#1Libroin5WPoesia.: Francesca Del Moro, Sovraliminale, Edizioni Progetto Cultura.

#1Libroin5WPoesia

Chi?

Personaggi storici e protagonisti di opere d’arte, soprattutto cinematografiche: Pietro Valpreda; Domenica e gli otto colleghi vittime dell’eccidio delle Reggiane, il 28 luglio 1943; Peppino Impastato e i mafiosi; Aldo Moro, gli uomini della scorta, Cossiga e le brigate rosse; Sergio Marchionne; Sara Godfarb interpretata da Ellen Burstyn nel film Requiem for a Dream di Darren Aronofsky; Charlie interpretato da Brendan Fraser nel film The Whale di Darren Aronofsky; Mouth, la protagonista del dramaticule Not I di Samuel Beckett. A volte, personaggi realmente vissuti convergono con le loro immagini cinematografiche: è il caso di J. Robert Oppenheimer (interpretato da Cillian Murphy nel film Oppenheimer di Christopher Nolan), di Isabella Viola, interpretata da Isabella Ragonese nel film Sole cuore amore di Daniele Vicari e di Gesù Cristo e Giuda, interpretati rispettivamente da Ted Neeley e Carl Anderson nel film Jesus Christ Superstar diretto da Norman Jewison.

Cosa?

Tutto parte dalla fascinazione per questa parola, “Sovraliminale”, poco conosciuta e raramente usata, che ho incontrato per la prima volta leggendo il carteggio tra il filosofo e scrittore tedesco Günther Anders e il pilota di Hiroshima Claude Eatherly tradotto da Micaela Latini e riunito nel libro L‘ultima vittima di Hiroshima. Il carteggio con Claude Eatherly, il pilota della bomba atomica pubblicato da Mimesis nel 2016. Nel libro Die Antiquiertheit des Menschen, pubblicato nel 1956 e uscito in italiano con il titolo L’uomo è antiquato (traduzione di Laura Dallapiccola, Bollati Boringhieri), Anders aveva definito überschwellig, “sovraliminale”, la dimensione in cui l’umanità è entrata dopo il lancio della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki, un evento spartiacque, di grandezza inimmaginabile, tale da superare ogni capacità di rappresentazione. Il male in cui oggi siamo immersi è difficile da percepire: il capitalismo globale ci rende responsabili di violenze lontane da noi, di cui non ci rendiamo conto o alle quali siamo assuefatti. Ci incastra in un sistema che noi stessi facciamo funzionare con la docilità dell’ingranaggio bene oliato, togliendoci perfino la capacità di concepire un mondo diverso. “È più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo” recita una frase di incerta paternità, a volte attribuita al filosofo marxista sloveno Slavoj Žižek e a volte al critico letterario e politologo statunitense Fredric Jameson. Il male della moderna società è troppo grande, onnipervasivo per poter essere pienamente percepito e dunque contrastato. È al di sopra della soglia della nostra coscienza: è “sovraliminale”.

Quando?

L’idea del libro è nata nel 2019, mettendo insieme alcuni testi di argomento politico, filosofico, religioso e affidandomi come a una guida a quella parola che tanto mi aveva affascinato. Nel 2020, poi, il suicidio di mio figlio ha spento in me ogni interesse per la vita, ogni barlume di passione politica, ogni speranza in un’umanità e in una me stessa migliori. Per circa tre anni ho potuto solo parlare della perdita e dei miei sforzi per sopravvivere. Ho ripreso in mano il progetto quando ho ricevuto da una casa editrice bolognese una richiesta di materiali per una plaquette. Gli editori avevano accettato di pubblicare il libro considerandolo però poco convincente, in quanto “già sentito” e inferiore alla “scrittura femminile” di cui avevo dato prova in Ex Madre, così ho rinunciato per rivolgermi a qualcuno che credesse in quei versi.  Mi sono ricordata che anni prima non avevo potuto raccogliere l’invito di Cinzia Marulli a far parte della sua collana Le Gemme per le Edizioni Progetto Cultura perché in quel momento non avevo alcun materiale decente, e mi sono riproposta.

Dove?

Metaforicamente il libro è nato a Hiroshima, la città in cui ha preso tragica forma il sovraliminale di cui parla Günther Anders. Non a caso l’ultima poesia si ispira a Oppenheimer, l’inventore della bomba atomica. I versi si spostano tra vari luoghi, da Reggio Emilia con l’eccidio delle Reggiane a Roma con la storia di Isabella Viola e l’omicidio di Aldo Moro e della sua scorta, a Palermo, con Peppino Impastato, ma in genere lo spazio è indefinito. La raccolta si è sviluppata mettendo insieme vari testi di ispirazione filosofica, politica e religiosa, riconducibili al concetto di “sovraliminale”. Ne avevo scritti una sessantina quando la morte di mio figlio mi ha portata ad abbandonarli e per questa pubblicazione ne ho salvati poco meno della metà aggiungendovi alcuni testi di ispirazione cinematografica scritti più di recente.

