#1Libroin5W
CHI?
Alla fine del Settecento si diffonde la moda dei viaggi di formazione. Le famiglie agiate offrono ai propri figli lunghi soggiorni in Europa, al fine di spezzare il circolo delle abitudini, incontrare l’alterità dell’altro, completare il proprio itinerario formativo e entrare nell’età adulta. Lo studio della filosofia è come un grandioso viaggio di formazione, un percorso di autonomia da affrontare con notevole spirito di avventura, che, grazie al contatto con la differenza, rimescola le carte, ridisegna il paesaggio interiore, nutre la persona e ne trasforma l’identità. Lungo il cammino filosofico le occasioni di maturazione e di approfondimento sono costituite dalle grandi questioni e dai tentativi di risoluzione dei problemi escogitati dai pensatori del passato. Confrontarsi con Aristotele è come salire su una vetta altissima e rendersi conto di come da lì le cose si mostrino più nitidamente. Dunque, i veri protagonisti del libro sono i giganti del pensiero classico, figure eccezionali che non si limitano a passare sulla Terra ma che lasciano impronte significative nella sabbia della vita che noi possiamo cogliere e seguire. In fondo, il miglior vaccino contro il letargo civile e l’anoressia intellettuale.
COSA?
Oggi ognuno è curvo sul proprio schermo, chiuso all’interno della propria bolla. Cerchiamo di riempire ogni istante: un messaggio mentre siamo in fila, un video mentre mangiamo, una notifica mentre camminiamo. Non ci accorgiamo più di avere bisogni, emozioni, fame, sete, stanchezza. Non usciamo mai dalla corrente, la subiamo, ci anneghiamo. Siamo ovunque, tranne che in noi stessi. E così, piano piano, non ci siamo più; né per noi, né per chi ci sta vicino. I nostri alunni stanno crescendo così. E non possiamo limitarci a dire di spegnere il telefono. Sarebbe come dire a un naufrago di lasciare la zattera. Dunque, il libro parla del tentativo della storia delle idee di insegnare a nuotare, cioè a stare nel tempo senza bisogno di fuggire nella distrazione, a dare un nome alle emozioni, a rispondere al bisogno primario dell’uomo, il bisogno di senso. Infatti, l’incontro con la filosofia è l’incontro che apre mondi, la scossa che trasforma la vita, cioè dona una forma nuova all’esistenza. Non di rado la filosofia è considerata un lusso da buongustai, una branca del superfluo; eppure continua a custodire una carica di energia contagiosa e una prodigiosa capacità di stupire per la sua capacità di riparare l’umano ferito e di portarlo a compimento.
QUANDO?
Ho conosciuto e apprezzato il prof. Adriano Di Gregorio nel periodo universitario, quando c’era ancora la lira. Insegna nelle scuole superiori, ha un canale youtube seguitissimo, ha pubblicato diversi saggi e romanzi e dirige, per Algra Editore, la collana Il prof (e non solo) racconta. Quando mi ha proposto di curare la parte relativa alla filosofia, ho accettato con entusiasmo, perchè ricordo perfettamente i discorsi, i progetti, i sogni di quando eravamo ragazzi; in particolare, la voglia di “portare il fuoco” e di arrivare a tutti. Il fuoco ustiona, sconvolge, illumina, riscalda, accende. Non c’è didattica senza incontro col fuoco, perché si insegna soprattutto attraverso il desiderio di insegnare. E’ facile educare chi è già educato. Il cuore della sfida educativa è trovare le parole giuste e i gesti adeguati per coinvolgere e trascinare chi sta all’ultimo banco. Da qui il carattere divulgativo della collana, con una consapevolezza chiara: bisogna distinguere sempre la banalizzazione, che consiste nel dimenticare l’essenziale, dalla semplificazione, cioè il tentativo di dire ciò che è veramente essenziale. Così, il possibile di ieri è diventato il reale di oggi.
DOVE?
Per tanti anni ho insegnato in contesti a dir poco difficili, luoghi geograficamente isolati, socialmente feriti, economicamente svantaggiati, culturalmente diroccati. Se in una classe il più buono ha l’ergastolo, la scuola diventa una frontiera di resistenza umana; non è solo trasmettere contenuti ma offrire un’alternativa, una via d’uscita, una possibilità di riscatto. Nel corso dei lunghi anni nelle trincee educative più esposte, durante i viaggi infiniti tipici del pendolarismo estremo e nei momenti in cui si esce dalla corrente delle cose per tuffarsi nelle zone poco frequentate della propria anima ritornava in modo martellante sempre la stessa domanda: come trovare la password per entrare nel mondo interiore degli studenti? È questo il luogo dell’anima dove è nato LA FILOSOFIA RACCONTATA AI RAGAZZI… E NON SOLO!, cioè la traduzione del senso profondo della mia azione formativa: stare dentro lo spirito del tempo senza per questo assecondarlo, coniugare profondità teorica e chiarezza espositiva, essere rigorosi riguardo alla sostanza e innovare il più possibile le forme della didattica.
PERCHÈ?
