Frédéric Beigbeder con «Memorie di un giovane disturbato» scandaglia contraddizioni interiori e conciliabilità tra essere e apparire.

«La cosa peggiore: non me la sono svignata e ho recitato alla perfezione il mio ruolo di sporco-figlio-di ricchi-viziato marcio-e-decadente. In questo campo è molto difficile battermi. Meno sono qualcosa e più la sembro; meno credo in qualcosa e meglio la difendo. Non ho fatto Scienze Politiche per niente.»

Memorie di un giovane disturbato, è il romanzo d’esordio del 1990 di Frédéric Beigbeder, scrittore, saggista e critico letterario, rimasto fino ad oggi inedito in Italia e appena pubblicato dalla casa editrice torinese Vague Edizioni. Un doppio clin d’oeil alle Memorie di una ragazza perbene di Simone de Beauvoir e alle Memorie di una giovane disturbata di Bianca Lamblin, narra le vicende amorose del giovane Marc Marronnier e l’inizio della sua carriera di cronista mondano. Festaiolo insaziabile e nottambulo instancabile, Marc unisce l’utile al dilettevole: serate deliranti (condite di danze e sbronze collettive) e lavoro facile. Fedeli compagni di baldoria sono l’amico Jean-Georges e il resto dei sogghignatori in Pantalone, una scatenata «setta» di adepti del dio divertimento. La musica funge da fil rouge alla sequenza-diario di eventi frivoli, relazioni in dirittura d’arrivo (con Victoire) e al nastro di partenza (con Anne), rivoluzioni esterne (Praga) e interiori (vita di coppia «casalinga»). Un mondo di dorata dissolutezza al quale abbiamo tutti sognato di appartenere, almeno una volta, il tempo di una festa in costume…
Attraverso la narrazione umoristica, non edulcorata, della vita frivola e mondana del protagonista e della sua cerchia di amici scapestrati, l’autore traccia un ritratto disinibito della generazione di venti/trentenni della Parigi bene di fine anni ’80, soffermandosi sulle difficoltà dei rapporti di coppia, in bilico tra il bisogno di esclusività e il desiderio di libertà, tra la paura della solitudine e quella della routine quotidiana. Ne scaturisce una riflessione sulle contraddizioni interiori e sulla conciliabilità tra essere e apparire.

L’autore

Frédéric Beigbeder (Neuilly-sur-Seine, 1965) è scrittore, saggista, critico letterario, presentatore televisivo e regista francese. È il creatore del Premio Flore, di cui presiede la giuria, e direttore della rivista Lui. Memorie di un giovane disturbato è il suo romanzo d’esordio, pubblicato nel 1990 all’età di 25 anni. Hanno fatto seguito Vacances dans le coma (1994, Grasset) e L’Amore dura tre anni (1997, Grasset) che conclude la trilogia di Marc Marronnier (omonimo adattamento cinematografico, 2012). Del 1999 è invece la raccolta di racconti allucinati Nouvelles sous ecstasy (Gallimard). Nel 2000, consapevole che la pubblicazione gli avrebbe procurato il licenziamento da parte della società Young & Rubicam, dà alle stampe il romanzo che lo ha reso celebre, Lire 26.900 (99 francs, poi 14,99 euros, Grasset), un’impietosa denuncia del mondo della pubblicità (adattamento cinematografico, insieme al regista Jan Kounen, 2007). Ancora un successo nel 2003 con Windows on the World (Grasset) che gli vale il Premio Interallié. Per tre anni, fino al 2006, è direttore di collana presso l’editore Flammarion. Nel 2005 pubblica L’egoïste romantique e, nel 2007, Au secours pardon (seguito delle avventure di Octave, l’eroe di 99 francs. Un roman français, pubblicato nel 2009 (Grasset) con introduzione di Michel Houellebecq, vince il prestigioso Premio Renaudot. Del 2014 è il romanzo (questa volta non autobiografico) Oona e Salinger (Grasset). Il 2018 si è aperto con il romanzo/inchiesta Une vie sans fin (Grasset), vincitore del Premio Rive Gauche à Paris, e si è chiuso con la raccolta di 99 saggi sulla frivolezza (La frivolité est une affaire sérieuse – L’Observatoire).

