Tu spezzi al pianoforte i tasti

Mark Kostabi, Artista
Mark Kostabi, Artista



Tu spezzi i tasti al pianoforte, pur di cantare

la vita all’universo drogato di sonno, privo d’udito, quindi
diversamente abile.
Non sa che farsene del tuo spartito-urlo
non lo giudica.
Gli scorri dentro, feto nel suo ovattato utero
e pare strano che ti respinga e non t’ami
come una madre il figlio.
Se poi ha eleganza quel tuo dolore nell’esistere
somiglierai ad un antico eroe che poi smemoria.
Fumosa storia singola, in solitudine
all’ora del thè buono – le diciassette circa – fra ritmo…
o consuetudine, anglofila banalità senza radici, o solo posa
di caffè lasciato lì da tempo (nella madia)
senza più aroma e quasi per vergogna di tradurlo.
Ma se tutto qui cambia, cede e s’adegua a una ragione figula
ritorni al volo come l’allodola nel prato e cerchi l’occhio,
l’occhio di un dio vedente.
Doveva esserci almeno Lui… e invece…
presto capisci come si narrano le favole.
E il piano – forte più non suona, il thè non fuma,
ferma è l’allodola, non trovi l’occhio.
Si batte il petto il Nulla.

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