Tiziano Fratus ha pellegrinato in foreste maestose per cucire i passi di una storia umana, arborea e spirituale, compresa fra “la carta e la corteccia”, coniando concetti quali Homo Radix, Dendrosofia, Silva itinerans e Anima arborescens. In California ha perlustrato e meditato tra i più vasti, alti e annosi alberi del pianeta, in Giappone ha visitato templi, canfori millenari e isole-foresta, in Italia ha ascoltato il silenzio tuonante dei patriarchi vegetali presenti in città, giardini storici e riserve, talora riconsegnando poesie e parole nei boschi e tra le montagne dove sono nate. Tiziano Fratus, sabato 23 aprile, animerà il “Festival dell’Ecosofia” a cura dell’associazione “L’albero Filosofico” (www.alberofilosofico.it), presieduta da Lucia Caruso (counselor filosofica). Per l’occasione lo abbiamo intervistato.
Qual è la tua definizione di meditazione? È cambiata nel tempo? È cambiata “crescendo”?
Non ho una definizione di meditazione. La meditazione è sia una pratica quotidiana sia, in senso più ampio e lato, un approccio al modo di intendersi e di diversi. La meditazione è sedersi, raccogliersi, e progredire in un percorso individuale e per quanto mi riguarda spirituale, anzitutto, nel mio caso buddista. Ogni cosa si evolve e così facciamo noi. Ogni giorno è un nuovo giorno, semplicemente.
Meditare quanto giova ad abitare consapevolmente il proprio spazio, il proprio tempo?
Si fa molta retorica oggi su questo. Molti meditanti sembrano più interessati a elogiare la propria santità, la propria ricerca di perfezione, la propria incommensurabile sensibilità. Meditare è una pratica da falegnami, non ha nulla di così ricercato e non ti porta a meritare alcun riconoscimento, alcun pregio, non è vero che meditando tutti i giorni, di per se, si guadagna maggiore saggezza. La meditazione si sposa a scelte di vita più consapevoli e allora si tratta di affrontare tutto un arretramento rispetto ai mille desideri che oggi ci sentiamo di dover nutrire per noi stessi e per coloro che ci circondano. La meditazione è un ingrediente importante, concreto, di una scelta di vita che non può restare competitiva come è stata in precedenza. Perdi legami col passato e inizi a non preoccuparti più così tanto delle conseguenze future. Meditare e con continuità, insieme a un approccio più consapevole, rispettoso, parco nei confronti della realtà, ti conduce ad una semplificazione del tuo spazio e del tuo tempo.
A cosa e dove ti ha condotto la meditazione?
Da nessuna parte.
In che cosa consiste e come hai ideato il Laboratorio di ecosofia ed ecologia profonda?
Il termine ecosofia ha una sua storia precisa, esistono filosofi e pensatori che l’hanno scavata, impressa, coniata, e ce l’hanno offerta. Noi oggi, che ne siamo portatori ciascuno a proprio modo, la possiamo sfiorare sperando di non soggettivizzarla eccessivamente. Eco-sofia: io esisto perché esiste il mondo che mi avvolge, la casa, l’ambiente, il paesaggio, la Terra. La giornata che abbiamo pensato insieme a L’albero filosofico è un tributo allo studio, alla meditazione, alla scrittura, alla poesia, e al fare, nel senso che leggeremo, scriveremo, parleremo in un luogo molto bello e tra i boschi delle pendici dell’Etna. Metto a disposizione le opere che ho scritto per questo. Vedremo se chi parteciperà ne trarrà beneficio, noi speriamo di sì.
Per l’occasione terrai anche un Laboratorio di poesia buddista, puoi parlarcene più approfonditamente (rispetto al programma intendo)?
Semplicemente leggeremo dei testi di monaci ed eremiti, cercheremo per quanto ci è possibile di capirli, di intenderli, di sentirli. Poi nessuno di noi vive nemmeno lontanamente come hanno vissuto loro, mille, ottocento, trecento o cento anni fa, nelle foreste, sulle montagne, senza nulla, magari in una grotta o in una capanna d’erba. In questo scarto sta la magia, il fascino, ma anche un’intraducibilità nella quale cercheremo di operare.
Presenterai i tuoi Alberi millenari d’Italia (Gribaudo) ed Il sole che nessuno vede. Meditare in natura (Ediciclo). Puoi qui donarci, per ognuno, una breve sintesi e un passo per uno?
Si tratta di due silvari. Alberi millenari d’Italia chiude un ciclo che inizia tredici anni fa con Homo Radix, muovendomi alla ricerca dei grandi alberi italiani. È un libro, ricco di fotografie a colori, dedicato agli alberi più annosi del nostro paese. Il sole che nessuno vede è stato uno scavo, un primo tentativo di comporre un diario dedicato alla meditazione nei boschi. Ora questo scavo si è approfondito, ampliato, a settembre uscirà l’ultimo tassello che si intitola Sutra degli alberi e che a sua volta chiude un altro ciclo, più connesso alla mia ricerca spirituale e religiosa, oltre che alla pratica del meditare tra gli alberi.
