“Dove la natura è colore” di Benedetto Strano

S’intitola “Dove la natura è colore” la personale di Benedetto Strano che oggi, dalle ore 19, alla Galleria Associazione “Giuseppe Sciuti”, in via Roma 357, Zafferana Etnea, sarà aperta al pubblico che potrà visitarla per una settimana. I dipinti presenti sono il frutto dell’ispirazione accesa dalle bellezze naturali dei parchi e delle riserve naturali come delle aree protette della Sicilia; dal Parco dell’Etna ai monti Sicani, dal Parco delle Madonie al Parco dei Nebrodi. Un cammino florido e meditativo immerso nelle cromie del creato e della sua eloquente magnificenza.

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Tutta l’opera del maestro Strano è un atto d’amore verso la Sicilia. Verso i suoi colori, i suoi sapori, l’asprezza e la rigogliosità dei suoi territori. Nell’ultimo periodo, poi, assistiamo ad un concretizzarsi di tutto questo nella pastosità delle tinte, nella pennellata che diventa quasi uno strumento della natura prestato alle sue mani. Pare di assistere, nella modulazione delle gradazioni, all’esplosione del fuoco etneo, alla pacatezza del mare in un giorno di quiete, al respiro profondo e terrigno delle distese incolte.
Il suo modo di costruire le immagini risente fortemente della materia grezza da cui derivano, un modello, un pensiero tradotto in sostanza, della sicilianità intesa come una filosofia che ha sempre scandito il ritmo e le vicende dell’isola. La sua visione riparte dalla origini ed esplora, senza commentare, lasciando al colore il compito di raccontare, ogni angolo, ogni sfumatura, ogni sottile variazione. È il colore il maggiore mezzo espressivo: si fa freddo ed evocativo nelle vedute in cui la luce comincia a diventare incerta o in cui la stagione fredda è al suo culmine, mentre diventa squillante e avvolgente laddove il soggetto è permeato di luminosità sia fisica e sia interiormente percepita.
Per stabilire una corrispondenza efficace con lo spirito naturale che pervade il paesaggio siciliano, egli utilizza, come abbiamo detto, il colore, che adopera riuscendo a non farsi coinvolgere nella banalizzazione di certi clichè, ma in lui diventa “il mezzo” per penetrare profondamente nel tessuto delle cose, nel riscoprire la loro anima e nel raffigurare, con la rappresentazione pittorica, quel “sentimento della natura” che è conoscenza ed emozione insieme, non un atteggiamento meramente contemplativo, ma un voler approfondire, senza però lacerare o imporre, la natura profonda e vitale di quanto lo circonda.
Le forme sono costruite attraverso il colore ed è il colore che stabilisce la composizione pittorica. La luce non si cristallizza, non diventa anch’essa un semplice elemento compositivo, ma è parte viva della strutturazione, vibra lungo i piani, attorno e dentro gli oggetti, si fa colore ed si frammenta in miriadi di tinte, prorompe nelle chiome degli alberi, si plasma quasi come un tessuto nelle colline e nei prati, si solidifica lungo le pareti dei caseggiati, nella ruvidità della muratura e nella struttura senza tempo dei tetti.
Quindi la natura in queste opere non è essenzialmente descrizione, ma è vissuto quotidiano, riappropriamento delle antiche suggestioni e, innanzitutto, studio della sensibilità umana di fronte ad essa, l’interiore che si confronta, arricchendosi, con l’esteriore.
Il messaggio che se ne trae è che la Natura non è una manifestazione da contemplare, in cui si è semplici spettatori, ma un’esperienza da vivere profondamente ed emotivamente.

(Alfonso Di Mauro)

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Benedetto Strano nasce a Zafferana Etnea (CT) nel 1954, dove vive ed esprime la sua passione per l’arte, la pittura in particolare. Nel 1976 si diploma all’istituto D’arte di Catania avendo come maestri Comes, Ranno, Busà. Nel 1972 le sue prime esposizioni di pittura, insieme ai compagni di classe Mario Malenchini e Vittorio Salamone. Da allora ha ottenuto numerosi consensi di critica e di pubblico, partecipando a varie collettive d’arte, personali e rassegne d’arte su tutto il territorio nazionale (Milano, Roma Foggia, Salsomaggiore, Firenze, Siracusa, Palermo, Messina, Catania, Siracusa,ecc) di recente ha esposto a Malta e in Svizzera . Sue opere si trovano in collezioni private e pubbliche in Argentina, Stati Uniti, Svizzera, Inghilterra, Australia, Francia Germania Malta ed in Africa. Numerose riviste specializzate, giornali e annuari d’arte si sono occupati dell’artista tra cui ricordiamo: La Sicilia, Il Giornale di Sicilia, La Gazzetta del Sud, Espresso sera, L’Ora, Il Messaggero del Sud, L’Elit, Annuario D’Arte Italiana, BOE’, Arte Italiana Varese, Avanguardie Artistiche Palermo e molti altri ancora. Attenti studi e continue ricerche che lo hanno portato alla scoperta di uno stile che, da più di dieci anni, imperversa vigorosamente nelle sue opere. Con l’ausilio di materiali esclusivamente naturali ed una attenta visione della realtà che lo circonda, riesce a tradurre il tutto in espressioni pittoriche di grande stile e raffinatezza. (Grazia Calanna) – Benedetto Strano, da parte sua, conferma sempre di più di essere decisamente lanciato verso una pittura incisiva totalmente dedicata al paesaggio di Sicilia e in particolare alle “cose perdute” dell’isola, quali i vecchi tetti delle case, i lampioni, i casolari di campagna, chiesette e scalinate, nonché strumenti di lavoro della nostra gente di una volta, lavora eminentemente sul sughero traendo da tale sostanza effetti prospettici e colori d’effetto. (Angelo Torrisi) – Artista sensibile e attento alla realtà che lo circonda, ma che non distoglie lo sguardo dal passato, a cui guarda con nostalgia. Acuto lettore della storia, ricercatore delle antiche documentazioni dei luoghi, sempre attento negli archivi e nelle biblioteche a cogliere le vestigia delle epoche passate. (Enza Barbagallo) – Mentre i suoi quadri nascono tra la geometria e la ragnatela di un fogliame tormentato, seppur animato da un fuoco struggente… (Antonio Corsaro) – Dei soggetti dei quadri di Strano mi hanno colpito particolarmente le pieghe, i rilievi, le crepe. Nelle prime opere tali “segni” sono costruiti con affascinante tecnica: nelle recenti sono prese in prestito dal sughero (Daniele Pinetti) – Le sue opere si incentrano nella sobrietà dei colori cromatici ora delicati ora corposi, ora accesi, ma sempre capaci di evidenziare, in un’atmosfera quasi surreale. (Giovanni Di Mauro).

Alcuni dei dipinti presenti in mostra (su un totale di 16 opere)

Ilice di Carrino (Parco dell’Etna) Olio 50×70
Gole di Tiberio (Parco delle Madonie) Olio 50×70
Parco dei Monti Sicani Olio 50×70
Parco delle Madonie Olio 60×80
Le gurne dell’Alcantara Olio 40×50
Lago dei Nebrodi (Parco dei Nebrodi ) Olio 60×80
Parco dei Nebrodi Olio 40×50
Parco dei Nebrodi Olio 50×70
Betulle dell’Etna al tramonto Olio 50×50
Autunno Etneo Acrilico 40×50
Eruzione Olio 50×70

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