Centro di Poesia Contemporanea Catania

Velasco Vitali, Catania, Mediterraneo, 2003 su l'estroverso centro poesia contemporanea di catania

‘Se ne scrivono ancora’. Un verso di Vittorio Sereni, eloquente postilla, per introdurre l’inaugurazione (mercoledì 21 gennaio, ore 17, al Coro di Notte – ex Monastero dei Benedettini) del Centro di Poesia Contemporanea di Catania (CPCC) presieduto dal prof. Sergio Cristaldi, diretto da Naike Agata La Biunda, fondato da un nutrito gruppo di studenti, cultori della materia, docenti e stimati poeti (Giulio Di Dio, Pietro Russo, Claudia Fiorella Santonocito, Paolo Lisi, Sergio Cristaldi, Naike Agata La Biunda, Valeria Cristaldi, Emiliano Zappalà, Felice Puglisi, Alessandro Puglisi, Paola Roccasalva, Pietro Cagni, Marina Agrò, Angelo Scandurra, Giuseppe Condorelli, Vincenzo Galvagno, Antonio Lanza, Carola D’Andrea, Angelo Santangelo e Francesco Zappalà). “Un’idea – spiega Naike Agata La Biunda, nata in seguito ad un ciclo di seminari sulla poesia contemporanea organizzati con amici, lo scorso anno. Sorpresi dalla grande partecipazione abbiamo pensato di creare un luogo di incontro e di crescita in ambito poetico. Fin da subito l’idea è stata accolta con entusiasmo in tutta la Sicilia. C’è un forte desiderio di unire le forze, come dice Scandurra, per dare voce alla poesia con ‘uno sguardo poetico, perciò vero, sul mondo’ per citare Davide Rondoni che interverrà all’inaugurazione”. “L’obiettivo del Centro è fare della poesia, della riflessione sulla poesia una attività a tempo pieno utilizzando le risorse del territorio, l’esperienza e la voce dei poeti nazionali, oltre a quella nostra, e le competenze del nostro ateneo. Insomma, una rete di identità poetiche condivise e singolari allo stesso tempo – dichiara Giuseppe Condorelli”. “La poesia, come d’altronde tutte le arti, possiede la preziosa capacità di instaurare legami, spaziali e temporali. Quando mi è stato chiesto di fare parte di questa nuova e coraggiosa avventura, non ho esitato, perché sempre maggiore è la consapevolezza che la vera conoscenza e la vera letizia nasca dal rapporto con l’altro – sottolinea Carola D’Andrea. ‘La vita, amico, è l’arte dell’incontro’, direbbe Vinicius de Moraes. Niente di più vero. È solo attraverso la conoscenza dell’altro che possiamo approfondire la conoscenza di noi stessi. La fondazione del centro di poesia contemporanea di Catania è una grande opportunità, un desiderio che diviene occasione: creare possibilità di confronto e incontro, permettere la creazione di affetti (nel senso etimologico del termine) e fare tutto questo nel segno della poesia e della gioia che da essa ne deriva”.  “L’intento è quello di creare un luogo privo di steccati all’insegna della bellezza, del dialogo e dello scambio, perché, come recita un verso di Alda Merini ‘la casa della poesia non avrà mai porte’ – aggiunge Angelo Santangelo”. “Già punto di incontro per giovani poeti appassionati, il Centro di poesia contemporanea di Catania sarà un’occasione straordinaria per richiamare in città i nomi più importanti del panorama poetico nazionale – affermano all’unisono Antonio Lanza e Vincenzo Galvagno”. In programma tra le attività del CPCC, in collaborazione con Ceur e Collegio ’Aragona, diversi laboratori di poesia (si terranno al Camplus D’Aragona, Via Mons. Ventimiglia, 184). Interverranno: Davide Rondoni (05/03), Gian Mario Villalta (13/03); Maria Attanasio (19/03), Pierluigi Cappello (26/03), Tiziano Broggiato (16/04), Roberta Dapunt (23/04). “Terrei ben presenti due aspetti del nostro nome che contrassegnano l’idea di poesia che intendiamo valorizzare: la contemporaneità e la specificazione, assolutamente imprescindibile, del dato geografico – conclude Pietro Russo. Vorremo riuscire a veicolare l’idea che la poesia non è morta e non è fatta da gente morta, come vorrebbe un odioso malinteso che purtroppo, spiace dirlo, nasce tra i banchi di scuola e si consolida più avanti, ma al contrario è viva ed è sempre contemporanea nonostante la scarsa visibilità mediatica e il sinistro avanzare di un mondo iper-tecnologizzato, sempre meno a misura d’uomo. La poesia è viva, e questa vita attecchisce, nel nostro caso, su un attaccamento profondo alla nostra città, Catania, luogo fisico, reale, concreto. Siamo orgogliosi delle nostre radici culturali e della nostra identità catanese e siciliana ma ciò ovviamente non vuol dire rinchiudere la poesia in un spazio circoscritto. Il nostro intento quindi è quello di dialogare con i grandi centri culturali italiani e stranieri per dimostrare che la formula ‘Milano del Sud’, in passato riferita alle attività economiche e imprenditoriali di Catania, possa essere appropriata e ben legittimata anche in campo culturale”.

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