Estratto da Il sole che nessuno vede: «Salute a te o Gran Bosco che mi stai per ospitare nei tuoi frondai. Tu siedi silente sul dorso dei monti, sospiri e respiri stagione dopo stagione, espandi e concentri la tua corsa al melodiare degli uccelli. Cambi abito all’arrivo del tempo in cammino, ti nutri del sole estivo e ti abbeveri di piogge primaverili e autunnali. Abbi compassione di me, piccolo uomo-cattedra uscito da pochi giorni dalle caverne, accoglimi con la tua grazia, e porgi ai tuoi abitanti la mia richiesta di cittadinanza. Di’ loro di pazientare a causa del mio rumore. Porgo a te omaggi di gloria, pulisci il mio affannoso respiro pensante, alleggerisci quest’anima rattoppata e incespicante. Siederò ai piedi delle tue annose sentinelle arboree, accarezzandole con occhi di cerbiatto e mani di lattante. Fammi abitare per porzioni dei tuoi anelli la tua stessa pace, la tua anima è chiesa e tempio. Sento le tue radici sprofondare ancor di più nella terra, il tuo tronco solido, pietroso, sostenere la pesantezza dello stare in piedi e la leggerezza delle foglie che risalgono alla fonte della vita: lassù un vento le accarezza creando un mare in perpetuo movimento».
Citazione da Alberi millenari d’Italia: «Quel che mi unisce ai grandi alberi è il silenzio, è questo silenzio che li abita da secoli o da millenni che incerniera loro e la mia anima, è il silenzio che non ha bisogno di esprimersi».
Per informazioni e iscrizioni contattare l’associazione Albero Filosofico
Tel.: 340 39.22.676 | Email: alberofilosoficoitalia@gmail.it
PROGRAMMA
Giornata Mondiale della Terra
Il tessitore di foreste – Una giornata con Tiziano Fratus
Sabato 23 aprile 2022, Monastero Benedettino Beato Dusmet, Nicolosi (CT)
Un evento organizzato da Albero Filosofico – Counseling Filosofico
Anima arborescens
– s. f. [dal lat. anima, anima, spirito, e arborescere, frondare, rinasce sottoforma di albero] – Un individuo che percepisce un sentimento di fratellanza, prossimità e intimità con gli alberi e tutto quel che abita un bosco o una foresta.
Radico ergo sum / Meditazione mattutina
Ore 10.00 – Introduzione alla meditazione silvestre. Abitare il proprio spazio e il proprio tempo. Meditazione, cammino, contemplazione. Inaugurazione del proprio Eremo delle radici (Ne-an), un taccuino da usare per le meditazioni di alba e tramonto. Tre cose che vorremmo fare in giornata. Una cosa che ieri non abbiamo fatto ma avremmo dovuto fare. Una persona a cui chiedere scusa per un nostro torto o errore.
Oratio silvestris / Laboratorio di ecosofia ed ecologia profonda.
Ore 12.00 – Lettura di testi americani, italiani, francesi
Ore 13.00 – Esercizio di scrittura: proviamo a raccontare la meditazione della mattina e come questa esperienza potrebbe essere interessante per altre persone. Lettura e discussione di alcuni elaborati.
Ore 14.15 – Pranzo conviviale.
I sandali del Buddha / Laboratorio di poesia buddista.
Ore 15.30 – Lettura di testi dalle tradizioni ch’an cinese, zen giapponese e seon coreana.
Ore 16.30 – Scrittura di poesie autobiografiche su modello dei testi letti in precedenza. Lettura e discussione di alcuni elaborati.
Ore 17.30 – Tè e biscotti.
Ore 18.00 – Presentazione dei silvari di Tiziano Fratus, Alberi millenari d’Italia (Gribaudo) ed Il sole che nessuno vede. Meditare in natura (Ediciclo)
Orchestra dei semi e delle radici / Meditazione al tramonto.
Ore 19.00 – Salutare il giorno. Meditare su quel che abbiamo fatto, nuovi appunti sull’Eremo delle radici (Ne-An): farsi un elenco delle cose positive ed uno delle cose negative. Quel che dovremmo recuperare perché non siamo riusciti a farlo bene. Quel che dovremmo fare daccapo perché non siamo stati all’altezza o non abbiamo onorato il nostro impegno. A chi dobbiamo chiedere scusa per i torti o la nostra leggerezza? Salutare il giorno possibilmente leggeri e districati.