Vague Edizioni è una casa editrice indipendente fondata a Torino nel maggio del 2018. Tutti i libri pubblicati da Vague Edizioni sono opere di autori francofoni e provengono da oltralpe, ma anche da oltremare e da oltreoceano. VAGUE, infatti, non è solo Francia, la casa editrice ricerca per i lettori italiani le opere più interessanti (con una preferenza dichiarata per le oeuvres premières, le opere d’esordio già rivelatrici di talento) di scrittori, poeti, drammaturghi e fumettisti contemporanei di lingua francese già affermati nei loro paesi di origine ma non ancora così noti al grande pubblico italiano. Le ragioni di questa scelta editoriale, che contraddistingue Vague edizioni come unica casa editrice in Italia a pubblicare libri esclusivamente francofoni, partono personalmente dal vissuto degli editori per cui la Francia e alcuni altri paesi francofoni hanno rappresentato e ancora rappresentano un forte legame affettivo. A questo si aggiunge una conoscenza della lingua molto approfondita e un grande apprezzamento della cultura e della mentalità oltre al fatto che la letteratura mondiale francofona rappresenta un bacino di idee, storie e stili estremamente vasto e sfaccettato.

Scheda libro 

Titolo: Memorie di un giovane disturbato
Titolo originale: Mémoires d’un jeune homme dérangé (La Table Ronde, Parigi, 1990)
Autore: Frédéric Beigbeder
Traduttore dal francese: Gabriella Montanari Editore : VAGUE Edizioni, Torino
Città e anno di pubblicazione : Torino, febbraio 2019 Collana : Atlantique (romanzi)
Pagine: 108
Codice ISBN: 978-88-32056-01-3
Prezzo di copertina: 15 euro
Genere: romanzo autobiografico

Biografia autore. Frédéric Beigbeder (Neuilly-sur-Seine, 1965) è scrittore, saggista, critico letterario, presentatore televisivo e regista francese. È il creatore del Premio Flore, di cui presiede la giuria, e direttore della rivista Lui. Memorie di un giovane disturbato è il suo romanzo d’esordio, pubblicato nel 1990 all’età di 25 anni. Hanno fatto seguito Vacances dans le coma (1994, Grasset) e L’Amore dura tre anni (1997, Grasset) che conclude la trilogia di Marc Marronnier (omonimo adattamento cinematografico, 2012). Del 1999 è invece la raccolta di racconti allucinati Nouvelles sous ecstasy (Gallimard). Nel 2000, consapevole che la pubblicazione gli avrebbe procurato il licenziamento da parte della società Young & Rubicam, dà alle stampe il romanzo che lo ha reso celebre, Lire 26.900 (99 francs, poi 14,99 euros, Grasset), un’impietosa denuncia del mondo della pubblicità (adattamento cinematografico, insieme al regista Jan Kounen, 2007). Ancora un successo nel 2003 con Windows on the World (Grasset) che gli vale il Premio Interallié. Per tre anni, fino al 2006, è direttore di collana presso l’editore Flammarion. Nel 2005 pubblica L’egoïste romantique e, nel 2007, Au secours pardon (seguito delle avventure di Octave, l’eroe di 99 francs. Un romans français, pubblicato nel 2009 (Grasset) con introduzione di Michel Houellebecq, vince il prestigioso Premio Renaudot.
Del 2014 è il romanzo (questa volta non autobiografico) Oona e Salinger (Grasset). Il 2018 si è aperto con il romanzo/inchiesta Une vie sans fin (Grasset), vincitore del Premio Rive Gauche à Paris, e si è chiuso con la raccolta di 99 saggi sulla frivolezza (La frivolité est une affaire sérieuse – L’Observatoire).