Perché?  

Trovo che spesso, col pretesto della memoria, si finisca per guardare in prevalenza al passato, senza provare a leggere il presente e a questo reagire. La Storia ci presenta fatti già interpretati, in cui ci appare chiaro chi fossero i cattivi e chi i buoni e dunque da che parte stare. Non è difficile essere antifascisti oggi, ma quanti possono dirsi certi che lo sarebbero stati quando il fascismo cominciava a irretire le masse o quando si trovava all’apice del potere? Quella a cui dobbiamo ribellarci è un’altra dittatura ipocrita, avvolgente, un nemico dal volto sfumato, imprendibile. È un sistema volto al profitto e alla sopraffazione, che ci rende partecipi dei suoi crimini senza farcene avvertire la responsabilità. Che ci illude di essere liberi condizionando pesantemente le nostre scelte. Questo libro vuole portare a riflettere sulla necessità di mettere a fuoco i meccanismi del capitalismo globale, per poterlo finalmente mettere in discussione.

scelti per voi

 

Pulcini

La lama vorticando
ne sfarina a decine
in un attimo.

Ma le mani raccolgono
con grazia le posate.
I polsini della camicia
sono stirati di fresco
immacolati.

9 maggio 1978

(a Palermo)
Si riassume nel viso
il metodo mafioso
nei lineamenti larghi
gli occhi penetranti
le labbra sospese
tra ghigno e sorriso
i solchi nella fronte
che sa di appartenere
a una razza superiore.
Promette e rassicura
e tu hai i brividi in gola.
Lui che aveva coraggio
si è dissolto nella notte
tu che tremi di paura
rimani al loro fianco
con la cesta in regalo,
mantieni il corpo intatto,
ti spezzano piano piano.

(a Roma)
Uno imbiancò di botto
gli altri vociarono
il loro coro di ideali.

Lui pregava
tra i cinque morti prima
e gli altri morti dopo.

Da ambo le parti c’era
una tremenda ragionevolezza.

Oggi per spegnere la lotta
basta rimuovere la parola
e mantenere la cosa
distruggere la parola
esacerbare la cosa.

Gli assassini sullo sfondo
dei loro interni borghesi
sono ormai vecchi calmi
che si raccontano.

Gli artigli del potere
stanno piantati al loro posto.

Gli occhi caddero in cent’anni
erosi dai farmaci, sfarfallanti
mentre guardavano un film russo
sui tiranni e lo tsunami
delle loro folle agghiaccianti.

(ispirata a Fairytale, film diretto da Aleksandr Sokurov)

Francesca Del Moro (nella foto in copertina di Daniele Ferroni) è nata a Livorno nel 1971 e vive a Bologna. È laureata in lingue e dottore di ricerca in Scienza della traduzione. Ha pubblicato i libri di poesia Fuori tempo (Giraldi, 2005), Non a sua immagine (Giraldi, 2007), Quella che resta (Giraldi, 2008), Gabbiani ipotetici (Cicorivolta, 2013), Le conseguenze della musica (Cicorivolta, 2014), Gli obbedienti (Cicorivolta, 2016), Una piccolissima morte (edizionifolli, 2017, ripubblicato nel 2018 come ebook nella collana Versante Ripido / LaRecherche), La statura della palma. Canti di martiri antiche (Cofine, 2019), Ex madre (Arcipelago Itaca, 2022), Questo posto buono (edizionifolli, 2023), Sovraliminale (Progetto Cultura, 2023) e L (Gattomerlino, 2024). Ha curato e tradotto numerosi volumi di saggistica e narrativa e ha pubblicato una traduzione isometrica delle Fleurs du Mal di Baudelaire (Le Cáriti, 2010) e la traduzione dei Derniers Vers di Jules Laforgue (Marco Saya, 2020). Fa parte del collettivo Arts Factory e del Club Pavese+Tenco insieme a Federica Gonnelli e alla fondatrice Adriana M. Soldini, con le quali ha contribuito come traduttrice e performer ai cataloghi, alle opere di videoarte e alle performance di presentazione delle mostre collettive di arte contemporanea Scorporo (2011), Into the Darkness (2012) e Look at Me! (2013), nonché allo spettacolo Rose gialle in una coppa nera dedicato a Cesare Pavese e Luigi Tenco (2018). Propone performance di musica e poesia insieme alle Memorie dal SottoSuono, con cui ha inciso due brani inclusi nelle compilation Leitmotiv 13 (2013) e Leitmotiv 14 (2014) prodotte da Fuzz Studio e ha partecipato alla realizzazione del primo album omonimo (2016). Nel 2013 ha pubblicato la biografia della rock band Placebo La rosa e la corda. Placebo 20 Years, edita da Sound and Vision. Dal 2007 organizza eventi in collaborazione con varie associazioni bolognesi e fa parte del comitato organizzativo del festival multidisciplinare Bologna in Lettere.

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