Maria Luisa Torricelli incontra Erato solo nel 1994 dopo aver investito le sue energie nel quotidiano, nella famiglia e nel lavoro. La poesia la seduce e l’aiuta a superare le amarezze che la vita le pone davanti; la scrittura, infine, le permette di tirare fuori una parte di sé che solo pochi conoscono: maieutica e catarsi fasi necessarie per trovare la libertà e la propria dimensione. Dopo aver metabolizzato e analizzato la sua personalità poetica decide di “denudarsi” (perché questo accade quando si scrive) davanti al grande pubblico. Esordisce, quindi, nel 2009 con la raccolta “Come un caleidoscopio” per mezzo della quale presenta ai suoi lettori il mondo della sua giovinezza e i sentimenti più profondi. Il fascino della raccolta è dettato anche dalle poesie dedicate alla sua terra natìa, la Libia, dove trascorre i suoi primi dodici anni di vita in una Tripoli esotica e affascinante. Venuta in Sicilia con i suoi genitori studia e si laurea in Pedagogia e inizia, giovanissima, la carriera dell’insegnamento. Sensibile alla letteratura e all’arte pittorica coltiva questi amori con riservatezza e discrezione. La sua vita, però, si incanala su due binari paralleli e su uno di essi si confronta con la sua solitudine interiore. Negli anni, accompagnata dalla penna, impressiona sulla carta bianca i suoi stati d’animo, le sue emozioni. Incoraggiata da amici ed estimatori continua con la poesia e ci consegna, nel 2011, “Il sentiero delle lucciole”, una nuova silloge nella quale, ora più sicura, rompe gli indugi e grida più forte la sua voglia d’amare e di essere amata. Si dice che il poeta sia un gran bugiardo ma noi aggiungiamo che mentre mente egli racconta la verità; tra il dire e non dire egli ci racconta il vero. La nostra poetessa fa lo stesso. I segreti sono tutti incastonati fra le righe ed è lì che dobbiamo leggere per conoscerla a fondo.
Gli anni e la durezza della vita non le impediscono, però, di credere ancora (e a fondo) nell’Amore che ora rivolge anche a Dio, all’Arte e a tutto ciò che di divino vi è nell’uomo. Ecco che nasce “Il Dono più grande” che stiamo presentando. Per molti esso è la vita. Per la poetessa Maria Luisa Torricelli è l’amore. Difatti senza amore non potrebbe esserci la vita e comunque senza di esso non varrebbe la pena viverla. Il libro si divide in tre sezioni: L’amore per la Natura; l’amore per i sentimenti e l’amore per l’Arte. Partendo da “La creazione” e quindi dal “tempo nell’Eterno”, la luce accolta dagli abissi illumina la narrazione poetica dalla quale traspare anche la luce che ha illuminato questo suo nuovo cammino iniziatico verso la Verità. Ancora la presenza della luce, della Luna stavolta, in “Chiaro di Luna” che va a schiarire “il silenzio della notte”, la “sua” notte. In questi momenti la Nostra trova veramente se stessa e si paragona ad un Geranio capace “di vincere le bufere e il gelo” per rinascere a nuovi germogli, così “come l’Amore che non muore / pur tra gli strappi e le ferite” (Il geranio). La femminilità delle prime raccolte ora si traduce in maternità per mezzo della quale ripercorre il proprio rapporto con le figlie. A questo rapporto dedica “Il legame spezzato”, “Maternità”, “Senza te”, “La rondine”, “Il morso del serpente”, “Titino”, “Gigetto (il canarino delle mie bambine)” e così via. Le lacrime versate in silenzio sono “Come gocce…”: Sui lunghi fili stesi / non panni ad asciugare / ma gocce di brillanti / rischiarano un mattino / di pioggia e di grigiore/. (…) come gocce di pianto / dopo un turbine d’amore/. Qualche poesia è dedicata alla sua terra d’origine “Terra natìa” alla quale aggancia la nuova realtà dei migranti con “Quel braccio di mare”, lo stesso che Maria Luisa Torricelli attraversò, in pace, per arrivare in Sicilia tanti anni fa e che ora fa attraversare ai migranti con “quei legni” che trasportano disperati. Nella sezione de “L’amore per l’Arte” Maria Luisa Torricelli mostra tutto il suo spessore culturale e tutta la sua sensibilità affascinata com’è dalle opere di Michelangelo, Leonardo da Vinci, Masaccio, Giorgione, Segantini, Lega, Cremona. Quindici poesie per altrettante opere d’arte. L’amore per l’Arte affranca la poetessa dalla “animalità” di cui l’uomo è ancora pregno e le permette di “superare la finitezza della materia” ma anche di “varcare la soglia del Tempo”.
(dalla Prefazione del curatore Alfio Patti al libro Il dono più grande, Radiusu Edizioni)
SARAI CON ME
Sarai con me
nell’oro dei tramonti,
come i capelli fini
che accarezzavo un tempo.
Sarai con me
nei fiori a primavera,
come i tuoi verdi anni
ormai lontani e persi.
Sarai con me
nell’aria che respiro,
nell’azzurro che dilaga
nel cielo del mattino.
Sarai con me
nel respiro del vento,
nelle notti di luna
nell’anima e nel sangue:
come una sola gemma
dell’infinito scrigno.
*
CHI SONO ?
Sono un fuscello
stremato dal vento
ai bordi di un sentiero
di verzure inaridite.
Sono una goccia
di fresca rugiada
perduta tra folate
e turbini di fuoco.
Sono una nota
rimasta impigliata
tra i pentagrammi
di vite sprecate.
Sono un granello
del mio Sahara
che vola libero
nel ghibli ardente
che cerca l’oasi
e la sua duna
per riposare
sotto le palme.
*
LA GIOSTRA
Gira la giostra, gira
percorre lieve
il suo cammino antico
coglie i viandanti
appesi alle illusioni
tra note spente
e vane fantasie.
Gira la giostra, gira
ancora e sempre
speranze e sogni
su un crinale bianco
sul ciglio languido
ai bordi dell’addio
tra gli incerti sentieri del passato.
Voglio un altro biglietto
per salire
per rifare vagando un altro giro
la corsa antica tra gli arcobaleni
soppesi appena a fragili orizzonti
la corsa eterna attratta dall’istante
dall’incanto di un attimo, sfuggito
agli spazi leggeri del mattino.
Maria Luisa Torricelli è nata a Derna, in Libia: «Il dono più grande – pensa – è l’amore, l’unica forza che consente all’uomo di varcare la soglia del tempo, superare la finitezza della materia e immergersi nell’universo». Ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza tra Caltanissetta e Tripoli, anni che hanno segnato profondamente il suo percorso spirituale. Rientrata in Italia all’età di dodici anni, ha vissuto in Piemonte e nel Lazio, stabilendosi definitivamente in Sicilia, in provincia di Catania, dove risiede. Docente di Lettere italiane e storia nelle scuole superiori, ha dedicato alla scuola e ai suoi ragazzi profondo impegno umano e professionale. Nel 2009 ha pubblicato a Firenze la sua prima raccolta di poesie dal titolo Come in un caleidoscopio e nel 2011, per la stessa casa editrice, Radiusu Edizioni, la seconda raccolta, Il sentiero delle lucciole.