Personaggi principali: Marc Marronnier (alter ego dell’autore), giovane dandy, festaiolo incallito, nightclubber e cronista mondano per le riviste patinate. Marc incarna lo spirito di contraddizione, vero protagonista di quest’opera di esordio di Beigbeder : amabile e irritante, tenero e cinico, superficiale e profondo. Altri personaggi : Jean-Georges, fedele amico e istrionico capobanda dei « sogghignatori in Pantalone » ; Victoire, la vecchia fiamma e Anne la nuova fidanzata.

Ambientazione e periodo: Parigi, Neuilly, Vienna, Venezia, Praga, Costa Azzurra. Fine anni ’80.

Trama: il romanzo, il cui titolo è un doppio clin d’oeil alle Memorie di una ragazza perbene di Simone de Beauvoir e alle Memorie di una giovane disturbata di Bianca Lamblin, narra le vicende amorose del giovane Marc Marronnier e l’inizio della sua carriera di cronista mondano. Festaiolo insaziabile e nottambulo instancabile, Marc unisce l’utile al dilettevole : serate deliranti (condite di danze e sbronze collettive) e lavoro facile. Fedeli compagni di baldoria sono l’amico Jean-Georges e il resto dei sogghignatori in Pantalone, una scatenata « setta » di adepti del dio divertimento. La musica funge da fil rouge alla sequenza-diario di eventi frivoli, relazioni in dirittura d’arrivo (con Victoire) e al nastro di partenza (con Anne), rivoluzioni esterne (Praga) e interiori (vita di coppia «casalinga»). Un mondo di dorata dissolutezza al quale abbiamo tutti sognato di appartenere, almeno una volta, il tempo di una festa in costume…

Tematiche fondamentali: attraverso la narrazione umoristica, non edulcorata, della vita frivola e mondana del protagonista e della sua cerchia di amici scapestrati, l’autore traccia un ritratto disinibito della generazione di venti/trentenni della Parigi bene di fine anni ’80, soffermandosi sulle difficoltà dei rapporti di coppia, in bilico tra il bisogno di esclusività e il desiderio di libertà, tra la paura della solitudine e quella della routine quotidiana. Ne scaturisce una riflessione sulle contraddizioni interiori e sulla conciliabilità tra essere e apparire.
Osservazioni stilistiche: La penna dello scrittore, fresca, divertente, sarcastica, è ricca d’immagini surreali, arguti giochi di parole e gustosi riferimenti letterari. Lo stile, sempre elegante e originale, si avvale di un mix efficace di registri linguistici, passando con disinvoltura e intelligenza dal colloquiale al forbito. L’autoironia, cifra stilistica della produzione letteraria di Beigbeder, e la spontaneità espressiva rendono la lettura scorrevole ma non scevra da riflessioni.

Estratti:

“Marc Marronnier era alto 1 metro e 84. Marc Marronnier masticava dei Malabars gialli dalla mattina alla sera. Marc Marronnier si svegliava a mezzogiorno. Marc Marronnier s’innamorava i giorni pari e voleva morire quelli dispari. Marc Marronnier intingeva delicatamente gli asparagi nell’apposita salsa olandese. Marc Marronnier usava “Jicky” di Guerlain e lucidava le scarpe ogni giorno. Marc Marronnier leggeva Romain Gary e Sanantonio. Marc Marronnier girava per l’India e la Svizzera. Marc Marronnier beveva whiskey con gli amici e Bordeaux con le ragazze. Marc Marronnier ballava il charleston sul suo letto. Marc Marronnier si credeva un dandy, ma non riusciva a non infilarsi le dita nel naso in pubblico.”

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“La cosa peggiore: non me la sono svignata e ho recitato alla perfezione il mio ruolo di sporco-figlio-di ricchi-viziato marcio-e-decadente. In questo campo è molto difficile battermi. Meno sono qualcosa e più la sembro; meno credo in qualcosa e meglio la difendo. Non ho fatto Scienze Politiche per niente.”