All’inizio del Simposio di Platone troviamo una scena madre, una scena filosofica che raffigura il modo corretto di intendere l’insegnamento e rappresenta l’atto di nascita della didattica in Occidente. Agatone, un giovane e ricco intellettuale, organizza un banchetto per festeggiare la sua vittoria in una competizione poetica. Quando arriva Socrate gli chiede in modo pressante di potersi sedere accanto a lui, affinchè la sua mente, che è come una coppa vuota, possa essere riempita dal prezioso fluido del sapere del maestro. L’apprendimento, dunque, avverrebbe tramite un travaso, un’acquisizione passiva di contenuti, routine senza desiderio. Socrate si sottrae a questa richiesta, non solo perchè non può dare il sapere che non ha ma anche e soprattutto perchè la strada maestra è un’altra. Bisogna trasformare la mente da coppa vuota in mente amante del sapere, cioè in filo-sofia, cioè mettersi in moto verso il sapere. Come scrive Massimo Recalcati, per arrivare al sapere ci vuole il desiderio di sapere e questa spinta nasce per contagio, da un incontro con un testimone della forza del desiderio. Io ho avuto la fortuna incredibile di avere come testimoni i grandi maestri del liceo Spedalieri (il preside Cuccia, il prof. Pagano, don Ciccio Ventorino e tanti altri) e il fine ultimo del libro è quello di fare agli altri ciò che lo Spedalieri ha fatto a me, cioè accendere il grande fuoco del desiderio di sapere.
Scelti per voi
Grazie ai libri, possiamo dialogare con i giganti del pensiero del mondo greco o del medioevo come se fossero i nostri vicini di casa, mettendo a confronto le nostre domande, i nostri dubbi e le nostre risposte con le loro. Non voglio sottovalutare i vostri vicini di casa ma chiacchierare con Platone ha un fascino davvero incredibile; leggere per credere. L’incontro con la filosofia è un incontro straordinario e l’intento di fondo di queste pagine è quello di fare agli altri ciò che la filosofia ha fatto a me: saper interrogare la Luna meglio del pastore di Leopardi.
Guglielmo, 3 anni: “Mamma, tu sai leggere, papà sa leggere, i nonni, le zie, i cugini, gli amici sanno leggere; ma io perché non so leggere?”
Mamma: “E fin dalla più tenera età cominciò a filosofare”. (pp. 11-12)
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Da dove deriva il bisogno di filosofare? Davanti a una domanda così difficile e intrigante, la cosa migliore è chiedere aiuto a chi ne sa più di noi. La giro subito al gruppo WhatsApp “I Maradona della filosofia”. Vediamo se ci calcolano. Ha scritto Platone! “Si addice particolarmente al filosofo questa tua sensazione: il meravigliarti. Non vi è altro inizio della filosofia, se non questo”.
E adesso è arrivato anche il parere di Aristotele! “Gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia: mentre da principio restavano meravigliati di fronte alle difficoltà più semplici, in seguito, progredendo a poco a poco, giunsero a porsi problemi sempre maggiori: per esempio i problemi riguardanti i fenomeni della Luna e quelli del Sole e degli astri, o i problemi riguardanti la generazione dell’intero universo”. Hanno risposto e per di più subito. Le persone veramente sapienti non se la tirano, perché sono consapevoli dei loro limiti. Dunque, la sorgente della filosofia è la meraviglia, termine che rimanda al verbo latino miror, il cui primo significato è “essere sorpreso”. La capacità di stupirsi nasce di fronte allo spettacolo strepitoso del mondo, all’ignoto, all’imprevedibile, a ciò che emoziona ma anche a ciò che può provocare dolore o paura. Senza rendermene conto ho disegnato l’anima vera della V B 2023/2024. Con la sua profondità, creatività, energia vitale, le sue storie da libro Cuore, le sue canzoni, le sue poesie, i suoi video, i suoi uncinetti e i suoi droni ha rotto gli argini in cerca di qualche per sempre, forzando la serratura dei nostri cassetti interiori più segreti e aiutando ci a riscoprire l’obbedienza a quel che sentiamo di essere davvero e la libertà di diventarlo. (pp. 13-14)
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Il pensiero filosofico rappresenta un vero e proprio attacco al mito, dato che si allontana dalle credenze inconsapevoli, da ciò che si ritiene vero senza discussione. La filosofia è un’indagine razionale, libera e critica, qualcosa di totalmente inedito nel panorama dell’antichità; una compagna di viaggio che non cavalca unicorni ma è capace di scuotere l’ordinarietà del quotidiano e di dare un senso nuovo all’esistenza. Ripartiamo dalla filosofia. Perché? Per riappropriarci di ciò che abbiamo dimenticato e che si sta spegnendo: la ricchezza interiore che nutre la vita. (pp. 18-19)
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Guglielmo La Cognata. Scartato dalle SS perché troppo severo, discendente diretto della signorina Rottermeier, svolge dal 1998 la professione di domatore di studenti. Grazie alla storia, alla filosofia, a modelli insuperabili come il professore Francesco Ventorino, a internet e allo Spirito Santo, tenta di far essere la scuola ciò che dovrebbe essere, il luogo “dove i sogni imparano a camminare”.