“A un discepolo solitario” di William Carlos Williams («il nucleo/ di ogni ricerca,/ l’eterno»), “Mattino della seconda neve” di Elena Švarc («Fino alla morte è vivo il presentire vita») e “La guerra delle bestie e degli animali” di Marija Stepanova («parola detta, non sa ritornare»), impreziosiscono “CapoVersi”, originale collana di poesia Bompiani, curata da Beatrice Masini con Paolo Maria Bonora e Gerardo Masuccio. “CapoVersi – lo ricordiamo -, come “versi capitali”. CapoVersi come mappe, direzioni e punti cardinali. CapoVersi come ripresa della scrittura dopo un invio a capo, come rinascita di chi trova nel verso e nella sua ineffabilità il corrimano che allevia la salita senza rivelarne il mistero”.
«Sono io,/ non la povera bestia lì stesa/ a guaire di dolore/ che di soprassalto mi riporta a me stesso –/ come fosse esplosa/ una bomba, una bomba che ha riversato/ tutti i rifiuti del mondo». Versi di William Carlos Williams (Rutherford, 1883 – 1963), classico intramontabile della poesia statunitense del Novecento, “Poet Laureate” nel 1950, vincitore, tra gli altri, del “National Book Award for Poetry” e del “Pulitzer” nel 1963. Con l’antologia (testo inglese a fronte), tradotta da Damiano Abeni, il curatore Luigi Sampietro, scandaglia l’ispiratissima produzione di un quarantennio, chiarendo come «Williams non era un intellettuale – non nel senso corrente del termine – ma possedeva uno straordinario talento poetico; era uno scrittore per il quale la pratica è sempre venuta prima della grammatica, che credeva in una poesia in cui l’atto stesso di citare, ovvero nominare un oggetto comportasse un atto di partecipazione».
«Andrò cercando/ chi amo/ negli anfratti dell’Universo,/ nei suoi buchi neri,/ nella criniera incorrotta del cosmo,/ nella barba di Dio,/ in questo bosco incantato di chiome». Versi di Elena Švarc (San Pietroburgo, 1948 – 2010), una vita nell’attesa di “parole sonanti”. Tra i riconoscimenti ottenuti ricordiamo il “Severnaja Pal’mira”, nel 1999, e il “Premio Gogol”, nel 2004. Per il lettore italiano è disponibile anche “Gli omuncoli e altre storie” (Edizioni del Foglio Clandestino, 2011). Alessandro Niero, curatore del volume Bompiani (con testo russo a fronte), chiarisce come avvicinare la poesia della Švarc (Schwarz) «significa essere attratti dentro un piccolo continente che – (…) – è il più grande universo tra i poeti russi della seconda metà del XX secolo. È un angolo privato, ma anche un atrio pubblico; particella del cosmo, ma anche cosmo appallottolato in un fazzoletto-essere-umano; apertura all’infinito, ma anche sua repentina perimetrazione».
«Corpi della poesia, voi siete sparsi qui e là,/ come bossoli di plastica sparati/ che non sanno decomporsi». Versi di Marija Stepanova (Mosca, 1972), stimata autrice (anche in prosa e saggistica), ha ottenuto prestigiosi premi di poesia e letteratura tra cui il “Pasternak”, 2005, il “Big Moscow Score Prize”, nel 2009, il “Nos Award”, nel 2019. I cinque poemetti del volume curato da Daniela Liberti e Alessandro Farsetti (con testo russo a fronte), scritti tra il 2015 e il 2020 e raccolti dall’autrice (nella foto di Sergey Melikhov) per il pubblico italiano, si collocano al “crocevia di diverse tradizioni poetiche” con la peculiarità che la poesia si fa “strumento della memoria e della sperimentazione tecnica e tematica”.
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Cos’è mai la poesia? / Più d’una risposta incerta / è stata già data in proposito. / Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo / come alla salvezza di un corrimano.
Con questi versi la poetessa Wisława Szymborska illustrava a se stessa e al lettore la natura della poesia, nel tentativo necessario e insieme vano di esprimere l’ineffabile e circoscriverlo nel perimetro di una definizione. Sembra che la poesia si sottragga a ogni norma, che esuli dalle categorie, rifugga le etichette e ciononostante sappia cogliere l’essenza della vita umana nella sua inspiegabile ambiguità.
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(la versione ridotta di questa segnalazione letteraria a cura di Grazia Calanna, è apparsa sul quotidiano LA SICILIA del 04.06.2023, pagina Cultura, rubrica “Ridenti e Fuggitivi”).