
guida la mia insonnia
– comprendimi –

 

 

Verso il sole

S’intrecciano destini alle stazioni
si sciolgono respiri, e fuori il fischio
canta la vita in strada e verso il mare
stende nei panni bianchi il suo colore
di forme sventolate in libertà
un velo appena sopra il sole.

Così si fa per gioco o d’abitudine
d’andare senza peso incontro al vento
senza voltarsi indietro o ritornare
guardare avanti e illuminarsi al sole.

 

 

Saranno i fiordalisi

Muoversi, nella lentezza delle attese
scostando per un attimo la soglia
quel restare dentro
in questa nostra forza
eppure inconsapevolmente fragili

è il nostalgico senso di possesso
l’assoluta dedizione alle due sillabe
(la brevità di un nome immenso)
ricercando la somiglianza degli sguardi
il gesto, la casualità che fa l’intreccio
e noi, così uguali nonostante le stagioni.

Ti muovi lieve nel polline dei giorni
fecondo fiore del mio sangue,
mio colore amato, mia poesia
nella musica che arroventa il tempo
e semina nel vento fiordalisi.

 

Sopravvivenza

Non so guardare oltre i fazzoletti rossi
dei miei gerani piegati al piovere d’aprile

l’odore silenzioso della terra non ha pudore
è carne viva che germoglia e non sente veti
respira come respirano gli alberi, i fiori,
                                             noi

noi che non sentiamo alcuna primavera
di sosta in stasi ad attendere il miracolo
in questa prova assurda di sopravvivenza.

 

 

Sarà domani

Ci sarà (lontano) l’incanto
di un profumo, e labbra rosse
languidamente nude al sole

ritorneranno aggrovigliate passiflore
a obliare il tempo delle croci e degli addii

senza pudore alcuno attireranno farfalle e api
e si farà l’amore perché la morte non sia domani

 

 

in copertina la ph di Romina Rezza

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