Bianca Madeccia. Variazioni sul buio

Variazioni sul buio Bianca Madeccia

Sembra partire da un punto di non ritorno la poesia di Bianca Madeccia. Il punto di non ritorno della consapevolezza umana e poetica. Nessuna arrendevolezza però né di scrittura né di pensiero, bensì l’energia, la “strenuità” che ha colto molto bene Maria Grazia Calandrone in prefazione, sospinge questi versi. Se il destino è nel nome, quello di Bianca, dal nitore-candore liliaceo, va “oltre la calce silenziosa / delle creature dimenticate” accostandosi alla perfetta solitudine solenne della statua per misurarla, forse, con un io (e un ideale ingannevole) da cui affrancarsi (“donaci dunque di poter dire la morte del bianco”). Si fa “signora del sentiero, antitesi del giglio” l’autrice e nel buio dove ci conduce non c’è paura infantile. Lei, custode della lingua o della sua assenza, mantiene chiara e forte la voce, perché “Diverso è l’idioma ma non la fame che abbiamo / anche l’ira è la stessa e identico il pugnale”. Il bianco pervade queste vorticose variazioni, il bianco del silenzio che brucia come il sale, il bianco di lenzuola, di luna, di lino, d’ossa, di una “sequenza delle ore morte”, dell’aria. Il buio somiglia a un grembo dove stipare i residui di luce e umanità, rotto dai lampi dei roghi, dal fuoco che purifica tutto “nell’ora degli incendi”. I dolori, le assenze, gli addii, “tutti in rigoroso disordine alfabetico”, aspettano oblio e silenzio, “Anonimi scultori [che] ci cancelleranno presto dalle mappe”. La morte esistenziale di “corpi preoccupati più di camminare che di lasciar tracce” è osservata con pena dall’autrice ma anche con lo sguardo puntato altrove, tra le dune del deserto, a permetterle di scavalcare tanta miseria: “inabissare il peso nella consistenza ultima / è necessario perché il cuore abbia il tempo / di guarire prima della fine del viaggio”. Così ci proietta, in questo densissimo transito catartico, “in un giorno liquido e lucente” nel mare-cerchio finale, dove “i vasti spazi riducono le grida a mormorii” e la sparizione dei vocaboli coincide con  la fine dei conflitti.

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Bianca Madeccia, giornalista professionista, dal 1990 al 2002 è stata redattrice di “Avvenimenti” (ora Left) dove, tra le altre cose, è stata responsabile dell’inserto letterario Avvenimentilibri. Scrittrice e ricercatrice visiva è autrice della raccolta poetica L’acqua e la pietra (Lietocolle), di “Tempo”, plaquette d’arte a tiratura limitata con fotografie di Carlo Porrini (IlFiloDiPartenope), Dei tre modi del camminarti (Collezione di sabbia, FiloDiPartenope), di Variazioni sul buio, di Àncore stellari, edizione d’arte numerata (in collezione privata depositata presso il “Museo di Ronsard”, Tours, Francia, 2011) e di videopoemi  (alcuni visibili su youtube) che sono stati presentati in festival e rassegne di poesia italiana contemporanea. Vincitrice nel 2010 della 25° edizione del premio nazionale di letteratura “Libero de Libero”, nel 2007 del premio nazionale “Fonopoli” con l’installazione di poesia visiva “Tessere il silenzio”, nel 2006 di “Culturexpress” premio nazionale della Fondazione Eni Enrico Mattei. Nel 2009 il suo poemetto “Elektra.Digital.Suite. Quattordici scenari digitali e cinque quadri analogici” è stato selezionato per la finale della manifestazione internazionale “Forme uniche di continuità nello spazio” e musicato dal compositore polacco Jakub Polaczyk. Suoi testi (poesia e microracconti) sono presenti in numerose antologie. Sue poesie, racconti, saggi e articoli sono stati pubblicati sulle riviste: Poesia di Crocetti, La Mosca di Milano, La Stampa, Ellin Selae, Ctonia, FemminartRewiev, Mangialibri e sui lit-blog e riviste letterarie presenti sul web: La dimora del tempo sospeso, Viadellebelledonne, Vico Acitillo, La poesia e lo spirito, Nazione Indiana, LucaniaArt, Blanc de ta nuque, Poesia 2.0. In radio suoi testi sono stati presentati a RaiRadio1 (2007) a Zapping da Aldo Forbice e su Rai 3 Suite (2010) da Nicola Campogrande. Cura in rete “Epitaffi in video” un canale di videopoesia e reading d’autore.  Ha partecipato e partecipa a reading dal vivo in festival e rassegne in ogni parte d’Italia.  Dal 2008 è direttrice artistica del Festival nazionale di poesia contemporanea “Silenzi in forma di poesia” rassegna inserita nel “Maggio Sermonetano” (Sermoneta, Lt), manifestazione che ha cercato di portare alla luce voci, stili, generi, tendenze attualmente presenti nei cantieri della poesia italiana contemporanea. Si sono occupati del suo lavoro: Angelo Favaro, Aky Vetere, Fortuna della Porta, Franco Vivona, Annamaria Ferramosca, Giovanni Nuscis, Ivano Mugnaini, Luciano Pagano, Mimmo Grasso, Leone D’Ambrosio, Cristina Contilli, Raffaele Piazza, Daniela Raimondi, Victoria Surliuga, Giorgio Bàrberi Squarotti, Maurizio Cucchi, Francesca Mazzucato, Giacomo Cerrai, Gian Paolo Grattarola, Roberto Bertoni, Giuseppe Napolitano, Sergio Zanone, Luisa Pianzola, Antonio Fiori, Stefano Guglielmin, Maria Grazia Calandrone. (biancamadeccia.wordpress.com)

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