Nostos, ritorno alla parola
Rubrica a cura di Luca Pizzolitto
(…) Se penso al caldo torrido – che io amo – vedo d’sitinto Alicudi, dove l’afa mi prese le tempie mentre dal mare rampicavo verso l’apice montano in cui l’isola trabocca, a cavalcioni di rugose mulattiere divorate dalla macchia. Odore di capperi e Sud. Silenzio basso di cicale sotto un cielo infinito; il sole, rovente, dà il senso alle strade deserte, ai cani stanchi, alle tende immobili sugli usci delle case, preparando ai profumi. Qui il caldo è essenza. E senza questo torrido delirio del sole non ci sarebbe l’estasi refrigerante dell’ombra, la pausa dopo la corsa, il sottovuoto onirico che segue il brutale infrangersi del frastuono. Ad Alicudi, stremato da una salita abbacinante conficcata nell’incendio agostino, entrai in una chiesa che governava l’inifito, e piansi. L’improvvisa frescura riaccese la mente e svelò il mare in lontananza. Ero vivo.
*
È quasi sempre in questi boschi, sempre verdi, che io riesco, per un attimo, a sentirmi sacro; non importante, ma sacro, temporaneo elemento del creato, figlio di qualcuno, di qualcosa che è passato. Qui, dove l’immobile infuria, dove l’essere umano ha abdicato, è più facile sentirsi giunti da lontano. Qui, c’è più da sentire che da immaginare.
(…)
Qui non piove, ma goccia. Goccia sul muschio, sull’elleboro, sulle foglie del faggio; goccia sui rami spezzati, caduti; goccia sulle radici, sulle rocce; goccia nelle gocce, nelle pozze; goccia sui rovi, sulle ginestre, goccia sull’unico stentato colore del bosco: la rosa canina.
Passano i secondi, i minuti, le ore; passa il giorno e passa la notte; passa la luce e ritorna la luce, ma qui tutto cambia e tutto resta, tutto è vivo in una trama di senso che trascende la ragione.
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Io credo nei ricordi, negli esempi. Credo che, rispetto a un bambino nato anche soltanto cinquant’anni fa, mio figlio abbia ricordi più spenti, più asciutti, digitali. Ricordi ovattati, protetti, che nel tempo (pochissimo) svaniranno, senza fiorire. Non è un caso se le storie di tanti scrittori, o cantautori, o quelle dei vecchi raccontate in osteria o davanti a un fuoco, attingono a un passato autobiografico punteggiato di vere avventure, nate da un mucchietto di desideri, di mancanze, di piccole e grandi tensioni verso qualcosa di sacro. Come la pioggia. Lo diceva don Bruno.
Oggi, in Occidente, i bambini non possono uscire perché piove, gli agenti immobiliari non possono fotografare le case perché piove, la vita all’aria aperta si prosciuga di emozioini e di esperienze perché piove.
E le notti in bivacco, e quelle in tenda, mentre la pioggia picchiettando soltanto i pensieri essenziali? Mi sarei perso quasi tutto ciò che ho avuto, se avessi trascorso quelle notti in albergo.
Rivoglio indietro il temporale di Premilcuore
le stelle nascoste
i trionfi dei lampi che ferivano il cielo
i tuoni gonfi e ribattuti
i bramiti
gli ululati
io che aspettavi l’alba
come il sonno di una nave
aspetta il mare.
Emiliano Cribari, poeta, fotografo, cercatore di luoghi perduti. Ha pubblicato Il vagabondo delle stelle (Pulcinoelefante, 2001), La cura degli istanti (Transeuropa, 2019), La vita minima (AnimaMundi, 2020), Errante (AnimaMundi/emuse, 2022), Mar d’Appennino (Edizioni dei Cammini, 2022; l’audiodocumentario da cui è tratto il libro è stato pubblicato, nel 2023, da Officina del Podcast), Il valore dell’aria (EC, 2022), I diari del libraio errante (EC, 2023), Sull’Appennino di Dino Campana (emuse, 2023), Cronache dalle rovine (peQuod, 2023) e La cura della pioggia (Ediciclo, 2023). Ha inoltre curato il riadattamento in lingua italiana della raccolta di poesie La saggezza del condannato a morte e altre poesie di Mahmud Darwish (emuse, 2022) e di altri libri. Ha scritto e interpretato Zitti e Nuti, serie podcast dedicata all’attore e regista Francesco Nuti uscita nel 2024 per Officina del Podcast. Due suoi progetti fotografici – Io sono (dedicato alla trisomia 9 a mosaico) e La vita prima (dedicato alla vita degli ospiti all’interno di una residenza sanitaria assistenziale) – sono stati esposti sia in Italia che negli Stati Uniti. Nel 2024 ha vinto la prima edizione del contest indetto dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) intitolato “Narrate, gente, la vostra terra” con un podcast dedicato alla chiesa di Santa Maria del Carmine dei Fossi (situata in provincia di Firenze).
Fotografia in copertina di Emiliano Cribari.