cinque poesie da ‘Dea dagli occhi frigi’ di Adriana Gloria Marigo

La poesia

Sorgi dalla notte profonda
sillabando la direzione del vento
l’incessante dardeggio delle parole
di una, l’inconoscibile senso
le animiche forme
l’indugio vigilante nascenti
destini a levità più intenti.

 

Raccomandazione

Non piegate poesia
a capricci egotisti
metope fuori ordine
vertigini liminari
border-raptus scribendi
insorgerà irriderà
false devozioni
ridicoli inchini
rosette d’affiliazioni
dea dagli occhi frigi
incendierà con specchi ustori
gli scartafacci bramosi.

*

Parve a noi la densa
fragilità del tempo soccombere
all’onda dello sguardo.
Una luminosa eccedenza
un’aria svagante annunciava
l’aurea spira nella forgia del cuore
ritmare da vena a vena
la voce in fuoco
la musica occulta.

*

Tornata dalle cavità di Ade
venne Hermes sull’arco della notte
col suo cappello d’ali
e di vento a condurmi
a rimare con i paria.
Mi palpitano intorno tre dee –
due viaggiatrici, una stanziale.
E alcuni dei circonfusi di luce.

*

Sulla soglia
Hermes venne con imboscate
astuzie, fini seduzioni.
Non cedevole
– Athena occhi lucenti
a me stretta –
attesi in operosa veglia.
In fine,
di Hermes scrutando l’occulto
trassi materia di conio:
la scia d’oro
dei suoi talari alati.

 

in copertina Solitude au jardin – Octave Denis Victor Guillonnet (1872-1967)

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