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“Lista degli argomenti di conversazione affrontati durante il viaggio: il prezzo esorbitante delle birre sui treni, l’ultimo Sanantonio (Torta di peli su ordinazione), l’odio per la pubblicità e per quelli che la fanno, chi esce con chi, l’ultimo Fellini, Victoire (ma dai? avete rotto?), gli imbecilli che non mangiano la pelle del salame, una cinquantina di ruttini, chi ha mollato chi, l’opera di Knut Hamsun, l’odio per gli uomini che portano i calzettini da tennis pur non giocandoci mai, i nostri amici morti, i nostri amici sposati, i nostri amici papà, Anne (chi è? l’abbiamo già vista?), l’odio per Magritte, Buffet, Vasarely e César, il suicidio, l’omicidio, le prossime feste, Casanova, Don Giovanni, Roger Vadim, le ragazze che non si truccano mai, quelle che si truccano troppo, le cinture degli smoking, i panini greci della rue Saint- Denis, «La vita è un carnevale/E il mondo è un immenso ballo/Dove noi giriamo instancabilmente/Indossando tutti un travestimento» (Georges Guétary in Monsieur Carnaval di Frédéric Dard), la Traviata, il rap, l’erba, il gin tonic, il gin rummy, i jeans strappati, le tette grosse, l’America Latina, la baia di Rio de Janeiro, Stan Getz, le auto decappottabili, l’alcol-test, il ballo a Vienna, tema Valmont is back, tenuta XVIII secolo di rigore, cinquecento invitati, al castello di Rosenburg, venti minuti a sud della città, e sono dei francesi che danno il ricevimento!”

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“Odio gli uomini invulnerabili. Provo rispetto solo per i ridicoli, quelli che hanno la bottega aperta alle cene tirate, che si beccano una merda di piccione sulla testa mentre stanno per dare un bacio, che scivolano tutte le mattine su una buccia di banana. Il ridicolo è la dimensione propria all’uomo. Chiunque non si trovi a essere regolarmente lo zimbello del paese non può essere considerato un essere umano. Andrei anche oltre: l’unico mezzo per sapere di esistere è rendersi grotteschi. È il cogito dell’uomo moderno. Ridiculo ergo sum. Questo per dire che ho spesso la consapevolezza della mia esistenza.”

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“Albert Cohen si è sbagliato: non è il rumore dello sciacquone a uccidere l’amore. È la paura della noia che trasforma i nostri sogni fiammeggianti in incubi climatizzati. In realtà, il rumore dello sciacquone uccide questa noia, così come l’odore di pane abbrustolito, le vecchie foto delle vacanze, i braccialetti dimenticati sul comodino e il bigliettino cretino in fondo alla tasca della giacca che fa venire le lacrime agli occhi. Il rimedio più efficace contro la vita quotidiana è il culto del quotidiano, nella sua fluidità.
Gli uomini temono la vita di coppia, per un’unica ragione: la paura della routine. Questa paura ne nasconde un’altra, quella della monogamia. Non riescono ad ammettere di poter restare per tutta la vita con la stessa donna. La soluzione è semplice: dev’essere casalinga e puttana, vamp e lolita, bomba erotica e vergine impaurita, infermiera e malata.
Se la donna della vostra vita è innumerevoli donne, perché andare a cercare altrove? La vostra vita quotidiana cesserà allora di essere una vita di tutti i giorni.”

Presentazioni:

Lunedì 25/02 PALERMO – ore 18.30 Libreria Modusvivendi
Martedì 26/02 NAPOLI – ore 20 Mediateca dell’Institut Français Napoli
Mercoledì 27/02 ROMA – ore 19 Libreria Trastevere
Giovedì 28/02 FIRENZE – ore 18 Institut Français Firenze
Sabato 02/03 TORINO – ore 18 Libreria Luxemburg – ore 21 Circolo dei Lettori

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