La poesia
Sorgi dalla notte profonda
sillabando la direzione del vento
l’incessante dardeggio delle parole
di una, l’inconoscibile senso
le animiche forme
l’indugio vigilante nascenti
destini a levità più intenti.
Raccomandazione
Non piegate poesia
a capricci egotisti
metope fuori ordine
vertigini liminari
border-raptus scribendi
insorgerà irriderà
false devozioni
ridicoli inchini
rosette d’affiliazioni
dea dagli occhi frigi
incendierà con specchi ustori
gli scartafacci bramosi.
*
Parve a noi la densa
fragilità del tempo soccombere
all’onda dello sguardo.
Una luminosa eccedenza
un’aria svagante annunciava
l’aurea spira nella forgia del cuore
ritmare da vena a vena
la voce in fuoco
la musica occulta.
*
Tornata dalle cavità di Ade
venne Hermes sull’arco della notte
col suo cappello d’ali
e di vento a condurmi
a rimare con i paria.
Mi palpitano intorno tre dee –
due viaggiatrici, una stanziale.
E alcuni dei circonfusi di luce.
*
Sulla soglia
Hermes venne con imboscate
astuzie, fini seduzioni.
Non cedevole
– Athena occhi lucenti
a me stretta –
attesi in operosa veglia.
In fine,
di Hermes scrutando l’occulto
trassi materia di conio:
la scia d’oro
dei suoi talari alati.
in copertina Solitude au jardin – Octave Denis Victor Guillonnet (1872-1967)