Tu che vanitosa esplodi
Tu che fragorosa deflagri
Ignimbrite e caligine

Come donna sinuosa
che cerca attenzioni
erompi e cresci minacciosa:
Calma, O Etna!

Colei ch’ i Normanni ti videro quale Avalon
Paradisiaca con dentro i fabbri
Forgiatori d’Excalibur

Calma, O Etna! Calma, Avalon!
Non pianger più cenere
Non spruzzar più lapilli

Mangiasti ‘l grande Empedocle
Ma Nicoloso Antonio gloriasti
Sii vanitosa ma sii calma!

C’è qualche John Brett oggi
In grado di coglierti cinerea
Come nella grande eruzione del 1863?

Da Taormina svetti pomposa
I tuoi seni prorompenti in posa
Invitano a scalarti e a visitarti
Come seno di mamma d’un bimbo famelico

Calma, O Etna! Calma!
La Vergine può placarti
E Iddio può cancellarti

Egli ti creò come firma di bellezza
Non già per macchiar e spruzzar fezza!
Calma, O Etna!
Requiescat, requiescat, requiescat.

 

in copertina Giuseppe Sciuti, Eruzione dell’Etna del 1852, olio su tela, 1852-54, Catania, Museo Interdisciplinare Regionale

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