Con “Cielo, la mia Musica!”, Leonardo Lodato costella artisti “made in Sicily”.
#1Libroin5W
Leonardo Lodato nasce a Palermo nel 1966 sotto il segno del Cancro. Appassionato di musica e di subacquea, è capo servizio Cultura e Spettacolo del quotidiano “La Sicilia” di Catania. Ha pubblicato, con Guido Capraro, “Storie di Uomini e di Navi. Un’avventura chiamata Veniero”, edizioni “La Mandragora”. Cielo, la mia musica! è il titolo del nuovo magnetizzante libro, Domenico Sanfilippo Editore: il confine tra mare e cielo è lieve. Acqua e aria si confondono, mischiano i loro colori. Quanto influiscono la luce del sole, il suo calore, nell’essere siciliani? E ancor più, quanto conta se si è musicisti? E il cielo, soprattutto, come lo vede chi suona, chi canta, chi compone? Per dare una risposta a queste domande, Leonardo Lodato ha intervistato 12 musicisti siciliani, 12 come i mesi dell’anno. Ha chiesto loro di spogliarsi degli abiti di scena e di aprirsi ai lettori. Con le loro certezze, con le loro debolezze. Perché il cielo può essere fonte di ispirazione ma anche portatore sano di domande.
Ed è stato leggendolo, Cielo, la mia musica!, che ci siamo rivolti all’autore chiedendogli di raccontarcelo in 5W, come solo un vero giornalista.
CHI?
La protagonista assoluta è l’Arte nel racconto che ne fanno 12 musicisti (ma non solo, e questa è una bella scoperta): Bob Salmieri (Milagro Acustico ed Erodoto Project), Andrea Cantieri, caterina “Cat Clap” Anastasi, voce dei Babyl On Suite, la Compagnia d’Encelado Superbo, Giuseppina Torre, Lello Analfino (Tinturia), Marian Trapassi, Mario Venuti, Paolo Buonvino, i Pupi di Surfaro, Roberta Finocchiaro e Rosalba Bentivoglio, con uno “special guest” che forma la prefazione: Fabrice Quagliotti, leader e tastierista dei Rockets.
COSA?
Si parte da una domanda comune: il rapporto con il cielo inteso in tutte le accezioni possibili. Il cielo come spazio, colore, religione, luogo in cui far spaziare la propria immaginazione. Poi, ci si addentra nella vita pubblica e privata (nei limiti del possibile) degli artisti intervistati. Si parla di musica, di pittura, di società. Del bello e del brutto di questa terra fantastica e inimitabile chiamata Sicilia.
QUANDO E DOVE?
Una sera d’estate: calice di vino, la mia musica preferita, il cielo stellato e un gioco: assegnare ad ogni stella un cantante, una band o una canzone che avessero a che fare con il cielo. Poi, l’illuminazione. Perché non costruire una piccola costellazione di artisti “made in Sicily”?
PERCHE’?
Perché le 12 persone intervistate, tolta la propria corazza di artisti, di personaggi pubblici, si raccontano senza barriere. E perché da ognuno di loro c’è qualcosa da imparare su chi siamo, da dove veniamo e, soprattutto, dove stiamo andando…
Infine, ti invito a scegliere – COME meglio non potremmo fare – un passo dal libro per salutare i nostri lettori.
Per non fare torto a nessuno, cito una frase tratta dal capitolo “Istruzioni per l’allunaggio” con il quale introduco le interviste: “…Avevo appena due anni e stavo lì, attaccato alla ringhiera del balcone che affacciava sulla via Calefati, a Bari. Con il naso all’insù, scrutavo il cielo in cerca della Luna. In cuor mio, probabilmente, speravo di incontrare l’ombra di Neil Armstrong intento a lasciare la propria impronta, la prima in assoluto, sul suolo lunare… Era quello il mio primo timido tentativo di stabilire un contatto con lo Spazio… Non sapevo che, un giorno, sarei andato alla scoperta della parte oscura della Luna senza ancora conoscerne il lato più chiaro, più familiare a noi…”.