Indiscusso maestro del poemetto in prosa, fin dal suo straordinario esordio con L’aspetto occidentale del vestito, figura rilevante della nostra poesia tra secondo Novecento e presente, Giampiero Neri ci offre una novità divisa in quattro capitoli, internamente coerenti per fisionomia stilistica e articolazioni tematiche. Apparsi in precedenza, nell’arco di due anni, in quattro volumetti anticipatori delle edizioni Ares, questi testi ci confermano l’attualità di un autore che è il decano della poesia italiana e che si muove tra narrazione e osservazione gnomica e vicende storiche, tra memoria – che affonda le sue radici e origini in un passato che è spesso quello della sua giovinezza – e lettura del suo riapparire oggi, alla limpida luce della mente e del pensiero del poeta.
Importante è la presenza di personaggi, che magari si collegano – ma con significativi tratti ulteriori – a decisivi testi del passato, come l’esemplare e centrale professor Fumagalli, già entrato anche nel titolo di una ben nota opera, appunto Il professor Fumagalli e altre figure, del 2012. Un tipo del resto emblematico, nella sua semplice ma profonda saggezza, nella sua visione del mondo e nella inesausta ricerca della verità, in una tensione così particolare e autonoma, attiva negli anni ben oltre ogni possibile facilitazione ideologica. E insieme alla sua onesta, libera e affidabile tensione morale, affiora anche la spinta senza traccia alcuna di enfasi, verso una possibilità di testimonianza da parte sua in termini espressivi, nella scrittura, mentre in un altro personaggio, il protagonista di Un difficile viaggio, la sezione eponima, è invece la pittura.
Ma le figure, maschili e femminili, umili o ragguardevoli (come lo scenografo Ezio Frigerio) che appaiono, e che risultano esplicitamente appartenere a vicende autobiografiche, vengono inserite in precisi contesti ambientali e luoghi che ne sono a volte più ancora di uno sfondo. E infatti, se la memoria del tempo di giovinezza riconduce nei luoghi d’origine, nel territorio della cittadina natale di Erba, e in genere della provincia comasca, Neri arriva poi a comporre un poemetto in prosa – articolato in parti come tutti e quattro questi capitoli – su una piazza milanese e sui suoi personaggi, modeste apparizioni di una dimensione non più provinciale ma rionale. Eccoci allora in piazza Libia, e dunque a Milano, dove il nostro poeta è poi quasi sempre vissuto. Neri ci introduce allora in un microcosmo urbano, appartenente alla sua stessa quotidianità, e le atmosfere variano, rispetto a quelle del passato remoto rievocato, ma i toni e le modalità espressive si confermano in pieno nella loro nitidezza. Ed è anche per questo che i quattro tempi di questo libro creano un insieme perfettamente organico. Un insieme basato su una fitta ragnatela elegante di osservazioni del mondo, in una considerevole circolazione di umori, citazioni di grandi autori, realizzata attraverso le tracce dell’esperienza e che sul piano dei toni e della scrittura confermano al miglior livello la trasparenza impeccabile e la classica efficacia semplice della frase e della parola di Neri. Ma dove la semplicità è, beninteso, un punto arduo d’arrivo che il nostro sempre raggiunge con magistrale destrezza, in quella che è stata definita “precisione fiamminga”. E questo avveniva già dai suoi esordi, e contraddistingue il lavoro poetico in tutto il suo, felicemente lungo, cammino inconfondibile.
Un altro aspetto interessante di questo lavoro ci porta a una novità speciale nella biografia letteraria del nostro. Nel senso che le sue proverbiali e sapienti lunghe gestazioni delle opere, con tempi insoliti di attesa tra un’uscita e l’altra, hanno lasciato il posto a una fluidità naturale e scioltissima della pagina e al concretizzarsi di un capitolo dopo l’altro dopo brevissimi intervalli, come il frutto naturale di una vitale, incalzante necessità. Venendosi così a creare una sorta di originale caleidoscopio capace di coinvolgere agevolmente il lettore, appagandolo nella varietà aperta delle sue libere proposte.
(Maurizio Cucchi)
scelti per voi
(Un difficile viaggio è un libro di Giampiero Neri pubblicato da Stampa 2009 nella collana La collana a cura di Maurizio Cucchi)
DA UN PAESE VICINO
17
Nell’imminenza del primo giorno di scuola
elementare, mia madre aveva provato a togliermi la
pronuncia francese della erre e vi era riuscita.
Non era purtroppo l’unico segno che faceva di me
un ragazzo viziato e gli altri mi sono rimasti.
In quegli anni mi aveva preso di mira un tipo della
peggiore specie che chiamavamo Barabba.
Lui sembrava apparire improvvisamente, sorgeva dal
nulla contro di me.
È stato un incubo, non riuscivo a liberarmene, non
l’ho mai dimenticato.
Durante l’estate tornavo al mio paese e un giorno mi
è capitato di vederlo su un giornale locale, con tanto
di nome e cognome, omesso soltanto il nome che gli
apparteneva veramente. Tutta la vita aveva prestato
servizio come pompiere e adesso era morto.
59
Perché si legge ancora Poesia e non poesia di
Benedetto Croce, con le inesattezze che vi sono
riportate?
Forse perché, mi azzardo a dire, Croce scrive bene e
la sua influenza è ancora viva.
Così si accettano i suoi giudizi sul Paradiso e si dice
«Dante in Croce», perché Dante è immortale e non
soffre ogni limitatezza dell’epoca.
PIAZZA LIBIA
15
Un tema su cui ritorna spesso è la nostra identità.
«I nostri difetti ci caratterizzano, sono la nostra vera
natura. Il resto è camuffamento, che usiamo per
apparire quello che non siamo».
Fa una pausa prima della conclusione: «I nostri
difetti siamo noi».
UN DIFFICILE VIAGGIO
35
Per lo stile romanico aveva un interesse che andava
oltre l’ammirazione per l’arte.
«Più di tutti gli altri avvicina a Dio», aveva sentito
dire da un amico.
Vi convivevano elementi compositivi che nella loro
povertà facevano pensare alla fede degli Apostoli.
L’emozione nel vedere una chiesa romanica
comprendeva insieme la mente e il corpo.
UN INSEGNANTE DI PROVINCIA
(parte terza)
6
Sbucata all’improvviso da chissà dove, una farfalla
volava con furia da una parte all’altra della stanza.
Apriva le grandi ali, sembrava addirittura
minacciare.
Era la madre di quella miriade di farfalline che
avevano invaso la cucina.
Difficile colpirla con le mani.
A un tratto era scomparsa.
—
Giampiero Neri è stato un poeta italiano. Nato a Erba (Como) nel 1927. Nel 2017 vince il Premio Castello di Villalta Poesia, con Via provinciale (Garzanti, 2017). Il poeta Giampietro Pontiggia, conosciuto con lo pseudonimo di Giampiero Neri, si è spento il 15 febbraio 2023 a Milano all’età di 95 anni.