Santo Previtera. Il tocco intimista di un cercatore “vagamondo”

 santo previtera

“La pittura obbedisce all’inchiostro, l’inchiostro al pennello, il pennello alla mano, la mano al cuore del pittore”. La riflessione di Shi Tao, paesaggista di epoca Qing, è la filosofia dell’artista Santo Previtera che, dopo il successo riscosso alla “Galleria delle Carrozze” di Palazzo Medici Riccardi, a Firenze, nell’ambito della collettiva “Giovani artisti a confronto. Cina – Italia”, sarà protagonista della personale intitolata “L’Arte che cura l’anima” accolta, dal 30 Novembre al 7 Dicembre 2013, da Hdemia, a Catania curata da Simona Di Bella che scrive: “L’anima creativa di Santo Previtera comincia ad imporsi in un momento della vita in cui l’artista, ancora non cosciente del proprio talento, si ritrova “allo scoperto”, cioè senza le barriere sociali e culturali che condizionano i nostri percorsi, relegando la nostra anima in un comodo “non sentire”. L’arte ha un potere salvifico, per Santo, diventa un’alleata importante nei processi di trasformazione interiore e di crescita, è un ponte di collegamento tra la mente e lo spirito, tra occidente e oriente. Questa nuova visione lo porterà a viaggiare, a cercare di conoscere l’Oriente, il suo fascino e la sua cultura. Un viaggio alla scoperta di un nuovo io e del vero sé. La sperimentazione inizia con un primordiale interesse verso il paesaggio, i colori e le forme armoniose, come alla ricerca di un equilibrio e di una semplicità quieta. In seguito l’osservazione e la ricerca confluiranno in un interesse specifico verso la “luce” contenuta in ogni espressione della Natura che è la magia della vita. Attraverso l’arte, Santo, entra in comunicazione con se stesso e pian piano, come un bambino che inizia a scoprire il mondo, comincia a “sentire”, viene quasi travolto dalle meravigliose emozioni, dalla scoperta dei sentimenti, un fiume in piena che scivolerà sulla carta dando vita ad un linguaggio espressivo poetico e commovente. Trovato un punto di equilibrio, l’artista è pronto a perderlo ancora, per attivare un nuovo processo evolutivo, a volte doloroso ma propedeutico alla liberazione dei legacci che ci tengono ancorati ai vecchi schemi e alle rassicuranti illusioni. L’osservazione della realtà […] per l’artista è la vera libertà. Questo sentimento è alla base di una serie di opere in cui la libertà s’incarna nella figura simbolica del cavallo, ricercando una sintesi nella tecnica pittorica, data dal michelangiolesco concetto del “togliere” per arrivare proprio all’essenza, osservando gli spazi vuoti: un “vuoto” che non è il “nulla” ma la capacità di contenere altro, di fare spazio all’essenza di noi stessi che aspetta solo di essere compresa, vista, “sentita”. Santo sceglie di usare carta di riso come supporto e un solo colore, quasi un’esigenza di essenzialità che altri colori altererebbero e attraverso un processo di sovrapposizione si arriva al risultato finale. Quella di Santo è un’arte speciale, che cura lo spirito, con un linguaggio fresco e sempre giovane, come l’anima che a differenza del corpo, non invecchia nonostante la saggezza. Durante i suoi viaggi, fonti inesauribili di arricchimento, incontra tanti “maestri”, da ognuno impara la più difficile delle arti, quella di “vivere” e non di esistere”.

 In tre aggettivi, chi è Santo Previtera? 
“Un cercatore “vagamondo” e curioso che ogni mattina ricomincia da capo…”.
Qual è (o quale potrebbe essere) l’aneddoto che meglio ti rappresenta?
“Durante il mio iniziale interesse alla pittura, circa quindici anni fa, comprai dei pennelli cinesi nient’altro che per il loro fascino di oggetti fabbricati a mano. Aggiunsi all’acquisto anche l’inchiostro e la carta di riso. Dopo alcuni tentativi  di esercizi sulle varie pennellate  misi tutto in un cassetto,  quello delle cose dimenticate e che non si aprono quasi più. Poi, tre anni fa, durante l’esecuzione di un acquerello, i pennelli sbucarono fuori dalla memoria e dal cassetto e non vi fecero più ritorno”.
Com’è nata (e cosa alimenta) la tua passione per l’arte e (peculiarmente) per quella orientale?
“Viviamo in un mondo in cui la meraviglia sta sparendo anche dagli occhi dei bambini, lo stupore è uno dei grandi assenti  del nostro tempo. La mia passione nasce da scintille di stupore che chiedono di essere espresse attraverso la tecnica che utilizzo. E la pittura cinese col suo sguardo eternamente meravigliato sulla natura e sul mondo, rispecchia intimamente la mia visione”.
“L’arte, questo prolungamento della foresta delle vostre vene, che si effonde, fuori dal corpo, nell’infinito dello spazio e del tempo”. La riflessione di Filippo Tommaso Marinetti per chiederti: qual è la tua definizione di arte?
“Vedo l’ arte come un contenitore di energia  che ha il potenziale di svelare agli esseri umani la loro Essenza”.
Oggigiorno qual è (o dovrebbe essere) la funzione dell’arte e quali responsabilità deve (o dovrebbe) assumersi?
“Parafrasando  Henri Miller: l’arte non ha alcuna funzione se non quello  di insegnare il senso della vita. Quindi ritengo che la responsabilità sia tanto dell’arte(artista) che del  fruitore che dovrebbe  usarla come uno specchio per osservare se stesso”.

Opere, quelle di Santo Previtera, diversificate da levità, ricercatezza e maestria di un tocco puramente intimista che debella il potenziale monotono dell’inchiostro di china. Opere, sovviene Henri F. Amiel, in cui “ogni paesaggio è uno stato dell’anima”.

Acqua 46x69 cm
Santo Previtera, Acqua
Bambù 100x70 cm
Santo Previtera, Bambù
Luna 66x66 cm
Santo Previtera, Luna

 

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