Da martedì 20 a domenica 25 maggio, al Teatro Vitaliano Brancati di Catania, va in scena l’opera di Luigi Pirandello diretta da Alessandro Averone che ne è anche interprete. Con lui Alessia Giangiuliani, Laura Mazzi, Gabriele Sabatini, Mauro Santopietro, Antonio Tintis
Angelo Baldovino, malvisto dalla società in cui vive a causa del suo passato costellato di imbrogli dovuti al vizio del gioco, accetta di unirsi in matrimonio ad Agata, una giovane donna che aspetta un bambino da un nobile ammogliato, il marchese Fabio Colli… E’ l’inizio della trama de Il piacere dell’onestà, commedia di Luigi Pirandello che arriva ora al Teatro Vitaliano Brancati di Catania per la regia di Alessandro Averone, regista e attore di straordinario talento che, per la sua interpretazione nello spettacolo “Crisi di nervi. Tre atti unici” diretto da Peter Stein, è ora nella terna dei finalisti, come miglior attore protagonista, del premio Le Maschere 2025. Al suo fianco, Alessia Giangiuliani, Laura Mazzi, Gabriele Sabatini, Mauro Santopietro, Antonio Tintis, danno vita alla famosa commedia che si ispira alla novella Tirocinio ed è stata composta nel 1917.
Il matrimonio di Baldovino con Agata deve creare l’apparenza della rispettabilità ed evitare lo scandalo e l’uomo, con questa scelta, vuole farsi vendetta contro la società che “nega ogni credito alla mia firma”, cercando di apparire onesto all’interno di una lucida finzione in un mondo che non rende affatto facile esserlo. L’apparenza di onestà che gli viene richiesta lo spinge a comportarsi in modo sincero mentre intorno gli altri faranno fatica a mantenere “la parte”.
«Ci muoviamo costantemente circondati da immagini – dice Alessandro Averone -. Infinite immagini di come gli altri ci appaiono, di come noi appariamo a noi stessi e al mondo che ci circonda. Immagini di come vorremmo essere percepiti, di come gli altri vorrebbero essere visti da noi. Forme, involucri a cui l’uomo si aggrappa disperatamente per ancorarsi ad un senso del proprio essere. Il dibattersi grottesco dell’essere umano nel tentativo di rinchiudere la sostanza della propria persona in una forma riconoscibile che ne sancisca una verità. Non importa come e non importa a che prezzo. Fosse anche la limpida e chiara onestà di una menzogna costruita a tavolino, di comune accordo. Per sopravvivere. Con la consueta causticità e maestria delle dinamiche teatrali, Pirandello ci accompagna all’interno di un salotto borghese, luogo principe dell’ipocrisia e dell’immagine, e ci mostra con un limpido paradosso, la drammatica e ridicola difficoltà di essere radicalmente e compiutamente se stessi».
Repliche
Martedì 20 maggio ore 21
Mercoledì 21 maggio ore 20
Giovedì 22 maggio ore 17,30
Venerdì 23 maggio ore 17,30
Sabato 24 maggio ore 17,30; ore 21
Domenica 25 maggio ore 17,30