#1Libroin5WPOESIA.: Anita Piscazzi, “L’erranza”, peQuod.

#1Libroin5WPOESIA

 

Chi?

Il protagonista della raccolta è il cammino interiore in costante ricerca del silenzio più estremo, al di là dello spazio e del tempo in una dimensione misterica e di metafisica visionarietà che fa de “L’erranza” l’indagine del percorso poetico inteso come visione mistica, come destino spirituale, in cui ogni luogo diventa un segno del nostro incessante vagare.

Cosa?

I due grandi temi, sui quali ho voluto indagare che attraversano tutto il corpus e lo unificano, sono essenzialmente il silenzio e la luce. Quello del silenzio per un bisogno che alimenta la mia sfera interiore e per l’invito rivolto ai lettori a percorrere la via della spoliazione, della nudità intesa come uno scrostarsi dell’eccessivo rumore e di scorie esterne che disturbano lo spazio primordiale, originario della non creazione. Ma soprattutto, per alimentare e custodire quella connotazione spirituale, cifra della mia scrittura poetica che è frutto della mia costante ricerca interiore che è vitale e mi dà energia. Così ho scoperto, attraverso la meditazione e l’ascolto di quell’unica voce interiore che tutto mi riportava alla luce e ho iniziato ad indagare anche su questo tema non semplice, diventato il filo che tesse “L’erranza”.

Quando?

L’idea di questo progetto è nata circa cinque anni fa, quando ho sentito la necessità di un forte cambiamento, in particolare nell’abitare il mondo in maniera diversa, in una relazione più spirituale con la natura e con l’altro. Nel 2020, parte di alcune poesie presenti in questa raccolta sono diventate libretto di un cd poetico-musicale dal titolo “Ferma l’ali”, frutto di una collaborazione artistica con Michel Godard, tra i maggiori compositori e musicisti francesi contemporanei. In seguito, ha preso piede lo sviluppo del corpo della raccolta, così la stesura della seconda sezione dal titolo “Erranza, dieci variazioni sul tema” è diventato ed è ancora un progetto ‘piano/poetico’: letture in contemporanea con mie improvvisazioni pianistiche. L’ultima sezione che conclude questo cammino è figlia di un momento difficile della mia vita, grazie al quale ho spostato completamente la visione della mia esistenza aprendo una nuova strada ad una maggiore possibilità di crescita interiore e di cambiamento.

Dove?

Non c’è un luogo tangibile e ben preciso in cui ha avuto origine l’idea di questo libro. Sicuramente il corpo del testo ha avuto la sua genesi ed è cresciuto dimorando interiormente in una dimensione che si è allargata fino al bisogno di cercare l’oltre, l’invisibile, seguendo quell’asse che sempre ha unito l’uomo con il cosmo e che ultimamente abbiamo dimenticato, prova ne è l’abilità ad ascoltare e il tendere all’infinito di ciascuno di noi.

Perché?

“L’erranza” è stato il titolo che ho scelto fin da subito perché etimologicamente ha due significati in un unico verbo: errare, dunque sbagliare, perdersi e perdere i punti di riferimento più sicuri, ma errare ha anche il significato di cammino, di andare alla continua ricerca, nel mio caso del silenzio fatto di universi, di altre dimensioni e di abissi interiori, dove si annida la non esistenza che fa “trasumanare senza fine”. Chi avrà piacere di leggere questo libro, si ritroverà in un’avventura umana – spirituale continuamente in cammino, anche quando penserà di restare perché l’erranza non può esistere senza la restanza, aspetti inseparabili della vita che stabiliscono una reciprocità. Non si resta mai del tutto, così come non si parte mai in modo definitivo. Chi lega il proprio corpo a un luogo, di solito migra attraverso la propria mente.

 

 

Scelte per voi

 

Tutto ebbe inizio con la spoliazione
della pelle

sottile scollarsi di un’altra me.

Amai quella velina occupata a venir fuori
dal cratere, senza principio,

immune dai miracoli e dai dogmi.

Il petto degli altri è un lupo.

 

 

Per privarmi di me stessa e degli altri,
ho alzato le vele alla primavera,

ho seguito il cespo dei muschi
perché sotto le scarpe
si attaccasse la polvere della mia terra,

per ricordarla quando gli altri non mi riconoscono.

Sono fuscello che vola, mendicante di anfore eterne,
ad ogni alba prego che l’acqua sia fresca
che l’essere mio più fonte non veda.

 

 

Ogni rosa parla del segreto dell’universo e dice:
“Questo solo posso darti”.

L’occhio cerca nel mondo il suo profumo
per vedere l’invisibile.

Tu cosa cerchi con tanta cura?

 

 

*

Anita Piscazzi, poeta, pianista e ricercatrice. Si occupa di studi etnomusicologici e didattico-musicali. Ha pubblicato: Amal (Palomar,2007), Maremàje (Campanotto,2012), Alba che non so (CartaCanta, 2018) Ferma l’Ali, cd poetico-musicale (desuonatori,2020), il romanzo Canto a silenzio. Anna Magdalena Bach (Florestano, 2022) e L’erranza (peQuod,2023). Ha curato Sotto traccia, antologia poetica di autori vari (Latitudine 41, 2022). Tradotta in diverse lingue, è in “Ossigeno Nascente” (Atlante dei poeti contemporanei italiani – Università di Bologna), in Almanacco dei poeti e della poesia contemporanea (Raffaelli, 2018) e in RaiPoesia. Impegnata in festival poetico- musicali sia in Italia che all’estero è stata pubblicata in antologie e in riviste italiane ed internazionali. Ha collaborato ai progetti poetico-musicali: “Alda e il soldato rock” con Eugenio Finardi; “Ferma l’Ali” con Michel Godard e al progetto teatrale: “Miss Kilimangiaro” in Kenya per “Avis for Children”. È redattrice di LaboratoriPoesia e collabora con diverse riviste culturali.

(la foto in copertina  è di MeshPhoto@2.0)

 

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